LE ELEZIONI
ROMA Con ogni probabilità il voto delle regionali del Molise

Lunedì 23 Aprile 2018
LE ELEZIONI
ROMA Con ogni probabilità il voto delle regionali del Molise di ieri sarà l'ennesima dimostrazione di quanto, secondo gli osservatori, l'elettorato italiano sia diventato mobile e opportunista. Opportunista non in senso negativo ma piuttosto capace di spostarsi in massa da un polo politico all'altro con il voto che ritiene più utile in quel momento e per ogni tipo di elezione. Fuori di metafora la prima domanda cui sono chiamati a rispondere gli elettori molisani è: confermeranno la vittoria (44,8% dei voti) riservata al M5S alle politiche del 4 marzo oppure torneranno a rivolgersi al centrodestra (dato come più probabile) o al centrosinistra che negli ultimi lustri hanno governato la Regione?
I rari sondaggi effettuati nelle scorse settimane fanno pensare ad un testa a testa fra M5S e centrodestra. Ma nel recente passato il comportamento effettivo degli elettori molisani non conferma queste previsioni poiché alle regionali hanno indicato un vincitore netto.
L'esempio più clamoroso è quello delle elezioni del 2013, quando politiche e regionali si tennero nello stesso giorno (come è accaduto per la Lombardia e il Lazio a marzo). Ebbene il 24 febbraio del 2013 i molisani per le politiche si divisero alla pari per i tre poli: 29% al centrosinistra di Bersani; 28,5% al centrodestra di Berlusconi e 27,7% al M5S di Beppe Grillo. Nello stesso giorno alle Regionali il centrosinistra prese il 50,2% dei voti aggiudicandosi la Regione mentre i voti per i 5Stelle furono pari solo al 12,2%. Il centrodestra perse un paio di punti rispetto alle politiche.
La più che discreta affluenza registrata ieri (39% alle 19) farebbe pensare che le filiere dei ras locali continuano a contare molto. Del resto il fenomeno della forte differenza fra i risultati delle politiche nazionali e quelle delle elezioni regionali non è nuovo, soprattutto nel centro-sud. Senza andare tanto lontano, il 4 marzo il Pd nel Lazio ha perso le politiche ma ha vinto le regionali. A sorpresa nella sola città di Roma i voti raccolti dalla lista Pd alle regionali sono stati 260.000 contro i 250.000 riservati alla lista regionale M5S.
FISIONOMIA
Questa volta però le elezioni molisane hanno assunto una fisionomia anche nazionale. Non a caso i leader nazionali hanno battuto palmo a palmo il territorio. Per M5S e il centrodestra, capitanato da Salvini, la posta in gioco è alta e si parte dai numeri del 4 marzo: M5S con il 44.79% e 78 mila voti, centrodestra 28,9% e 51 mila voti. In mezzo l'incognita del centrosinistra, che nel Molise si presenta con 5 liste alleate compresa quella dei bersaniani di LeU, che riparte dalla debacle del 18,1% con 31 mila voti mentre nel 2013 il presidente uscente Paolo Frattura raccolse 85 mila voti.
Sulla carta non ci sarebbe partita ma il voto amministrativo, come detto, può riservare sorprese. I ras locali hanno un peso notevole: tra questi l'europarlamentare Aldo Patriciello, che 5 anni fa portò i suoi 14 mila voti in dote al centrosinistra e che stavolta è ritornato nella casa madre di centrodestra con una propria lista.
Ma avranno un loro peso anche quegli 8 mila voti di sinistra che il 4 marzo si sparpagliarono tra Leu e Potere al Popolo che in parte finiranno al M5S visto come baluardo antidestra.
E la Lega? Riparte dal 8,67% e 15 mila voti delle politiche e non fa mistero di tentare l'opa nei confronti di Forza Italia.
Il centrodestra candida un commercialista, Donato Toma, appoggiato da 180 candidati distribuiti in 9 liste: e sull'esercito dei candidati portatori di voti si appuntano le speranze per la clamorosa crerscita elettorale.
Anche perché in Molise - 330 mila al voto, ma ben 78 mila sono residenti all'estero e difficilmente verranno a votare - ci sono addirittura 136 comuni e le liste che appoggiano Toma hanno sparpagliato i candidati come non mai.
Solo 20 i candidati della lista M5S per Andrea Greco, 33enne laureato in legge che negli ultimi 5 anni ha fatto il portaborse di un deputato regionale M5S ora diventato parlamentare. E 100 per le 5 liste che appoggiano il candidato di centrosinistra Carlo Veneziale, assessore uscente del Pd.
Diodato Pirone
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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