Le poltrone venete

Sabato 14 Settembre 2019
Le poltrone venete
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
VENEZIA Alla vigilia della formazione dell'esecutivo giallorosso, i dem veneti si erano sgolati nel supplicare i vertici nazionali del Partito Democratico di non lasciare al Movimento 5 Stelle la rappresentanza territoriale del Nordest. Una preghiera esaudita solo al secondo giro, ma tant'è, fra i 18 sottosegretari del Pd, ci sono un vicentino e due veneziani, per cui il segretario Alessandro Bisato ringrazia: «Aumenta il peso specifico della nostra regione nel governo del Paese». Ma per quanto di peso siano l'Interno (ad Achille Variati) e l'Economia (a Pier Paolo Baratta), indubbiamente la delega all'Editoria incardinata nella Presidenza del Consiglio fa entrare Andrea Martella nel cuore della macchina politico-istituzionale di Palazzo Chigi.
GIOVANE E VECCHIO
Martella ha compiuto da poco 51 anni, ma ha debuttato in politica quando c'era ancora il Pci, tanto da essere stato l'ultimo segretario della Fgci. Cose che capitano a chi si ritrova ad essere il più giovane dei vecchi, ma anche il più vecchio dei giovani: assessore a 22 primavere e vicesindaco a 27, sempre nella sua Portogruaro, anche se adesso abita a Mestre. Una laurea in Filosofia, un primo lavoro da funzionario del partito, vari incarichi di responsabilità nel Pds e nei Ds, quattro legislature da deputato in quello che è poi diventato il Pd. Eletto per la prima volta alla Camera nel 2001, Martella è stato riconfermato nel 2006, nel 2008 e nel 2013, mentre nel 2018 non si è ricandidato. Ma in questo anno e mezzo fuori da Montecitorio, il dem non è stato lontano dalla politica: già coordinatore della mozione di Andrea Orlando alle primarie del 2017, dopo le ultime consultazioni di base è diventato il numero uno della segreteria del Pd guidato da Nicola Zingaretti, con il quale ha gestito anche la delicata trattativa che ha condotto all'alleanza demostellata.
LA LIBERTÀ
Un banco di prova pure per lui, oltretutto in un settore che è stato conteso fino all'ultimo dal M5s, ma nel quale promette di dare un segnale di discontinuità rispetto al suo predecessore Vito Crimi, convinto com'è da sempre che le conoscenze acquisite attraverso i libri, la lettura, lo studio e l'informazione siano conquiste di libertà e che la valorizzazione di questa ricchezza debba essere tra i cardini di uno Stato democratico. «Con queste bussole Andrea ricoprirà l'incarico che gli è stato conferito», assicura chi lo conosce bene, riferendo che Martella sarebbe determinato a continuare a guardare con un occhio di riguardo, seppure da Roma, sia a Venezia che al Veneto, sulla scia dell'impegno profuso nell'attività parlamentare in materia di legge speciale, salvaguardia, Porto Marghera, chimica, città metropolitana, Biennale, lui che in quegli anni è stato componente delle commissioni Attività Produttive, Ambiente e Infrastrutture, referato quest'ultimo di cui era stato ministro nel Governo-ombra di Walter Veltroni, l'antico mentore con cui condivide non solo la passione politica ma anche quella calcistica.
IL BIANCO E IL NERO
Entrambi sono infatti grandi tifosi della Juventus e oltretutto Martella è pure l'anima del centrocampo della Nazionale Parlamentari. O meglio, lo sarebbe, visto che con l'età il tennis pare aver soppiantato il calcio, nonostante il bianco e il nero rimangano i colori del suo cuore. Bianca sarà anche la camicia che il 51enne indosserà lunedì per il giuramento al Quirinale («Tu sei innatamente elegante», l'ha vezzeggiato ieri un collega), al quale parteciperà insieme agli altri dem veneti. Martella, Baretta e Variati, guarda caso i tre cognomi che circolavano a Palazzo Ferro Fini come possibili candidati per le Regionali 2020: ora che sono stati nominati sottosegretari, chissà se la strada sarà spianata per il capogruppo uscente Stefano Fracasso.
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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