LA RICOGNIZIONE
CONEGLIANO (TREVISO) Dalla frana di Schiucaz alle cavane di Scardovari,

Martedì 19 Novembre 2019
LA RICOGNIZIONE CONEGLIANO (TREVISO) Dalla frana di Schiucaz alle cavane di Scardovari,
LA RICOGNIZIONE
CONEGLIANO (TREVISO) Dalla frana di Schiucaz alle cavane di Scardovari, passando per le case allagate fra Lemene e Tagliamento, le spiagge distrutte sulla costa adriatica, Venezia invasa dall'acqua alta, è un Veneto martoriato quello che si vede dall'alto di VF-71. Ieri mattina l'elicottero bianco e rosso dei vigili del fuoco ha sorvolato da un capo all'altro il territorio colpito dal maltempo, per consentire al comandante interregionale Loris Munaro, al governatore Luca Zaia e all'assessore regionale Gianpaolo Bottacin di compiere una ricognizione dei danni. «Ancora incalcolabili ma comunque grandi, lo scenario è variegato ma di devastazione», hanno riferito gli osservatori dopo l'atterraggio a Conegliano.
DAI MONTI AL MARE
Sfogliando il triste album delle cartoline dai luoghi del disastro, i vertici del 115 e della Regione descrivono alcune immagini: il lago di Alleghe che domenica sera ha rischiato di tracimare, «pericolo scampato grazie ai volontari»; una ventina di abitazioni inondate fra San Michele al Tagliamento e Teglio Veneto, «c'è un mare di acqua da pompare fuori e ci vorranno giornate intere per asciugarle, le quattro idrovore in azione ancora non bastano»; la spiaggia di Bibione che ha perso «almeno 1.500 ombrelloni e 100.000 metri cubi di sabbia, tanto che la fibra ottica è stata strappata dalle onde»; le capanne dei pescatori nel Basso Polesine, «su 70 ne sono andate perdute 50, spazzate via dal vento e della pioggia, una disperazione».
Ha commentato Munaro: «Abbiamo effettuato oltre 1.000 interventi in Veneto, di cui quasi 500 a Venezia. Purtroppo però il nostro giro ha evidenziato che l'area interessata è molto maggiore del territorio che abbiamo mappato con il nostro sistema interventistico. Evidentemente la popolazione si è autodifesa, rimboccandosi le maniche». Ma l'emergenza non è ancora finita: «Se si abbassano le temperature, usciamo da questo limbo di tempo strano ed entriamo in un clima più invernale, altrimenti sono guai grossi perché lo scirocco non permette al mare di ricevere e questo causa la marea e gli allagamenti», ha osservato Zaia. Ha aggiunto Bottacin: «Ci preoccupa il rischio valanghe, per alcuni siti che incombono sulle case. E le previsioni annunciano nuove precipitazioni nelle prossime ore».
L'OSSERVATO SPECIALE
Domenica sono passati 1.500 metri cubi al secondo a Ponte di Piave. Ma rimane un osservato speciale il fiume sacro alla patria. «E agli ambientalisti ha ironizzato Zaia visto che bloccano ogni nostro tentativo di pulizia dell'alveo, considerandolo un parco naturale, senza capire quanto invece sia pericolosa la presenza degli alberi in caso di piena. Non si dica che non l'avevo detto: il Piave è la vera preoccupazione che abbiamo in Veneto e lo sarà sempre più ad ogni ondata di maltempo». «Il problema ha specificato Bottacin è che il Demanio statale non ci dà il permesso di intervenire: serve la valutazione di incidenza ambientale, che viene concessa solo per periodi limitati così da non ostacolare la nidificazione su piante che non dovrebbero nemmeno stare là, dopodiché manca ancora l'autorizzazione paesaggistica. Avevamo anche approvato una legge regionale per cercare di agire, ma ci è stata bocciata dalla Corte Costituzionale, più di così...».
LE OPERE
Altro fronte aperto è quello delle casse di espansione lungo il Tagliamento, che trovano opposizione in tanti Comuni friulani a monte. «Devono capire ha ribattuto Zaia che se non si fanno le opere idrauliche, si mette a repentaglio la sicurezza dei territori e la vita dei cittadini. Inutile piangere quando accadono i guai: da 80 anni non si investiva in questo campo, poi nel 2010 ci siamo insediati noi e da allora abbiamo speso 860 milioni. Stiamo finendo la progettazione per il bacino di laminazione di Ciano del Montello, abbiamo rifatto la gara per quello di Pra' dei Gai dopo la manomissione di una busta: avanti così». Avanti anche con la rendicontazione dei danni, in stile Vaia, affinché il Consiglio dei ministri estenda al resto del Veneto la dichiarazione di emergenza emessa per Venezia, dove «la nomina del sindaco a commissario è una prima assoluta nazionale che ho chiesto io», ha rivendicato il governatore.
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci