LA SENTENZA
BRESCIA «L'inaudita gravità del fatto», commesso «vigliaccamente»

Martedì 17 Ottobre 2017
LA SENTENZA BRESCIA «L'inaudita gravità del fatto», commesso «vigliaccamente»
LA SENTENZA
BRESCIA «L'inaudita gravità del fatto», commesso «vigliaccamente» ai danni di «una ragazzina debole e indifesa, aggredita per motivi sicuramente spregevoli»; la «notevole intensità» del dolo, la «condotta contemporanea e susseguente al reato» fanno sì che Massimo Bossetti debba essere condannato all'ergastolo per l'omicidio della tredicenne Yara Gambirasio e che al muratore non debbano nemmeno essere concesse le attenuanti generiche.
I GIUDICI
I giudici della Corte d'assise d'appello di Brescia, presieduti da Enrico Fischetti, usano parole di una durezza inusitata per confermare la sentenza emessa dai loro colleghi bergamaschi che avevano deciso il carcere a vita per Bossetti che continua a proclamarsi innocente e i cui difensori, Claudio Salvagni e Paolo Camporini, ricorreranno in Cassazione. Le finalità dell'aggressione di Yara, che sparì dalla palestra di Brembate di Sopra il 26 novembre del 2010, a poca distanza da casa, per essere poi ritrovata morta tre mesi dopo in un campo di Cignolo d'Isola, furono «dai contorni sessuali» secondo i giudici perché Yara respinse le sue avances. Lo dimostrano la dinamica dell'omicidio, mentre dalle analisi dei suoi computer si deduce «un insistente e perdurante interesse» per «adolescenti in età puberale»; perché, infine, anche il contenuto delle lettere con la detenuta Gina, nel carcere di Bergamo «dimostrano come Bossetti avesse pulsioni sessuali così intense da manifestarle a una persona mai vista prima né contattata personalmente». Al di là di questo, per la Corte «non solo l'imputato è raggiunto dalla prova generica granitica» del Dna «diretta in quanto rappresentativa direttamente del fatto da provare, collocandolo sul luogo dell'omicidio» - una «firma» dell'assassino - ma anche «da una serie di elementi indiretti». Intanto la procura di Trento ha scoperto un traffico di materiale pedopornografico che ha portato nei giorni scorsi all'arresto di 10 persone ed all'iscrizione di altri 48 soggetti sul registro degli indagati. Una rete in cui sono state trovate anche immagini e conversazioni inquietanti su Yara Gambirasio.

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