LA SVOLTA
ROMA Partecipando all'inaugurazione del nuovo Ponte, ieri Giuseppe

Martedì 4 Agosto 2020
LA SVOLTA
ROMA Partecipando all'inaugurazione del nuovo Ponte, ieri Giuseppe Conte ha manifestato ottimismo sull'esito del cambio di proprietà di Autostrade. Ma il premier forse ha voluto precorrere i tempi perché se sembra scontato che Atlantia ceda il controllo di Aspi, la strada è ancora tortuosa e su prezzo dell'ipo e garanzie, le parti sono uno contro l'altro. Ieri ci sono stati i consigli di Cdp e di Autostrade per le rispettive semestrali e oggi toccherà ad Atlantia approvare i conti. La Cassa, secondo il piano concordato tra i vertici della holding e il governo il 14-15 luglio, dovrà acquisire il 33% in aumento di capitale, mentre un gruppo di investitori graditi rileverà il 22%. L'informativa fatta da Fabrizio Palermo avrebbe spiegato che il negoziato è ancora lontano da una conclusione, come ha confermato la ministra Paola De Micheli, escludendo una firma domani quando i vertici di Aspi torneranno al Mit per il piano sulle tariffe. Ai consiglieri è stato genericamente detto che potrebbe esserci un cda straordinario in agosto. Nulla di più preciso.
RISCHI E RISARCIMENTI
Ieri sera avrebbe dovuto esserci una riunione fra gli uomini di Palermo e quelli di Carlo Bertazzo e Roberto Tomasi, alla presenza degli advisor finanziari e legali di Atlantia e Cdp per continuare l'esame dei vari punti controversi, tra cui prezzo della quotazione e i rischi legali e la manleva di una responsabilità in solido richiesta dalla Cassa nei confronti di eventuali conseguenze che dovessero sorgere sulle infrastrutture. Ma da Atlantia l'appuntamento è stato annullato. Comunque sarebbe stato risposto picche perché il gruppo non avrebbe goduto di alcune garanzia quando 21 anni fa rilevò la concessione dall'Iri. E la stessa cosa è accaduto tre anni fa in occasione della vendita del 7% ad Allianz e del 5% a Silk Road fund. Ma i legali di Cassa, tra i quali è comparso Michele Crisostomo, partner dello studio Rccd nonchè presidente di Enel, non vogliono sentir ragione e sul paracadute puntano i piedi.
Da parte di Atlantia - affiancata dagli studi legaali Gop e Annoni, però si fa balenare l'arma dell'azione di responsabilità che potrebbe essere brandita nei confronti del governo per quello che viene definito un vero e proprio esproprio, non motivato, pretestuoso perché Autostrade si è detta pronta a risarcire i danni causati a vari livelli. Da qui a farsi togliere la concessione per motivazioni risibili ne passa se si continua a tirare la corda.
C'è quindi black out di comunicazione che alimenta la tensione. L'ultima volta le parti si sono viste sabato scorso. E quel giorno è nata la diatriba sullo scudo legale e sulla definizione del valore delle azioni in sede di ipo che non hanno consentito di approfondire gli aspetti complessivi nuovamente in alto mare, come la struttura dell'operazione, ribaltata nel contropiano consegnato venerdì scorso da Atlantia a Cdp. Quando si sarebbe tornati indietro alla proposta di Aspi e Atlantia al governo con i quattro step, in tempi da definire.
I VALORI
Infatti, se per stabilire il prezzo dell'aumento di capitale, si potrebbe ricorrere alla scelta di periti fatta di comune accordo, stabilendo criteri rigidi per individuare una griglia di nomi, invece, ci sarebbero punti di vista divergenti sui valori della quotazione sul mercato che dovrebbe avvenire post scissione proporzionale di Autostrade a favore degli azionisti di Atlantia. E per finire, il gruppo Benetton insiste perché si faccia un'asta per la vendita del 22% a investitori. Secondo Tci, Aspi vale 11-12 miliardi, per Cdp 8-9 miliardi.
Rosario Dimito
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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