LA STRAGE
UDINE Il monossido di carbonio continua a uccidere. Le esalazioni,

Martedì 9 Gennaio 2018
LA STRAGE
UDINE Il monossido di carbonio continua a uccidere. Le esalazioni, causate probabilmente da impianti di riscaldamento difettosi, hanno fatto sei vittime ieri in Italia: un'intera famiglia nell'Alessandrino, una coppia di anziani coniugi in Friuli e una donna a Savona.
IN PIEMONTE
Il bilancio più grave a Vignole, in Val Borbera (Alessandria), al confine tra il Piemonte e la Liguria, dove sono morte tre persone: Luca Baroni, 49 anni, autotrasportatore, il figlio Mattia, che avrebbe compiuto 20 anni a marzo, e la compagna del padre, Maria Daniela Mele, 44 anni, parrucchiera.
Abitavano in un vecchio casolare, un tempo occupato dagli operai della Filanda Borbera, dove l'aria è stata saturata, la notte scorsa, dal gas diffuso dal malfunzionamento di una stufa a metano. A dare l'allarme è stata la madre del giovane: ha cercato ripetutamente il figlio al telefono e, non ricevendo mai risposta, si è recata sul posto dove ha bussato alla porta. Dal casolare non è arrivato alcun segno di vita: così la madre di Mattia ha telefonato al 112 chiedendo aiuto. Per Baroni, il figlio e la compagna non c'era più nulla da fare: il giovane è stato trovato in pigiama su un divano, il padre a terra vicino a una finestra e la compagna dell'uomo a letto.
IN FRIULI
A Dignano (Udine) le vittime sono due anziani coniugi, Giovanni Deganis, 77 anni, e la moglie Lidiana Cargnello, 70, uccisi dalle esalazioni sprigionate probabilmente dagli apparecchi a gas con cui veniva riscaldata la loro abitazione. A trovare i corpi della coppia, riversi a terra, è stata una delle figlie. La Procura di Udine ha aperto un' indagine con l'ipotesi di omicidio colposo a carico di ignoti. Gli inquirenti dovranno accertare se la morte è dovuta a eventuali esalazioni di monossido sprigionate dalla stufa e, qualora questo fosse vero, stabilire se si configura una colpa di qualcuno o se si è trattata di una tragedia causata da malfunzionamento, non imputabile ad alcuno. L'impianto è stata posto sotto sequestro e sarà sottoposto a una perizia per capire le cause di un eventuale malfunzionamento. La Procura ha disposto l'autopsia sul corpo dei due anziani.
IN LIGURIA
La sesta vittima della giornata a causa delle esalazioni di monossido di carbonio è una donna di 58 anni a Savona, morta nel suo appartamento in via Ceva. Si chiamava Hayet Maatoug, di origine tunisina, ed era nota in città per essere la presidentessa dell'Associazione Amici del Mediterraneo e per il suo lavoro all'ufficio anagrafe del Comune. Nell'appartamento è stata ritrovata una piccola caldaia funzionante oltre ad altri elettrodomestici tra cui un forno con del cibo bruciato che verranno controllati nelle prossime ore, mentre l'abitazione è stata posta sotto sequestro. A dare l'allarme in mattinata era stata la cognata della vittima, che ha trovato il corpo della donna all'interno della sua abitazione. Anche lei si trova ricoverata all'ospedale San Paolo di Savona, per l'esposizione al monossido. Il corpo della donna è stato trasferito all'obitorio di Zinola, a disposizione dell'autorità giudiziaria per eventuali approfondimenti sulle cause del decesso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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