LE REGOLE
ROMA Poco più di 4 milioni di beneficiari dei vari bonus 600 euro

Lunedì 10 Agosto 2020
LE REGOLE
ROMA Poco più di 4 milioni di beneficiari dei vari bonus 600 euro destinati ad alleviare le difficoltà dei lavoratori autonomi colpiti dalla crisi Covid, oltre che degli appartenenti ad altre categorie minori. Su un totale di oltre cinque milioni di domande presentate. Chiedersi se il beneficio messo a punto dal governo abbia affettivamente raggiunto coloro che più avevano bisogno è del tutto naturale. La risposta è complessa e per fornirla in modo esaustivo serviranno probabilmente analisi più approfondite, da portare a termine quando tutta l'operazione sarà effettivamente. Ma lo stesso numero di domande respinte, unito a quello di coloro che la richiesta non sono nemmeno arrivati a farla, alimenta il dubbio che i 600 euro erogati per i mesi di marzo e aprile, senza nessun vincolo di reddito o di perdita nella propria attività economica, abbiano raggiunto cittadini che non avevano uno stretto bisogno: magari non necessariamente, ma appartenenti al ceto medio o medio-alto che hanno semplicemente saputo sfruttare l'occasione fornita loro dalla norma messa a punto dal governo.
Una norma, quella originaria del decreto Cura-Italia, che non prevedeva limiti verso l'alto: le condizioni richieste erano l'iscrizione alla gestione separata dell'Inps (o a quelle di commercianti e artigiani per i lavoratori autonomi) e il non essere pensionati. Verso il basso invece operava invece l'incompatibilità con il reddito di cittadinanza. Va ricordato che in particolare i professionisti beneficiari di questa indennità Inps erano quelli non iscritti agli Ordini professionali, per i quali invece un analogo bonus è stato erogato dalle rispettive Casse previdenziali private, ma con vincoli legati sia al reddito sia alla perdita subita nei mesi del lockdown rispetto a quelli del 2019. Un'analoga condizione da dimostrare con autocertificazione - ma solo riferita alle perdite - è stata posta anche per il bonus in questione, quello percepito anche dai cinque deputati: esclusivamente però per la terza rata da 1.000 euro, quella pagata in riferimento al mese di maggio.
Naturalmente nelle concitate settimane di marzo in cui il governo ha approvato i provvedimenti e poi ha iniziato a progettarne l'attuazione in larga parte attraverso l'Inps, la previsione di un paletto reddituale avrebbe potuto ulteriormente complicare le modalità operative, in un momento in cui la richiesta generale era quella di fare presto. Di fatto però la fase operativa è stata ugualmente accompagnata da grandi difficoltà e polemiche. Nonostante l'impegno a livello politico ad evitare un click day, centinaia di migliaia di potenziali interessati si sono affollati ai rispettivi pc al momento in cui è stato possibile inoltrare la domanda per via telematica. Con un duplice risultato: creare il caos per gli interessati, con l'ulteriore beffa della fuoriuscita di nominativi degli interessati evidentemente coperti da privacy (che l'istituto di previdenza attribuì all'opera di hacker) e magari scoraggiare coloro che meno al corrente della normativa, meno pratici della gestione telematica di domande e magari di informatica in generale, potrebbero aver proprio rinunciato al beneficio.
LA DISCUSSIONE
L'esigenza di prevedere dei limiti di reddito per il riconoscimento dei sostegni Covid era stata avanzata a livello politico anche nelle settimane successive, durante la discussione parlamentare dei vari provvedimenti governativi. Ma in quella sede non ne fece nulla e come già detto i primi sbarramenti furono inseriti solo con il decreto Rilancio. Per quanto riguarda in particolare i lavoratori autonomi, commercianti e artigiani, la gestione degli aiuti fu trasferita dall'Inps all'Agenzia delle Entrate, sotto forma di contributi a fondo perduto legati alla caduta del fatturato.
Luca Cifoni
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci