LA TRAGEDIA
MARCON (VENEZIA) L'odore di bruciato ammorba l'aria. A impedire l'accesso

Lunedì 10 Giugno 2019
LA TRAGEDIA
MARCON (VENEZIA) L'odore di bruciato ammorba l'aria. A impedire l'accesso nella villetta divorata dalle fiamme al civico 3 di via Raffaello a Marcon ci sono i sigilli posti dai carabinieri, su disposizione della pm di turno. I corpi degli anziani proprietari sono stati ormai rimossi: Silvano Conte, 86 anni, e la moglie Maria Favaretto, 85, morti carbonizzati al piano terra devastato dalla furia del fuoco. Lei l'hanno trovata in camera sul letto dove era costretta da una grave infermità e con una gamba amputata. Lui in cucina, sulla poltrona dove forse si era addormentato dopo avere guardato la partita della Nazionale in tv. Le salme, ricomposte nell'obitorio del cimitero del comune della cintura urbana di Venezia-Mestre, sono a disposizione dell'autorità giudiziaria che si è riservata di procedere con l'autopsia. La speranza è che i coniugi non si siano accorti di nulla, asfissiati prima dalle esalazioni dell'incendio che pare, da una verifica iniziale, possa essersi sviluppato nel vano dell'entrata.
LE CAUSE
Difficile, nell'immediato, per i pompieri stabilire cosa abbia provocato, in maniera del tutto accidentale, la sciagura. L'ipotesi più probabile è il cortocircuito riconducibile forse al malfunzionamento di qualche elettrodomestico. Gli stessi vigili del fuoco non si sbilanciano e rinviano ogni considerazione al sopralluogo programmato per questa mattina con gli esperti del Niat, il Nucleo investigativo antincendio territoriale. Fabrizio, uno dei tre figli della coppia, fra i primi ad accorrere all'alba di ieri, non riesce a darsi pace sull'accaduto e fa riferimento a una macchinetta antizanzare, situata all'ingresso, che i genitori di solito lasciavano accesa. Anche lui come il fratello Michele e la sorella Elisabetta si affida alla perizia tecnica. Anche se in cuor suo ammette che non c'è spiegazione che potrà mai lenire il dolore e lo strazio. Nessun dei due fumava e, ne era certo, l'impianto di condizionamento era spento.
L'ALLARME
I soccorsi sono scattati all'alba. Erano all'incirca le 4.15 quando Mirko Novi, universitario 22enne di Ca' Foscari, si è alzato perché faceva caldo e voleva arieggiare le stanze. Quando nel suo appartamento al terzo piano di un condominio sul retro, ha aperto le finestre ha sentito puzza di fumo e affacciandosi dal bagno ha visto degli strani bagliori provenire da una delle case sul lato senza sbocco della stessa via in cui risiede. Intuendo che stava succedendo qualcosa di grave ha chiamato subito il 115 e si è precipitato a controllare. Cercando aiuto ha suonato i campanelli delle abitazioni confinanti. Sono scesi due inquilini della palazzina adiacente, Vasile e Fabio: sono stati loro a scavalcare la recinzione del giardino e a tentare di aprire qualche porta, ma il calore li ha respinti. La temperatura sviluppata dalle fiamme era altissima e si faticava a respirare.
Dopo pochi minuti sono arrivati i pompieri con tre squadre. Purtroppo per la coppia di pensionati non cera più nulla da fare.
Per tutti Maria e Silvano erano i nonni della via. Sorridenti, gioviali, disponibili e per i bambini avevano sempre delle caramelle. Originari di Mogliano Veneto, nel trevigiano, si erano sposati nel 1956 e a Marcon, distante una decina di chilometri, si erano trasferiti nel 1967. Maria casalinga, Silvano faceva l'idraulico. Vivevano l'un per l'altra e per i figli, questi ultimi sempre presenti nella quotidianità dei genitori. Benvoluti e conosciuti in paese, a colpire era la devozione di Silvano nei confronti di Maria, la quale nonostante la malattia, sorretta da una fede genuina, come più volte ribadito dai congiunti, non si è mai lamentata delle sue condizioni, anzi.
Monica Andolfatto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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