LE CERIMONIE
BERLINO La Germania ha commemorato il 30/mo anniversario della

Domenica 10 Novembre 2019
LE CERIMONIE
BERLINO La Germania ha commemorato il 30/mo anniversario della caduta del Muro di Berlino: giornata di festa, musica e allegria malgrado la pioggia, ma anche giornata di memoria. Il 9 novembre è infatti anche la ricorrenza della Notte dei Cristalli, il pogrom nazista del 1938 in cui migliaia di sinagoghe, luoghi di culto, case e negozi di ebrei furono dati alle fiamme in tutta la Germania, in Austria e in Cecoslovacchia. Ragion per cui il 9 novembre 1989, data molto più sentita dai tedeschi, non fu proclamato Festa nazionale bensì il 3 ottobre, giorno dell'Unificazione nel 1990. La doppia ricorrenza non poteva essere ignorata dalla cancelliera Angela Merkel, che ha presenziato alla cerimonia centrale a Berlino assieme al presidente Frank-Walter Steinmeier, il presidente del Bundestag Wolfgang Schäuble e i colleghi dei quattro Paesi dell'Est che ebbero un ruolo importante nel processo che portò all'Unificazione tedesca, Polonia, Ungheria, Repubblica ceca, Slovacchia.
I DISCORSI
«Il 9 novembre - ha detto la Merkel al memoriale nella Bernauer Strasse, dove un tempo correva la striscia della morte ai piedi del Muro- è il giorno che rispecchia con forza sia i momenti felici che terribili della nostra storia, ci ammonisce che dobbiamo contrastare energicamente l'odio, il razzismo e l'antisemitismo. E anche che dobbiamo fare tutto quanto in nostro potere per difendere la libertà e la democrazia, i diritti umani e lo stato di diritto. Il 9 novembre è un giorno del destino della storia tedesca. ma il crollo del Muro nel 1989 dimostra che nessun muro che rinchiude gli uomini e li priva della libertà è tanto alto o largo da non poter essere abbattuto».
La Merkel, una tedesca dell'Est che a Est, da diverso tempo, viene contestata soprattutto per la sua politica sulla migrazione su spinta di movimenti estremisti e nazionalisti come il partito di estrema destra AfD, è stata accolta invece alla cerimonia con entusiasmo dalla gente. La cancelliera ha stretto tante mani e si è intrattenuta con diverse persone compreso il piccolo Theodor di cinque anni al quale ha spiegato che il Muro era stato costruito «perché la gente non scappasse. Alla tua età - ha detto- potevo vedere mia nonna dall'altra parte del Muro solo una volta l'anno»
Anche il presidente Steinmeier si è appellato a battersi per la democrazia e ad abbattere i nuovi muri. Il capo dello Stato aveva invitato i colleghi dei quattro paesi del gruppo di Visegrad, Andrzej Duda, Janos Ader, Milos Zeman, Zuzana Caputova, come tributo al ruolo avuto, assieme alla Perestrojka di Gorbaciov, trenta anni fa. «Senza il coraggio e il desiderio di libertà della Polonia e dell'Ungheria, dei cechi e degli slovacchi le rivoluzioni pacifiche nell'Est Europa e l'Unità tedesca non sarebbero state possibili».
Il Muro che ha fatto tante vittime è caduto una volta per tutte «ma nel nostro Paese sono sorti nuovi muri: muri di frustrazione, di rabbia e odio, silenzio e straniamento, muri che non si vedono ma che dividono lo stesso», ha detto invitando ad abbatterli tutti.
Poi musica e proiezioni davanti alla Porta di Brandeburgo. Clou l'esecuzione della Quinta di Beethoven, la Sinfonia del destino, del maestro Daniel Barenboim con la Staatskapelle. Il grande Viale del 17 giugno era strapieno. Spettacolare l'installazione dell'artista americano Patrick Shearn, Visions in motion, con messaggio di speranza.
Flaminia Bussotti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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