LE MISURE
TRIESTE I confini minori fra Italia e Slovenia non saranno chiusi:

Mercoledì 5 Agosto 2020
LE MISURE
TRIESTE I confini minori fra Italia e Slovenia non saranno chiusi: sono troppi i passaggi che consentono di attraversare la vecchia frontiera da Tarvisio fino a Muggia e anche il blocco di alcuni valichi nelle ore notturne rischierebbe di produrre scarsi risultati nel tentativo di ridurre i flussi di migranti irregolari provenienti dalla rotta balcanica. La notizia è emersa nel corso di un incontro informale fra la ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, e le parlamentari Pd del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani e Tatiana Rojc, che avevano sollecitato un'azione urgente all'Est del Nordest.
LO SCONTRO
Immediata e durissima la reazione del presidente della Regione, Massimiliano Fedriga (Lega): «La decisione del Governo, in contrasto con il parere tecnico di Prefetture, Questure e Procure, appare estremamente grave poiché si continuerà a consentire di fatto l'ingresso di immigrati irregolari in Friuli Venezia Giulia». Non solo: «Qualora si riscontrassero ulteriori contagi causati dai flussi migratori - prosegue Fedriga - ognuno sarà chiamato ad assumersene piena responsabilità, anche sotto il profilo sanitario». Secondo il governatore, infine, «sorprende che i parlamentari del Pd regionale, anziché tutelare il nostro territorio, vogliano trasformare il Fvg in un centro d'accoglienza per clandestini: un approccio ideologico irresponsabile che pone a repentaglio la salute e la sicurezza della nostra gente. Stiano comunque certi che la Regione regionale non starà a guardare».
Il Governo rafforzerà l'attuale contingente di 100 militari già in fase di dislocamento sulla fascia confinaria con la Slovenia, sebbene per il momento dal Viminale non arrivino numeri precisi. Infatti «il ministro Lamorgese sta seguendo con molta attenzione gli sviluppi della rotta balcanica al confine orientale d'Italia annotano Serracchiani e Rojc e in particolare le esigenze del territorio del Fvg in un frangente molto delicato». La chiusura notturna dei valichi minori era stata chiesta a gran voce dalla Lega, di fronte non soltanto all'emergenza di un sempre più massiccio afflusso di migranti sul territorio regionale, ma ancor più davanti al rischio di arrivi incontrollati di persone colpite dal Covid 19. Lo stesso presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, aveva invitato pressantemente il Governo a «far rispettare le regole e tutelare la salute dei cittadini».
NUOVA STRATEGIA
Ma come sta cambiando la modalità di arrivo dei migranti, evidentemente sulla scorta di organizzazioni criminali ben rodate? Finora la maggior parte degli arrivi di migranti irregolari avveniva sul Carso triestino o goriziano e in effetti il fenomeno non è del tutto scomparso. Ma attualmente funzionano le pratiche per il respingimento, come sta avvenendo per l'ultimo arrivo a piedi dall'area della Val Rosandra (San Dorligo della Valle) di una cinquantina di migranti: se le autorità italiane riescono a individuare gli stranieri in arrivo entro una fascia territoriale di 10 chilometri dal confine, il respingimento è praticabile senza particolari formalità e i migranti vengono restituiti alla Polizia slovena. Ma nessun migrante (e nessun trafficante) desidera una soluzione del genere, ovviamente. Per questo motivo di recente è cominciato il fenomeno di arrivi di gruppi di migranti con furgoni e minivan che passano il confine di notte più a nord, non avvalendosi necessariamente di valichi istituzionali ma spesso anche di piste forestali o agricole, che peraltro abbondano. I migranti vengono sbarcati non lontano da Udine e in ogni caso a ben oltre i 10 chilometri che consentono i respingimenti. A quel punto, l'Italia se li deve tenere e istruire le pratiche relative alle loro richieste d'asilo. Non solo: sono sempre assai numerosi i giovani stranieri che si dichiarano minorenni, soli e senza documenti. Per loro l'espulsione non è possibile se non dopo la maggiore età accertata. Il più delle volte la burocrazia e la realtà sul campo consentono a questi giovani di rimanere in Italia per tempi indefiniti e forse per sempre.
RETROVALICO
Ora il Governo, con l'assegnazione di un ulteriore contingente di personale militare, spera di rendere adeguata la sorveglianza di retrovalico mediante pattugliamenti sistematici del territorio del Friuli Venezia Giulia che si trova a ridosso del confine con la Slovenia. Ma è chiaro che se la tendenza dovesse trovare conferma, sarà necessario preordinare trasferimenti puntuali di migranti in altre aree del Paese, stante la saturazione della ex caserma Cavarzerani di Udine e di altre strutture. Quella di Udine è stata teatro in questi giorni di rivolte a causa del regime di quarantena al quale sono stati sottoposti gli oltre 500 ospiti dopo che un migrante era stato trovato positivo al tampone Covid. Una parte dei militari in arrivo sarà adibita proprio alla sorveglianza della caserma udinese e di altri centri di raccolta dei migranti.
Maurizio Bait
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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