Le varianti del virus spaventano l'Europa Ma niente accordo sul passaporto sanitario

Venerdì 22 Gennaio 2021
IL VERTICE
BRUXELLES La vaccinazione va condotta in stretto coordinamento. Frontiere interne aperte, ma occorrono restrizioni sui viaggi non essenziali. Il certificato comune di vaccinazione, quando ci sarà, dovrà essere un «documento sanitario», non un documento di viaggio. Sono stati questi i punti sui quali si sono confrontati i 27 capi di Stato e di governo della Ue, riuniti ieri dal tardo pomeriggio per videoconferenza.
RESTRIZIONI
Da quanto filtrato non si è trattato di una discussione lineare. Molto forte il pressing della cancelliera tedesca Angela Merkel: occorre armonizzare più coerentemente le restrizioni interne a ogni Paese, altrimenti a un certo punto non resterà che la soluzione della chiusura delle frontiere. I Ventisette sono alle prese con la paura di un inasprimento della crisi sanitaria a causa delle varianti britannica e sudafricana del Covid-19. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha avvisato: «Le prossime settimane e i prossimi mesi saranno ancora duri». Ieri è arrivata la raccomandazione dell'Agenzia europea per il controllo e la prevenzione delle malattie: occorre una nuova stretta per impedire che le mutazioni del virus viaggino tra i Paesi dell'Unione. Per la Commissione «è necessario un migliore coordinamento per la gestione dei viaggi interfrontalieri, qualsiasi restrizione della libertà di movimento deve essere proporzionata e non discriminatoria: la chiusura a tappeto delle frontiere non ha senso». Angela Merkel vuole una decisione chiara: «Se un Paese in cui l'incidenza del virus è due volte più alta di quella in Germania e apre tutti i negozi e le attività che invece da noi sono chiusi, allora c'è un problema». La chiusura unilaterale delle frontiere interne viene agitata come rischio in assenza di una linea comune. Berlino vuole un coordinamento stretto dei test obbligatori per i viaggiatori transfrontalieri. Intanto gli Stati hanno definito un quadro comune per il mutuo riconoscimento dei test rapidi antigene e Pcr (proteina C reattiva). Per molti leader, indica una fonte Ue, «occorrono restrizioni sui viaggi non necessari». Ma si è discusso anche delle eventuali restrizioni alle frontiere esterne: primo problema quello dei voli verso e dal Regno Unito.
PROBLEMA DI TRASPARENZA
L'irritazione per i ritardi di Pfizer/BioNTech che riguardano mezza Europa è generalizzata. La preoccupazione pure. Bruxelles ha indicato che «saranno assorbiti entro metà febbraio, da lunedì le consegne torneranno al 100% delle dosi previste per ogni settimana». Si scopre che c'è un serio problema di trasparenza, però gli Stati conoscono nei dettagli le parti secretate dei contratti. Per l'Europarlamento la trasparenza è insufficiente. Altro problema aperto, il rifornimento di siringhe speciali per prelevare la sesta dose dalle fiale del vaccino Pfizer/BioNTech. Infine il certificato di vaccinazione Ue, condizione posta dalla Grecia per la stagione turistica: non c'è consenso, diversi Stati sono contrari a decidere adesso (la Francia per esempio) perché la vaccinazione è appena cominciata, altri per la privacy. Entro il mese la Commissione presenterà una proposta.
Antonio Pollio Salimbeni
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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