LA VICENDA
CORNUDA Un 20enne, nudo e in stato confusionale, apre la porta di

Sabato 11 Luglio 2020
LA VICENDA CORNUDA Un 20enne, nudo e in stato confusionale, apre la porta di
LA VICENDA
CORNUDA Un 20enne, nudo e in stato confusionale, apre la porta di un appartamento ai pompieri che cercano di abbatterla perché dall'interno proviene un fortissimo odore di benzina. È il primo atto di una torbida vicenda su cui i carabinieri coordinati dalla magistratura stanno tentando di fare piena luce. L'episodio è venuto a galla ieri mattina in una mansarda di via Manzoni a Cornuda, dove per due anni ha vissuto il 63enne V.G. originario di Pederobba. Nei mesi scorsi aveva venduto l'immobile, ma causa del Covid e con una serie di scuse vi era rimasto ad abitare temporaneamente.
DOPPIO ALLARME
La macchina dei soccorsi si è messa in moto quando alcuni vicini hanno chiamato i vigili del fuoco perché sulle scale vi era un penetrante odore di benzina. Nel frattempo al cellulare dei genitori di M.E., 20enne italiano di Quero, è arrivato un messaggio tremendo: «Sono da G., mi ha legato, mi vuole bruciare». I due si precipitano a casa di quello che fino a ieri era un amico di famiglia, che durante il lockdown avevano aiutato in più occasioni. Non vedevano il figlio da mercoledì mattina, quando era partito di buon mattino. La sera non aveva fatto ritorno, ma li aveva rassicurati con un altro messaggio: «Mi fermo a Jesolo con un'amica, tutto bene». Poi un altro ancora: «Torno venerdì». Arrivano i pompieri, stanno cercando di aprire la porta quando gli si para davanti il ragazzo nudo. Racconta che il 63enne lo ha segregato, legato, ha tentato di violentarlo e lo ha poi cosparso di benzina con la minaccia di bruciarlo se avesse tentato di reagire.
I SOCCORSI
È in profondo stato di choc, lo portano al pronto soccorso di Montebelluna. Addosso ha dei segni di legatura. A Cornuda arrivano anche i genitori, la madre accusa un malore e finisce anche lei nello stesso ospedale del figlio. Ieri sera sono stati entrambi dimessi. In condizioni molto più gravi versa invece il 63enne. Lo hanno trovato steso a terra, anch'egli con il corpo pieno di benzina ma soprattutto con una profonda ferita al capo. Esanime, è stato caricato sull'elicottero e trasferito in massima urgenza al Ca' Foncello di Treviso dove giace in prognosi riservata.
LE INDAGINI
Non può parlare V.G., perciò al momento l'unica versione che i carabinieri hanno potuto raccogliere è quella del ragazzo. Nel pomeriggio ha ricostruito l'accaduto, spiegando che mercoledì, mentre riposava dopo aver fatto visita al conoscente, questi lo aveva legato e spogliato segregandolo per due giorni senza acqua né cibo con la minaccia di bruciarlo nonché costringendolo a inviare i messaggi per non insospettire i genitori con il mancato rientro. Una versione tutta da confermare, tanto che al momento nessuno dei due risulta indagato. La magistratura procede con cautela, in primis per verificare se in quell'appartamento negli ultimi giorni fossero transitate terze persone e per capire se davvero un approccio sessuale possa aver scatenato l'istinto difensivo del 20enne, che avrebbe dunque colpito il più anziano dopo essere riuscito a liberarsi. Resta da chiarire anche la presenza in casa del liquido infiammabile e come e chi lo abbia sparso in tuta la mansarda. Le ipotesi di reato vanno dalle lesioni al sequestro di persona fino al tentato omicidio anche se non sono ancora state formalizzate. Tra i vicini pare che nessuno abbia notato movimenti o rumori particolari se non qualche tono di voce alto.
PASSATO TORBIDO
Gli inquirenti dovranno chiarire la natura del rapporto che legava M.E. e V.G., ma anche l'intera famiglia del ragazzo. Sul 63enne pesa anche l'ombra oscura di un cruento delitto commesso in gioventù quando fu accusato di aver ucciso i propri genitori negli anni Settanta. Da allora era stato adottato da un noto medico di Pederobba, che lo aveva accolto e gli aveva lasciato in eredità la sua abitazione. Da più di due anni però l'uomo non si faceva più vedere nel paese dove aveva trascorso molti anni.
Serena De Salvador
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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