Lavoro, primo sì dell'Ue ai 27 miliardi per l'Italia Si riapre la partita Mes

Martedì 25 Agosto 2020
GLI AIUTI
ROMA Arrivano dall'Europa i primi fondi per fronteggiare la crisi innescata dalla pandemia. In attesa dei 209 miliardi del Recovery Fund e forse dei 36 miliardi del Fondo salva Stati (Mes) richiesti da tutti, tranne che dai 5Stelle e di riflesso dal premier Giuseppe Conte, la Commissione europea ha stanziato 27,4 miliardi di prestiti, a tassi di interesse molto più bassi di quelli che il Tesoro spunterebbe sui mercati, grazie al programma Sure: fondi per affrontare «improvvisi aumenti della spesa pubblica per preservare l'occupazione». In altre parole, 27,4 miliardi per finanziare la cassa integrazione e gli altri interventi con cui preservare i posti di lavoro ai tempi del Covid-19.
Ora la palla passa al Consiglio europeo. Ma salta già agli occhi che all'Italia, in base allo schema disegnato dai commissari Paolo Gentiloni (Affari economici) e Nicolas Schmit (Lavoro), va la fetta più grande degli 81,4 miliardi complessivi del Sure. Seguono Spagna e Belgio, rispettivamente con 21,3 e 7,8 miliardi. Come ha spiegato la portavoce per l'Economia, Marta Wieczorek, non è possibile dare la data precisa in cui i fondi verranno erogati. Prima di tutto, le proposte della Commissione andranno adottate dal Consiglio europeo. E poi, affinché i fondi vengano effettivamente distribuiti agli Stati che ne hanno fatto richiesta, occorre che prima «venga finalizzato il sistema delle garanzie», vale a dire le somme che i Ventisette devono stanziare per consentire alla Commissione di raccogliere capitali sul mercato, emettendo bond. «In questo momento le garanzie sono state fornite dalla vasta maggioranza degli Stati membri, ma non da tutti», ha spiegato la portavoce. Quindi, la Commissione potrà rendere effettivo il programma Sure solo «una volta che tutti i Paesi dell'Unione avranno sottoscritto i rispettivi accordi bilaterali di garanzia con la Commissione». L'iter però «dovrebbe essere completato molto presto e i fondi verranno erogati non appena le garanzie saranno disponibili».
IL MECCANISMO
Il Sure garantirà prestiti a lunga scadenza (in media 15 anni) e a basso tasso di interesse: il costo preciso verrà fissato al momento del collocamento delle obbligazioni. «In pratica», ha aggiunto la Wieczorek, «la Commissione trasferirà agli Stati il tasso» che spunterà sul mercato per collocare le obbligazioni. E' quindi tecnicamente possibile che i tassi applicati ai prestiti back-to-back siano intorno allo zero, se non addirittura negativi come accade per i Bund tedeschi.
La buona notizia è stata annunciata da Gentiloni: «L'Europa è per il lavoro». Ed è stata festeggiata prima dal ministro agli Affari europei, Enzo Amendola: «La cassa integrazione europea aiuterà chi è stato colpito dalla crisi Covid. All'Italia 27 miliardi, la quota più alta». E poi dal responsabile dell'Economia Roberto Gualtieri che, assieme ad Amendola e al premier Conte, ha condotto la lunga trattativa: «È l'Europa della solidarietà e del lavoro che prende forma». «Un'altra conquista. L'impegno europeista paga e cambia le cose. Avevamo ragione noi: chi piccona e distrugge l'Europa sbaglia», chiosa il segretario del Pd, Nicola Zingaretti inquadrando nel mirino Matteo Salvini.
«La decisione della Commissione», spiega Gualtieri, «è un apprezzamento delle principali misure attuate dal governo per sostenere il lavoro e l'occupazione. Grazie a questo finanziamento il risparmio per le casse dello Stato nell'arco dei 15 anni può essere stimato in oltre 5,5 miliardi».
Le principali misure messe in campo dal governo a sostegno del lavoro e dell'occupazione vanno dalla cassa integrazione per tutti i lavoratori dipendenti, alle indennità per gli autonomi di vario tipo, i collaboratori sportivi, i lavoratori domestici e quelli intermittenti, dal fondo perduto per autonomi e imprese individuali al congedo parentale, dal voucher baby sitter alle misure per i disabili, dal credito di imposta sanificazione a quello Adeguamento Covid.
La rapidità con cui si è mossa Bruxelles, renderà più forte il pressing per incassare anche i 36 miliardi del Mes con cui rafforzare il sistema sanitario nazionale. Il Mes è chiesto dal Pd, dal ministro della Salute e di Leu Roberto Speranza, da Matteo Renzi. Oltre che dai presidenti di Regione (che sono responsabili della Sanità), da Confindustria e dai sindacati. Ma i 5Stelle continuano a fare muro («il sì al Sure non prelude ad alcuna apertura al Mes») e Conte rimanda il redde rationem «a quando saranno chiare le esigenze di cassa». Il timore: non avere i numeri in Senato, neppure con il soccorso di Forza Italia, per far passare l'adesione al Fondo salva Stati.
Alberto Gentili
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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