LA STORIA
ROMA Un imprenditore voleva assumerlo, ma lui aveva il reddito di cittadinanza e voleva cumularlo con il lavoro nero. Quindi ha deciso di picchiarlo, per provare a impedire che la sua posizione venisse messa in regola, facendogli perdere il sussidio. È solo la più incredibile delle storie degli ultimi 77 furbetti del Reddito scoperti ad Agrigento. In questo caso è stato il datore di lavoro, titolare di un'azienda agricola a Naro (nella provincia della città siciliana), a denunciare: a giugno aveva proposto a un cittadino rumeno residente in Italia di firmare un contratto a tempo determinato. Il lavoratore, però, invece di essere contento ha iniziato a protestare, fino ad andare in escandescenza. Così sono volati insulti e pugni. Adesso l'uomo è indagato, oltre che per truffa, visto che lavorava mentre percepiva il sussidio, anche per lesioni personali.
Tra gli altri casi, che riguardano 21 stranieri e 55 italiani (tutti tra diverse città sicule come Favara, Licata, Naro e Porto Empedocle), c'è chi allegava autocertificazioni falsificate alla domanda da inviare all'Inps. Alcuni omettevano precedenti per mafia, scippi e furti, altri non dichiaravano vincite al gioco per oltre quindici mila euro. E ancora: ci sono una madre e una figlia che lavoravano in una pizzeria in bella vista nel litorale di Agrigento. In tutto erano stati erogati 750 mila euro. Ora sta all'Inps iniziare il recupero delle somme e revocare il sussidio statale. In tutto sono 50 i milioni di euro intascati indebitamente nel corso del 2020 da migliaia di percettori truffaldini del Reddito di cittadinanza.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA Un imprenditore voleva assumerlo, ma lui aveva il reddito di cittadinanza e voleva cumularlo con il lavoro nero. Quindi ha deciso di picchiarlo, per provare a impedire che la sua posizione venisse messa in regola, facendogli perdere il sussidio. È solo la più incredibile delle storie degli ultimi 77 furbetti del Reddito scoperti ad Agrigento. In questo caso è stato il datore di lavoro, titolare di un'azienda agricola a Naro (nella provincia della città siciliana), a denunciare: a giugno aveva proposto a un cittadino rumeno residente in Italia di firmare un contratto a tempo determinato. Il lavoratore, però, invece di essere contento ha iniziato a protestare, fino ad andare in escandescenza. Così sono volati insulti e pugni. Adesso l'uomo è indagato, oltre che per truffa, visto che lavorava mentre percepiva il sussidio, anche per lesioni personali.
Tra gli altri casi, che riguardano 21 stranieri e 55 italiani (tutti tra diverse città sicule come Favara, Licata, Naro e Porto Empedocle), c'è chi allegava autocertificazioni falsificate alla domanda da inviare all'Inps. Alcuni omettevano precedenti per mafia, scippi e furti, altri non dichiaravano vincite al gioco per oltre quindici mila euro. E ancora: ci sono una madre e una figlia che lavoravano in una pizzeria in bella vista nel litorale di Agrigento. In tutto erano stati erogati 750 mila euro. Ora sta all'Inps iniziare il recupero delle somme e revocare il sussidio statale. In tutto sono 50 i milioni di euro intascati indebitamente nel corso del 2020 da migliaia di percettori truffaldini del Reddito di cittadinanza.
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