LA SENTENZA
VENEZIA È illegittima la proroga, fino al 30 giugno, dello stop

Mercoledì 23 Giugno 2021
LA SENTENZA VENEZIA È illegittima la proroga, fino al 30 giugno, dello stop
LA SENTENZA
VENEZIA È illegittima la proroga, fino al 30 giugno, dello stop al pignoramento della prima casa introdotto dal decreto Cura Italia. L'ha stabilito la Corte Costituzionale, con una sentenza pubblicata ieri, che ha accolto le questioni sollevate anche dal Tribunale di Rovigo (oltre che da quello di Barcellona Pozzo di Gotto). Il caso veneto riguardava un piccolo impresario di Este, coinvolto in una vicenda di crediti deteriorati, in causa con la banca: secondo il giudice delle leggi, quella norma vìola princìpi quali l'uguaglianza dei cittadini e il diritto alla difesa, per cui la tutela dell'abitazione del debitore non può schiacciare la necessità di soddisfare la richiesta del creditore.
LA SOSPENSIONE
Disposta inizialmente dal 30 aprile al 31 ottobre, la sospensione delle procedure esecutive era stata successivamente allungata fino al 31 dicembre e quindi ulteriormente prorogata di altri sei mesi. «Nel periodo dell'emergenza pandemica, che ha visto l'arresto di fatto di numerose attività economiche e la conseguente difficoltà di ampi strati della popolazione ricorda la Consulta il legislatore ha voluto evitare che tanto l'esecuzione del rilascio degli immobili quanto le procedure esecutive aventi ad oggetto l'abitazione principale potessero costituire causa di aggravamento delle difficoltà economiche».
Il giudice Giulio Borella, nell'ordinanza con cui ha trasmesso il caso a Roma, ha però rimarcato che quelle disposizioni «pregiudicano l'affidamento dell'imprenditore sulla stabilità del sistema, sulla certezza e speditezza delle procedure di recupero dei crediti», con il risultato di determinare un'ulteriore stretta al credito, per cui «per salvare alcuni, si danneggiano tutti». Secondo il Tribunale polesano, la giustificazione non può essere la salute pubblica, in quanto con le opportune misure anti-contagio, pure le procedure esecutive immobiliari «potrebbero proseguire, al pari di come stanno proseguendo le cause civili ordinarie e i processi penali presso ogni tribunale».
IL BILANCIAMENTO
Parte di queste argomentazioni, e di quelle esposte dal giudice messinese, è stata accolta dalla Corte Costituzionale: «È ben vero che il legislatore ordinario in presenza di altri diritti meritevoli di tutela, come quello fondamentale all'abitazione può procrastinare la soddisfazione del diritto del creditore alla tutela giurisdizionale anche in sede esecutiva. Deve però sussistere un ragionevole bilanciamento tra i valori costituzionali in conflitto, da valutarsi considerando la proporzionalità dei mezzi scelti in relazione alle esigenze obiettive da soddisfare e alle finalità perseguite».
In questo caso, invece, tale bilanciamento «è divenuto, nel tempo, irragionevole e sproporzionato, inficiando la tenuta costituzionale della seconda proroga», cioè quella decisa fino alla prossima settimana. Per la Consulta, il Governo e il Parlamento possono adottare altre misure di tutela dei debitori in difficoltà economiche, evitando di limitarsi a «una serie di proroghe, che superino un ragionevole limite di tollerabilità».
A.Pe.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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