LE ACCUSE
VENEZIA Non c'è solo Perugia che ipotizza il tentativo di truffa

Sabato 20 Febbraio 2021
LE ACCUSE
VENEZIA Non c'è solo Perugia che ipotizza il tentativo di truffa e la sostituzione di persona: c'è pure Roma che procede per ricettazione. Sono due le inchieste che puntano a fare luce sull'esistenza di un mercato parallelo dei vaccini anti-Covid e sulla legittimità degli acquisti da parte delle Regioni. È il Veneto la prima (e finora unica) ad aver visto l'intervento del Nas, per l'acquisizione dei documenti relativi alle trattative intercorse: la Procura guidata da Raffaele Cantone intende accertare se ce ne siano state anche con il commercialista siciliano che aveva proposto l'affare all'Umbria, anche se dai primi riscontri questo non risulterebbe.
LA PROPOSTA
L'episodio risale al 28 gennaio, cioè alla vigilia del via libera al vaccino AstraZeneca deciso da Ema, l'ente regolatorio europeo. Secondo quanto ricostruisce il sostituto procuratore Gennaro Iannarone nel decreto di perquisizione, quel giorno il professionista contatta la Protezione civile della Regione Umbria, che lo dirotta sulla sezione Assistenza farmaceutica. La tesi dell'accusa è che il 50enne abbia indotto «in errore» la responsabile dell'ufficio, «attribuendo a sé la falsa qualità di intermediario della società Astrazeneca Internazionale, qualifica dalla quale la legge fa discendere l'effetto giuridico di consentire l'attività di contrattazione in nome e per conto della società asseritamente rappresentata ovvero di compiere attività di intermediazione commerciale». Sempre secondo il pm, il mediatore avrebbe proposto «la fornitura di vaccini anti Covid 19, asserendo falsamente che anche altre regioni italiane e Stati esteri si stavano organizzando per effettuare simili acquisti», dopodiché avrebbe annunciato «l'invio alla Regione Umbra di una lettera di intenti finalizzata all'acquisto dei vaccini». Tutto questo appunto «accreditandosi falsamente come intermediario per conto di Astrazeneca Internazionale» e dunque ingannando la funzionaria in merito «alla possibilità di procurare all'ente territoriale i vaccini», al fine di «procurarsi l'ingiusto profitto relativo alla fittizia attività di intermediazione con correlativo danno per l'ente pubblico».
LA PERQUISIZIONE
Il direttore generale Claudio Dario, già dg a Treviso e a Padova e chiamato in Umbria dall'ex assessore veneto Luca Coletto, segnala la vicenda ai carabinieri. Così all'alba del 6 febbraio, i Nuclei anti-sofisticazioni di Perugia e Catania perquisiscono la casa del commercialista in provincia di Messina, sequestrando «materiale informatico e copiosa documentazione di interesse investigativo». In questo modo emergono i riscontri su contatti avuti con altre Regioni, fra cui non ci sarebbe il Veneto, che però nel frattempo dichiara pubblicamente di aver avviato l'esplorazione del mercato. A quel punto il Nas di Treviso viene delegato a verificare le identità dei «presunti proponenti di forniture di vaccino in deroga agli accordi con le autorità centrali». La lista consegnata ieri dal dg Luciano Flor comprende una ventina di nominativi.
IL COMMISSARIO
Nelle stesse ore, la Procura di Roma apre un fascicolo dopo la denuncia presentata dalla struttura del commissario straordinario Domenico Arcuri. All'attenzione dell'aggiunto Nunzia D'Elia è un'email, mandata da tre intermediari fra cui una donna, che prometteva la fornitura del vaccino di AstraZeneca e pure dello Sputnik prodotto da Gamaleya. L'ipotesi di reato è ricettazione, fattispecie che indica l'acquisto di beni di provenienza illecita.
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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