Le ultime ore di Sofiya: un gelato, poi l'omicidio

Giovedì 28 Dicembre 2017
Le ultime ore di Sofiya: un gelato, poi l'omicidio
IL GIALLO
TREVISO Più che un puzzle, un mosaico. In cui le tessere si incastrano a fatica, ma che alla fine, da lontano, riescono a dare un immagine nitida dell'insieme. L'ultima inserita nel giallo sulla morte di Sofiya Melnyk, la 43enne interprete ucraina di Cornuda ritrovata cadavere la vigilia di Natale tra i tornanti del Grappa, ad oltre un mese dalla sua scomparsa, è quella di un gelato. Un gelato mangiato assieme al compagno a Onigo di Pederobba, poco prima di sparire nel nulla, poco prima di morire. Pascal Daniel Albanese, il 50enne toltosi la vita il 26 novembre nella villetta di via Jona in cui viveva da diversi anni la coppia, è l'unico sospettato dell'omicidio di Sofiya. Sofiya che aveva degli amanti, che voleva farsi una nuova vita, che voleva lasciare Pascal una volta per tutte. E, anzi, voleva che fosse lui ad andarsene. La data cruciale è quella del 15 novembre. Tutto accade in poche ore. Ma bisogna fare prima un passo indietro.
LA GITA IN CAMPANIA
Sofiya, dal 2009, ha un amante fisso. Un uomo facoltoso che vive in Emilia Romagna, un 70enne che ha perso la testa per lei e che l'ha foraggiata in più occasioni, anche per acquistare la villetta in cui vive con Pascal. Al 70enne dice che è semplicemente suo cugino. Ma ci sono altri amori. Imprenditori, dottori, e di recente si è aggiunto il medico radiologo per il quale ha deciso di fare il passo che con gli altri non si è sentita di fare: lasciare Pascal, mettersi con il nuovo amore, e magari avere un figlio. Sofiya, la prima settimana di novembre, è a Napoli. Trascorre alcuni giorni di vacanza in Campania e, di ritorno, si ferma in Emilia, dal 70enne. È martedì 14 novembre: gli dice che la storia fra loro è finita. Lui le chiede di ritornare nel fine settimana, per parlare ancora. Poi Sofiya riparte per il Veneto. Destinazione Montebelluna, per riabbracciare il suo nuovo amore, con il quale passa la notte.
LE ULTIME ORE
È mercoledì 15 novembre. Sofiya dice al medico che deve vedere Pascal. «Dobbiamo incontrare un investitore» gli spiega. Forse è una bugia. Poco dopo, la donna incontra un'amica, al mercato, e poi passa per casa a Cornuda, in via Jona. Potrebbe essere stato questo il momento in cui Pascal torna sulla questione, sul fatto che la 43enne voglia porre fine alla loro relazione che dura da 16 anni. Pascal già si era infuriato per questo. E Sofiya l'aveva detto a un'amica. I due escono con la Renault Megane della donna. È Pascal a confermarlo ai carabinieri due giorni dopo, quando viene convocato in caserma assieme alle amiche e ai due amanti della 43enne. Il geologo è venuto su dall'Emilia e ha denunciato la scomparsa di Sofiya. Pascal afferma che avevano deciso di andare a mangiare un gelato, ma indica un bar sbagliato, dalle parti di Cornuda. C'è uno scontrino, emesso alle 17.30, che li colloca alla gelateria di Onigo di Pederobba. E poi l'immagine di una telecamera che riprende l'auto di Sofiya, attorno alle 18.30, diretta verso il Monte Grappa. Poche ore dopo la bella 43enne, secondo gli investigatori, è già morta. Alle 20.19 dal suo cellulare parte un messaggio. È per l'amato medico, al quale disdice l'appuntamento a cena per la sera stessa: «Devo vedere un'amica che è in crisi. Bacioni». A scriverlo non sarebbe stata lei. «Non avrebbe mai usato quel termine: bacioni» spiegano le amiche agli investigatori. Il sospetto è che sia stato Pascal, per prendere tempo. E che da Pederobba possa aver raggiunto il terzo tornante del Grappa, dove si sarebbe liberato del corpo di Sofiya, recuperato solo 4 giorni fa, dopo la segnalazione di due cacciatori, ormai dilaniato dagli animali e dal tempo. La Megane ritrovata a Maser (le cui chiavi però erano a casa, in via Jona), ai piedi della forcella Mostaccin, sarebbe stato dunque solo un depistaggio, un modo per far perdere tempo agli investigatori in quelle prime ore dopo la scomparsa ancora non denunciata di Sofiya, quando una vicina di casa di Pascal vide una grande quantità d'acqua uscire dal garage, come se avesse lavato, di notte, qualcosa. Il 50enne, il giorno dopo, aveva fatto inoltre di tutto per sminare le preoccupazioni del geologo, che al telefono gli chiedeva dove fosse Sofiya e al quale rispose: «Non preoccuparti, fa sempre così, la cerco io».
Alberto Beltrame
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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