La trattativa

Giovedì 13 Giugno 2019
IL CASO
ROMA Ormai i vertici di maggioranza a palazzo Chigi sono sempre alle nove. Cominciano, come al solito, un'oretta dopo, ma stavolta il tutto avviene non in notturna. Intorno ad un tavolo si ritrovano il premier Giuseppe Conte, i vice Matteo Salvini e Luigi Di Maio, il ministro dell'Economia Giovanni Tria, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro, i sottosegretari al Mef Laura Castelli e Massimo Garavaglia e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti. Un'ora abbondante di discussione su come disinnescare la richiesta di una procedura della Commissione Ue e poi, prima Matteo Salvini e poi Giovanni Tria lasciano il palazzo.
IL BINARIO
Il leader della Lega è il primo che dal tetto del Viminale, in una diretta facebook subito dopo, oltre a negare ci sia voglia di tassare le cassette di sicurezza, rassicura sull'incontro definito «molto utile». Poi, parlando del braccio di ferro in corso con Bruxelles, aggiunge però che «una Commissione uscente e vecchia non può prendere decisioni e imporre scelte e sanzioni a milioni di cittadini». Una posizione che riflette la distanza emersa poco prima, durante il vertice a Chigi, e che lo stesso Conte non esita a smentire durante il forum organizzato dall'Ansa quando dice che «non ci saranno prove muscolari» con la Commissione e che «l'Italia è ben lieta che la porta dell'Ue sia aperta, siamo sempre disponibili a confrontarci con Bruxelles, non è interesse dell'Italia subire una procedura d'infrazione».
Il presidente del Consiglio - oltre a negare l'esigenza di un rimpasto di governo - dice anche di aver tratto «un'impressione molto positiva» dalla riunione mattutina e che è «ottimista perché abbiamo impostato il lavoro, proposto la creazione di sette tavoli su dossier legati alla manovra economica». Conte ha anche indicato i sette temi sui quali si inizia a lavorare. Si va dalla spending review, alle tax expenditures, privatizzazioni, cuneo fiscale, export, flat tax e Sud. Pertanto, aggiunge «la manovra possiamo impostarla già adesso» e quindi sono molto confidente».
Conte annuncia anche che avrà domani a Malta un incontro con il presidente francese Macron e che intende inviare una lettera alle istituzioni europee «per ribadire come da un lato vogliamo rispettare il patto di stabilità e crescita», ma «dall'altro lato non vogliamo rinunciare a offrire un contributo critico alle regole Ue. È il momento - sostiene il premier - di affrontare e aggiornare le regole europee».
Sulla linea di Conte è il ministro dell'Economia Giovanni Tria che anche ieri ha frenato Salvini che voleva riproporre la flat tax pur mancando le risorse persino per blòccare gli aumenti dell'Iva. Tria, parlando poco dopo la riunione al convegno organizzato dal Messaggero, ricorda che il debito italiano è «enorme», che va abbassato per «tranquillizzare» i mercati e che ora non servirà nessuna manovra bis, anche se è necessario trovare un «compromesso» con Bruxelles. Alla vigilia dell'Ecofin che si terrà oggi a Lussemburgo, proprio dalla Commissione arriva un invito a fare presto. Il percorso formale della procedura è infatti avviato e c'è tempo fino all'8 luglio per evitare che i ministri dell'Economia dell'Eurozona condannino l'Italia a un percorso forzato di riduzione del debito. Ma per Bruxelles è tempo che il Governo metta sul tavolo qualcosa, possibilmente impegni scritti e non solo promesse di nuovi dati da presentare tra qualche settimana. «Ho detto che la mia porta è sempre aperta per discutere con le autorità italiane, questo non cambia», ma «non perdiamo tempo», ha avvertito Moscovici, ricordando che «la palla è ora nel campo italiano». L'irrigidimento della Commissione arriva dopo che ieri il numero uno di palazzo Berlaymont, Jean-Claude Juncker, ha rimarcato che l'Italia rischia di restare intrappolata «per anni» in una procedura per debito.
Prospettive, quelle del governo italiano, che agitano i sonni del leader della Lega che in serata riunisce a casa sua tutti i ministri della Lega, presente la fidanzata Francesca, avvertendo di tenersi pronti a tutto. Bermuda e camicia bianca è lo stesso Salvini a spiegare che nella riunione «abbiamo parlato di tutto, ognuno per i dossier di competenza sulle cose da fare». Flat-tax compresa.
Ma.Con.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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