LA RIPRESA
VENEZIA Dopo lo stop forzato da pandemia le imprese del Nordest navigano

Giovedì 18 Giugno 2020
LA RIPRESA
VENEZIA Dopo lo stop forzato da pandemia le imprese del Nordest navigano a vista ma c'è chi ha deciso di ridurre al minimo o addirittura cancellare le ferie d'agosto. Luci in un mare di ombre, grandi gruppi come Fincantieri, ma anche multinazionali tascabili e non come la trevigiana Scarpa, il Colorificio San Marco, la padovana Sit, nel bellunese Sest e la rinata Acc. Settori come moda, meccanica, alimentare vedono imprese che non si fermano. E i lavoratori sono pronti a fare la loro parte per tenere in rotta Il sistema Nordest.
«La situazione è a macchia di leopardo, ci sono aziende che hanno nuove commesse o che devono completare quelle passate che chiedono di tenere aperto in agosto, e molte altre che sono in attesa di decidere a seconda dell'evolversi della situazione - osserva Enrico Carraro, presidente di Confindustria Veneto e del gruppo multinazionale di famiglia padovano -. Non è un obbligo tenere aperto ma per chi ha ordini da evadere sarebbe quasi un dovere morale non fermare la produzione in questo momento. Anche il sindacato è consapevole di questa situazione, sapremo trovare soluzioni condivise». «Abbiamo già fatto accordi anche in passato, l'importante è trovare il consenso con i lavoratori - dice il segretario della Cgil del Veneto Christian Ferrari -. Ma stiamo parlando di singoli casi. Il nostro timore è che il problema sia opposto. E il 17 agosto scade la moratoria sui licenziamenti: serve una proroga fino a fine anno per evitare licenziamenti di massa». «È un situazione un po' schizofrenica, a imprese e settori in profonda crisi che vogliono addirittura allungare la cig si affiancano altre realtà che ci hanno chiesto di lavorare anche in agosto - commenta Gianfranco Refosco, segretario della Cisl del Veneto - come Acc, San Marco, Baxi. Richieste arrivano da aziende chimiche, della meccanica, ma anche del legno-arredo e della moda. Siamo pronti a firmare questi accordi. E anche a siglare un patto per la tenuta del sistema, rinunciando anche a una parte degli integrativi per garantire l'occupazione». Mariluce Geremia, vice presidente di Colorificio San Marco, conferma: «Stiamo lavorando con le rsu interne per definire i piani ferie estivi, l'azienda infatti quest'anno non chiuderà neanche un giorno. Gli ordini sono in aumento a giugno. Con la turnazione però vogliamo garantire riposo ai nostri collaboratori dopo lo stress da Covid».
«Ovviamente con due mesi di stop avremmo bisogno di produrre per la collezione invernale - dice Gilberto Ballin, neo presidente Acrib, imprenditore delle calzature a Vigonovo (Venezia), 8 milioni di fatturato e 62 addetti - ma c'è stato anche un taglio degli ordini. C'è chi lavorerà fino al 20 agosto se riuscirà a organizzarsi con i fornitori, noi stiamo valutando di allungare di una settimana. Ma in generale settembre è un rebus. In fabbrica in ogni caso il clima è di grande collaborazione, abbiamo persone eccezionali». «Noi chiudiamo solo la settimana di Ferragosto al posto delle solite tre - commenta Siro Badon, presidente di Assocalzaturifici a capo di un'azienda veneta da 15 milioni di ricavi per 70 dipendenti -. Le prospettive per autunno e inverno? Mi fa una domanda da un milione di dollari. Ma in febbraio se riusciamo a organizzare la fiera del Micam allora sarò più ottimista». «I lavoratori della subfornitura artigiana della moda è pronta a lavorare anche in estate se sarà necessario - afferma il presidente del settore di Confartigianato Veneto Giuliano Secco - ma a oggi il portafoglio ordini non supera la metà di luglio».
Il gruppo Sit di Padova, fresco d'accordo per la fornitura di contatori a gas intelligenti in Gran Bretagna, ha deciso di ridurre le ferie in produzione a Rovigo per assolvere alle nuove commesse. «Per noi questo è un momento di intenso lavoro - rivela Federico de' Stefani, presidente e Ad di Sit - nonostante il lockdown siamo riusciti a mantenere l'operatività e a consolidarci a livello globale». «Normalmente eravamo abituati a fermarci tutto il mese, ora c'è da recuperare lo stop da Covid e quindi si chiuderà solo una settimana. Maggio è andato benissimo nel Nord Europa e Germania - spiegano alla Scarpa della famiglia Parisotto, 110 milioni di fatturato nel 2019 (85% estero), 320 dipendenti ad Asolo (Treviso) -. Per l'autunno ci sarà da capire se verranno confermati i contratti già siglati».
FRIULI CHE RESISTE
Anche in Friuli si respira voglia di riscatto. Il Consorzio del Prosciutto di San Daniele non si fermerà per supportare le imprese. Le distillerie Tosolini di Povoletto (Udine), 11 milioni fatturato l'anno scorso, restano aperte: «É per noi un dovere», afferma Giuseppe Tosolini. La Riel, quartier generale a Tavagnacco (Ud), settore telecomunicazioni e telerilevamento: «Ci siamo e ci saremo per la comunità», afferma il Ceo Marco Neopensi.
Maurizio Crema
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