LA STRATEGIA
ROMA «Meno male che sono uno che non legge i giornali e non

Giovedì 23 Maggio 2019
LA STRATEGIA
ROMA «Meno male che sono uno che non legge i giornali e non guarda la tv. E vivo benissimo, eh. Dopo questa volta, di sicuro, sto bene fino a dopo le Europee: non voglio rilasciare più interviste». Giancarlo Giorgetti, è appena uscito da un'ora di domande serrate davanti ai giornalisti della stampa estera (e italiana) rifiata un attimo appoggiato a un muro. La performance deve essergli costata caro: è uomo, si sa, che centellina le parole, «abituato al Palazzo», mentre il suo gemello diverso inanella una piazza dietro l'altra. Ma prima di mettersi davanti a un piatto di spaghetti aglio e olio con lo staff e gli organizzatori dell'evento, tira le somme su cosa accadrà dopo il voto.
«È naturale che queste elezioni serviranno anche a pesarci - dice il sottosegretario alla presidenza del Consiglio - a capire il gradimento degli italiani nei confronti dei due partiti di governo. Ed è naturale che se la Lega uscirà dalle urne come primo partito, tanti dossier verranno sbloccati partendo da questo presupposto, di sicuro tenendone conto». Chi vincerà guiderà sui temi bloccati? «Certo - risponde - sarebbe strano il contrario o no? Chi perde dovrebbe guidare? A questo punto mi auguro che da lunedì si andrà spediti su tanti argomenti che finora sono stati rimandati». Giorgetti ce l'ha in particolare con la Tav, oggetto di una trattativa con i grillini che ancora non ha visto prevalere una posizione sull'altra. Solo rinvii e soluzioni rabberciate. Il simbolo della discordia o dell'eterna trattativa al ribasso. Palle sospese in aria in attesa di essere schiacciate: ci sono anche l'Autonomia e la giustizia (per la quale Salvini rilancia: «Via l'abuso d'ufficio»). A oggi, però, c'è la palude. L'ultima riprova ieri con la decisione del premier Conte di rinviare il decreto Sicurezza bis alla prossima settimana. Una bandierina che il vicepremier non riuscirà a sventolare prima di domenica.
LA STOCCATA
«Almeno - sospira Giorgetti prima di iniziare a pranzare - da lunedì ci sarà chiarezza, dai». Proprio a proposito dell'Alta velocità Torino-Lione, il sottosegretario ha dato poco fa un altro indizio: «Si voterà in Piemonte anche per la Regione e anche da lì uscirà fuori un indirizzo. La gente si esprimerà». La Tav sarà uno dei tanti nodi destinati ad arrivare al pettine del governo giallo-verde. Si parte da un assunto, chiarito bene durante la conferenza stampa dal numero 2 della Lega: «Così è impossibile andare avanti: se c'è un governo del cambiamento deve farlo e non vivere di stallo. Questo affiatamento va ritrovato, sennò non si va avanti». Parole che ronzeranno minacciose per tutta la giornata nelle orecchie dei 5 Stelle, ma che vanno legate appunto con l'intenzione della Lega di regolare i conti dopo il voto. O meglio, come fa capire e poi dice chiaro e tondo Giorgetti: «Chi vince, guida». Ecco perché davanti ai cronisti che vogliono capire le cose italiane si sgola a ripetere che non ci sarà «nessun rimpasto e dunque non si parlerà di poltrone: queste sono cose da Prima Repubblica», avverte il sottosegretario che da uomo di sport usa una metafora molto usurata: «Squadra che vince non si cambia». A partire dal premier Giuseppe Conte, considerato «non super partes perché è stato scelto dal M5S ed è un premier politico: non capisco quale sia la mancanza di rispetto».
IL NODO
Il nocciolo della questione è un altro: il modulo. E da lunedì, secondo i piani alti della Lega, ci sarà un nuovo schema di gioco, figlio della volontà popolare. «Certo, se prendiamo più del 30% offro lo champagne a tutti», dice rivolto ai cronisti, tra cui c'è chi obietta: «Io sto facendo il ramadan». E lui: «E va bene, aspettiamo che finisci». Riguardo all'Europa, l'eminenza grigia del Carroccio («Oddio, vengo sopravvalutato») dice che il muro del 3% ormai è un modello da superare, che serve la flat tax e che l'Italia dovrà puntare a commissari Ue «economici». Chi sceglierà questa agenda: i grillini o i leghisti? Di sicuro chi non avrà perso, è la risposta che fa capire, sornione, Giorgetti.
Simone Canettieri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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