Le accuse del volontario: «A bordo lo sapevano tutti»

Mercoledì 21 Novembre 2018
LE CARTE
ROMA Vincent Colin, che per Msf si occupava delle operazioni a terra a Catania voleva a tutti i costi capire come dovessero essere smaltiti i rifiuti sanitari dei migranti e i vestiti che potevano essere contaminati, soprattutto in caso di malattie infettive come la scabbia. Ma non ottiene risultati. «A bordo era noto», dirà Colin a verbale agli inquirenti, accusando i colleghi di Msf e raccontando come si rinviasse l'eliminazione di quel tipo di scarti, in attesa di tornare ad Augusta. Prima il volontario aveva cercato di informarsi con Gespi, la società che ha la concessione della gestione dei rifiuti nel porto di Augusta, ma poche ore dopo Francesco Gianino, il responsabile della società Msa, che per Gespi recupera gli scarti delle navi, va su tutte le furie e spiega al volontario quali accordi vigono nel porto.
LE INTERCETTAZIONI
Così a luglio 2017 Gianino rimprovera Colin: «Fate queste domande senza consultarmi, chiamando direttamente la Gespi e parlando se sono infettivi o non infettivi, voi rischiate che la spazzatura vi rimane a bordo e ve la portate voi a casa. Perché se voi parlate con un qualsiasi operaio, non con la società, con qualsiasi operaio gli parlate di infettivi, non infettivi come li considerate, l'operaio poi parla con l'altro operaio e le persone si rifiutano di venire sottobordo a prendersi la spazzatura». L'imprenditore sostiene che il rischio sia proprio per la Ong: «Ci sono degli equilibri talmente sottili ormai consolidati in 2-3 anni, che basta una folata di vento... Quello dice perché il piscio non è di un italiano o di un francese, ma è piscio di gente che possono avere malattie infettive. Me lo classifica come pericoloso o infettivo e arriviamo anche noi a 54.000 euro».
IL VERBALE
Quanto emerge dalle intercettazioni Colin l'ha confermato: «In occasione di quell'approdo a Salerno, il deputy Capo missione Michele Trainiti mi contattò al telefono chiedendomi di verificare il prezzo relativo allo smaltimento dei rifiuti ad Augusta. Ho contattato la ditta Gespi di Augusta nella persona di un certo Mirko di cui non ricordo il cognome, il quale, però, alle mie domande sulla separazione e classificazione dei rifiuti mi ha riferito di rivolgermi direttamente agli agenti. Più tardi mi ha contattato lo stesso Gianino, intimandomi di non chiamare più la Gespi al fine di non compromettere gli accordi preesistenti». Così nonostante Colin facesse presente il problema, Trainiti, adesso iscritto sul registro degli indagati «mi ha indicato di predisporre comunque quanto necessario per lo svolgimento dei predetti servizi portuali nel successivo scalo tecnico ad Augusta. Non essendo d'accordo su tale decisione, ho parlato di quanto accaduto con Cristina Lomi. Però ho capito che tale argomento era già noto a bordo».
Valentina Errante
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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