LA REAZIONE
VENEZIA «I Comuni non sono stati ascoltati. Sui sindaci viene

Martedì 20 Ottobre 2020
LA REAZIONE
VENEZIA «I Comuni non sono stati ascoltati. Sui sindaci viene fatto ricadere l'onere di decidere quali piazze e strade chiudere». Il tono di Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia riconfermato a suon di voti, questa volta è pacato, ma la sostanza delle parole è netta, dopo avere esaminato il testo del Dpcm che chiama in causa i sindaci nella decisione di attuare limitazioni più rigorose ai cittadini per arginare la seconda ondata di contagi. Che peraltro a Venezia, dopo l'impennata dei giorni scorsi, sembra essersi leggermente attenuata rispetto ad altre grandi città.
PROTESTA CORALE
La protesta di Brugnaro, peraltro, è condivisa da tanti altri primi cittadini che - pur senza essere esplicitamente nominati nel Dpcm varato domenica sera e poi cambiato nella notte dopo le proteste degli enti locali - sono chiamati a prendere decisioni difficili, oltre che impopolari: «Questo provvedimento è scritto male - prosegue Brugnaro - A limitare i diritti costituzionali delle persone non possono essere iniziative così estemporanee, si deve per forza passare per una discussione del Parlamento. In più crediamo che si debba credere di più nella collaborazione con i sindaci e con le imprese, perché sono le strutture organizzative sulle quali poggia il Paese».
Un tema che per Brugnaro si ripropone a pochi giorni dalla polemica sul varo, avvenuto con la conversione in legge del Decreto Agosto, dell'Autorità per la laguna, l'ente interministeriale che avoca a sé le competenze sulla gestione della salvaguardia ambientale, che il sindaco ha vissuto come un vero esproprio nei confronti del Comune. In quella occasione Brugnaro aveva lamentato di non essere stato consultato, e ora rincara la dose nel commentare le nuove misure di prevenzione del contagio. «Io ho offerto tutta la collaborazione ma non ho parlato con nessun ministro - ribadisce - Parlano solo con i sindaci della loro parte, delle loro bandiere. Sembra quasi che ad affrontare il virus sia una parte politica piuttosto che un'altra. Credo invece che sia necessaria la collaborazione di tutti».
RIPRESA IN SALITA
Soprattutto quando c'è di mezzo la ripresa di una città a vocazione turistica che più di altre ha patito le conseguenze del lockdown e della chiusura forzata di alberghi e ristoranti. I dati più recenti mostrano un meno 70% sulle presenze negli alberghi veneziani rispetto allo scorso anno, che solo a settembre - mese tradizionalmente affollato per l'hotellerie lagunare - si è ridotta a un meno 40%. E a poco è servito prorogare la gratuità dei plateatici di bar e ristoranti che devono fare i conti, dopo il Covid, anche con il blocco delle crociere e con l'acqua alta che nonostante il Mose ha frenato gli arrivi di ottobre. Morale, oggi come oggi i prezzi degli alberghi in centro storico risultano calati del 17,7%. Un affare, per chi può permettersi un weekend romantico e non troppo affollato in città. Non per chi di turismo ci vive: si spiega così la richiesta, avanzata giusto ieri da Confesercenti, di istituire a Venezia una zona franca con esenzione delle tasse estesa al 2021. Nonostante tutto però Brugnaro porge l'altra guancia: «Continueremo a collaborare con il Governo come abbiamo sempre fatto - ribadisce dal municipio di via Palazzo a Mestre - ma ci devono ascoltare di più».
Alberto Francesconi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci