LA STRATEGIA
ROMA Matteo Salvini, a Pontida, grida: «Governeremo per altri

Sabato 14 Settembre 2019
LA STRATEGIA
ROMA Matteo Salvini, a Pontida, grida: «Governeremo per altri trent'anni e non ci faranno mai litigare con i 5 stelle». Ma questa non è la Pontida di domenica prossima: è quella dell'edizione precedente, nel luglio 2018. E che differenza tra le due festone nel sacro prato della Lega. Il leader è sempre lui, Matteo, il Capitano resta il suo soprannome, ma quello di un anno fa avanzava tra squilli di tromba e si avviava a diventare il padrone d'Italia, cannibalizzando i 5 stelle e tutto il resto. Poi però è andata come è andata, il Papeete, l'auto-cannibalizzazione del leader, la crisi, la sconfitta, il tentativo di ricucire con Di Maio, la rabbia contro Conte il «trasformista» e il «traditore» e rieccoci a Pontida ma è tutta un'altra Pontida. Alla vigilia della quale Massimo Casanova, europarlamentare leghista e padrone dell'ormai proverbiale stabilimento balneare di Milano Marittima, scherza: «Quasi quasi porto a Pontida il Papeete e il mojito. Sarebbe un'idea spiritosa, ma questa kermesse è una cosa molto seria. E ci andiamo con uno spirito da opposizione».
Dunque non ci saranno più i baci ai 5 stelle. Come quelli di due luglio fa. Quando dal palco Matteo, rivolto al suo popolo un po' perplesso ma ciecamente fiducioso nel capo, gridò: «I ministri e dirigenti di M5S sono persone oneste, coerenti e con una sincera voglia di cambiamento». Parole irripetibili, come è ovvio. E bisognerà superare lo scontento pr la crisi auto-inflitta portando più persone sul prato, mostrando tutta la forza popolare di cui la Lega dispone, facendo vedere i muscoli contro «il governo delle mummie da Prima Repubblica». Quello degli ex amici diventati nemici. E allora se la volta scorsa furono 30 o 40 mila i partecipanti a Pontida, stavolta si punta molto più in alto: «Saremo 100 mila!», è il grido di battaglia. Lo slogan della kermesse sarà «La forza di essere liberi». Liberi anche di sbagliare, liberi di ripartire, liberi di dare spallate ai rosso-gialli e mostrare loro che la vittoria di Pirro è di Pirro.
LA STRATEGIA
La strategia di Salvini non è quella del rosario stavolta. Ha deciso di non brandirlo dal palco e magari neanche si appellerà al cuore immacolato della vergine Maria. «I sacri vangeli li lasciamo al loro posto - anticipa il Capitano - e dal palco tirerò fuori un'idea di Italia, fondata su principi ben chiari: lavoro, famiglia, sicurezza. Temi di cui il nuovo governo di sinistra non parla affatto». La strategia di Salvini è quella dei Sette Colpi Mortali. Ovvero: si vota in sette regioni da qui alla prossima primavera - Umbria, Emilia, Calabria, Campania, Liguria, Toscana, Marche - e Salvini come punta trainante della coalizione di centrodestra può vincere dappertutto. Deve farlo. E un colpo dopo l'altro, regione dopo regione, l'esecutivo che potrebbe durare fino al 2023 ma anche no uscirà con le ossa rotte, secondo i piani di guerra leghisti. Nel frattempo, «non daremo tregua al governo delle poltrone e degli imbrogli. Non faremo altro che battere e ribattere sulle loro contraddizioni, incoerenze e slealtà. Il popolo italiano è con noi!». Questo il mood della vigilia. I governatori leghisti saranno le star della kermesse. E il revival del nordismo, anche per placare le delusioni di Zaia e di Fontana per l'autonomia cercata e non trovata, si preannuncia come uno dei piatti forti della giornata. Ma tra i 200 pullman in arrivo da tutta Italia, molti giungeranno anche dal Sud.
LA RACCOMANDAZIONE
Le linee della riscossa sono quattro: le piazze, e quella di San Giovanni a Roma, il 19 ottobre, sarà il culmine; la vittoria nelle regioni; la riunificazione del centrodestra; il nuovo protagonismo sui territori (sempre concentratissimi sul Nord, per evitare che i ceti produttivi comincino a flirtare con il governo ma anche attenzione al Sud perché si sa come funziona laggiù: appena uno perde il governo non è più l'uomo forte da venerare e guarda caso il Carroccio sta perdendo qualche pezzo siciliano).
Domani insomma tutti gli occhi puntati su Pontida. I fusti di birra da 58 litri che stanno scaricando nel pratone saranno un centinaio. E c'è da fare una sola raccomandazione: niente mojito.
M.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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