LA STRATEGIA
ROMA Per ora «siamo lisci lisci». «C'è la sostenibilità

Sabato 12 Giugno 2021
LA STRATEGIA
ROMA Per ora «siamo lisci lisci». «C'è la sostenibilità logistica, ma se dovessimo avere altri intoppi bisognerà rivedere il piano». Non è stata una giornata facile per il commissario per l'emergenza Figliuolo. Il generale, apparso quasi sommerso dalle tabelle di arrivo e somministrazione dei vaccini durante la conferenza stampa di ieri, è però riuscito a mantenere la calma nonostante i tanti stravolgimenti che attendono la campagna vaccinale italiana. Non c'è infatti solo da riprogrammare gli ingranaggi per le nuove somministrazioni agli under60 ma anche lo stop immediato alle seconde dosi di AstraZeneca e la relativa calendarizzazione del richiamo eterologo con Pfizer o Moderna. Il tutto mentre le regioni dicono addio agli open day con il farmaco anglo-svedese e mentre bisogna ancora convincere 3,5 milioni di over60 a vaccinarsi (e a questo punto farlo con AstraZeneca). «Ma sono positivo e confidente» ha rassicurato a più riprese Figliuolo.
I NUMERI
Andiamo però con ordine. Il nodo più semplice da affrontare riguarda il destino delle 15 milioni di dosi AstraZeneca attese in Italia fino a settembre. L'idea di Figliuolo è semplice: «Noi abbiamo una platea di 3,5 milioni di over60» da vaccinare con prima dose e «3,9 milioni che aspettano la seconda». Raddoppiando il numero dei primi (considerando le due dosi necessarie) e sperando che tutti decidano di vaccinarsi, si arriva a circa 11 milioni di dosi. Uno scarto che, ha spiegato il Commissario, «nel caso sarà impiegato nei Covax». E cioè sarà destinato a Paesi con capacità di spesa minima e in cui la situazione pandemica è peggiore della nostra.
Il secondo punto invece - e qui la situazione si complica - riguarda i circa un milione di italiani con meno di 60 anni che hanno già ricevuto la prima dose di AstraZeneca ed erano in attesa del richiamo a stretto giro (sarebbero almeno il doppio con richiami più a lungo raggio). Per il momento, per loro, sul fronte della seconda dose (che sarà appunto Pfizer o Moderna) è tutto bloccato. Alcune regioni hanno già iniziato ad inviare messaggi per chiedere ai cittadini di non presentarsi (lo ha fatto ad esempio il Lazio con i poliziotti in attesa o il Friuli con un comunicato della Regione) ma ovunque si punta a riprogrammare in fretta gli appuntamenti. Ciò però, dato che le scorte dei vaccini Pfizer sono minime dopo che erano state messe a disposizione anche dei 12-15enni, coinvolgerà almeno altrettanti cittadini che avevano prenotato il proprio turno per la prima iniezione di un vaccino mRna. Loro nei prossimi giorni potrebbero vedersi spostare poco più in là il proprio appuntamento per dare modo ai primi di completare il ciclo vaccinale. Slittamenti che sono il «minimo impatto sul piano» di cui ha parlato il Commissario in conferenza stampa. Impatto che però, si è anche affrettato a precisare Figliuolo, «si può riuscire ad azzerare tra il mese di luglio e agosto». D'altronde a preoccupare non è la carenza di vaccini in sé dato che per J&J le indicazioni non sono cambiate (fino a settembre ne arriveranno 17 milioni), ci saranno Pfizer e Moderna in abbondanza (quasi 40 milioni di dosi) e l'altro mRna CureVac potrebbe essere approvato a breve (6,5 milioni di dosi a settembre), quanto gli eventuali ritardi sulle consegne. «Non faccio fosche previsioni» ha aggiunto Figliuolo «ma se ci si aspetta 10 e arriva 3 credo che una sola persona potrebbe riuscire» nel miracolo, «e lo trovate nel Vangelo».
LE POLEMICHE
Intanto c'è da fare i conti con i dubbi di alcuni scienziati sulla vaccinazione eterologa. Sdoganata dal Cts con il presidente Franco Locatelli e già difesa da diversi esperti (dall'ex dg Ema Guido Rasi all'infettivologo del Policlinico Gemelli di Roma Roberto Cauda), non convince tutti. Accanto a chi lamenta i pochi studi in materia si è ad esempio schierato Massimo Andreoni, direttore di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata. «Ho forti dubbi e penso che l'esigenza di mescolare i vaccini si ponga solo per i soggetti che alla prima vaccinazione con AZ abbiano avuto rilevanti disturbi neurologici. Farlo in modo indiscriminato penso sia una esagerazione». Per l'infettivologo, che pure comprende le «esigenze delle istituzioni» ed è consapevole che sulla carta la stimolazione anticorpale con due vaccini diversi «dovrebbe funzionare», «non dobbiamo correre il rischio di inseguire nuove strategie che non siano state completamente dimostrate».
Francesco Malfetano
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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