Le Camere verso la paralisi Giustizia, riforma in bilico

Martedì 19 Gennaio 2021
IL FOCUS
ROMA L'ex sottosegretario Scalfarotto nella sua borsa aveva una pila di documenti «con tutte le leggi che abbiamo votato turandoci il naso. E' chiaro che ora non diremo più sì a scatola chiusa». Il senatore Cucca, ago della bilancia nella Commissione Giustizia di palazzo Madama, già pregusta il giorno in cui tornerà ad essere decisivo: «Sarà divertente, qui non passerà più nulla». E così tutti i parlamentari di Iv sotto traccia meditano il momento della vendetta. «Perché se Pd e M5s non aprono di nuovo allora sarà il Vietnam in Commissione», il refrain.
Sullo scostamento di bilancio no problem e neanche sul dl ristori, ma sono tanti i provvedimenti sui quali i rosso-gialli rischiano di scivolare qualora non arrivasse una ricomposizione con Italia viva. Renzi per tenere unito il gruppo ha ribadito che sulle leggi che servono all'Italia non mancherà il suo semaforo verde. Ma sul resto «mani libere». Convergenza possibile con il centrodestra sulla legge elettorale per bloccare l'impianto proporzionale con le soglie al 5%, barricate sugli altri decreti, muro sul capitolo giustizia. Anzi è proprio sulla riforma della prescrizione che si pensa già al blitz.
Fino a quando non sarà chiaro il quadro all'interno della maggioranza non accadrà nulla ma non è solo l'azzurro Costa che sta pensando a come sgambettare i provvedimenti portati avanti dal Guardasigilli Bonafede. In Commissione a Montecitorio c'è la riforma del processo penale, al Senato quella sul processo civile e sulla magistratura ordinaria. Anche nel fronte rosso-giallo c'è il convincimento che la navigazione, qualora Conte dovesse continuare nel suo disegno di un governo di minoranza, non sarà certamente facile. «Basta spiega un senatore del Pd che Iv promuova un emendamento sul dl ristori per favorire le Partite Iva e noi andiamo sotto».
I PESI
A Montecitorio Tabacci ha raccolto undici deputati, punta ad allargare il fronte per la composizione di un gruppo ad hoc. Per far partire il gioco del riequilibrio nelle commissioni. Il gruppo misto potrebbe avere più peso, Iv che ha perso due deputati rischia di perdere qualche pedina nelle commissioni, ma i numeri restano comunque ballerini. In commissione Giustizia della Camera, la maggioranza ha 22 deputati, compreso il presidente Perantoni; il centrodestra ha 19 deputati, Iv ne conta 3, 1 di Azione-Piu' Europa e poi c'è la deputata Piera Aiello non iscritta ad alcuna componente del Misto. Se i 3 di Iv e Azione o la deputata Aiello dovessero votare contro, la maggioranza si ritroverebbe in minoranza. Situazione simile in commissione Affari costituzionali: la maggioranza, compreso il presidente, conta su 24 deputati; il centrodestra ne ha 20, 1 di Azione-Piu' Europa, 3 di Italia viva. Dunque, se Iv e Azione votassero contro la maggioranza, si andrebbe in parità, il che farebbe prevalere, sulla base del regolamento, i voti contrari. La prima vittima potrebbe essere proprio quella legge elettorale proporzionale evocata dal premier Conte.
Stesso discorso al Senato: in commissione Bilancio, ad esempio, dove a breve si dovrà esaminare il Recovery plan e stilare la Relazione da presentare all'Aula, la maggioranza, compreso il presidente, conta 13 senatori; il centrodestra 11, 2 di Iv. Se i renziani dovessero schierarsi in una votazione con il centrodestra, sarebbe parità e, di conseguenza, la maggioranza verrebbe battuta. Equilibri precari anche in commissione Affari costituzionali di palazzo Madama: la maggioranza conta su 11 senatori, compreso il presidente; il centrodestra ne ha 11; Iv 1 senatore, 1 Ruotolo del Misto. Anche in questo caso il voto di Iv e dell'esponente del Misto rischiano di diventare determinanti per la maggioranza. La situazione non cambia in commissione Giustizia (11 centrodestra, compreso il presidente; 12 maggioranza, 1 Iv e 1 Giarrusso del Misto). Senza contare che Italia viva guida 4 commissioni: 2 al Senato e 2 alla Camera.
In Parlamento ci sono provvedimenti come il Milleproroghe o la legge delega europea sui quali già c'è l'eventualità dell'incidente. «E' evidente che le commissioni si fermeranno», dicono nel Pd. Ultimo appello di Iv: «Conte cambi registra o c'è il pantano».
Emilio Pucci
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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