LA SENTENZA
TRIESTE Il Comune di Monfalcone si è visto annullare lo stop

Giovedì 3 Ottobre 2019
LA SENTENZA
TRIESTE Il Comune di Monfalcone si è visto annullare lo stop ordinato ai lavori di ristrutturazione di un edificio di proprietà del Centro culturale islamico Baitus Salat da adibire a sede del Centro medesimo. Lo stabilisce una sentenza depositata ieri mattina dal Tribunale amministrativo regionale di Trieste (presidente Oria Settesoldi, consigliere estensore Manuela Sinigoi), che ha accolto le censure per violazione di legge contenute nel ricorso del Centro islamico, assistito dagli avvocati Susanna Vito e Pamela Borghese.
LA NATURA DEI LAVORI
La questione riguarda un fabbricato in via Primo maggio della città dei cantieri, amministrata da una Giunta guidata dalla leghista Anna Maria Cisint e popolata anche da migliaia di stranieri di fede islamica, molti provenienti dal Bangladesh, impegnati nello stabilimento Fincantieri. Il cuore della controversia, come evidenziato dal provvedimento comunale quale risposta alla Scia (segnalazione certificata d'inizio attività), sta nella sostenuta mancanza di prove in ordine al fatto che l'edificio sia stato oggetto di deposito di progetto strutturale nonché del collaudo statico ai competenti Servizi tecnici regionali, senza contare sempre secondo il Comune che non sarebbero stati soddisfatti altri requisiti imposti dalla legge.
Ma il Tar, facendo propria parte delle argomentazioni del Centro islamico, ha chiarito l'errore nel quale pare essere caduta l'Amministrazione municipale: non si tratta di ristrutturazione statica, strutturale, come si evidenzia dalla Scia medesima presentata all'Ente pubblico, quanto piuttosto di una serie di opere finalizzate all'adeguamento della struttura alle nuove funzioni, ossia la realizzazione del nuovo Centro culturale islamico Baitus Salat. I lavori riguardano fra l'altro la chiusura di un porticato, la realizzazione di spazi interni utilizzando la cubatura disponibile, la sostituzione dei serramenti, la realizzazione di un nuovo cappotto esterno e di un nuovo impianto elettrico, nonché una nuova rete fognaria e nuovi impianti per smaltire le acque meteoriche e di quelle nere, con relativa richiesta di allacciamento alla rete fognaria comunale. I giudici amministrativi considerano tali tipologie d'interventi dichiaratamente funzionali a consentire la riqualificazione dell'edificio sotto il profilo tecnologico, funzionale e architettonico e come tali indubbiamente riconducibili a un intervento di ristrutturazione edilizia.
REQUISITI ASSOLTI
Allo stato delle cose sottolinea il Tar risulta sufficiente presentare l'asseverazione riguardante la sicurezza sismica e l'idoneità statica. I giudici, in definitiva, accolgono tre dei quattro motivi formalizzati nel ricorso del Centro islamico e considerano errata e fuorviante la lettura delle norme in materia da parte dell'Amministrazione monfalconese. Al punto che il Comune è stato condannato a pagare interamente le spese di lite, quantificate in duemila euro.
Maurizio Bait
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci