La quarantena in Veneto: stesse cifre di un mese fa

Lunedì 13 Luglio 2020
IL BOLLETTINO
VENEZIA «Alla bisogna torneremo a convocarvi» aveva detto il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, alla fine di giugno, quando aveva annunciato che dopo oltre quattro mesi sarebbe cessato l'appuntamento quotidiano nella sede della Protezione civile di Marghera sull'emergenza sanitaria del coronavirus. La «bisogna» evidentemente si è ripresentata: oggi il governatore ha convocato la stampa - e quindi nuove dirette televisive e social - per «una comunicazione sulla situazione dell'epidemia». Negli ultimi giorni, del resto, sono aumentati i casi di contagio, più che altro in persone provenienti da paesi esteri, e il dato preoccupante è che si è abbassata l'età dei malati. Il Covid-19 non colpisce più solo gli anziani sofferenti di altre patologie, ma anche i giovani. I numeri sono chiari: quanto a persone in quarantena siamo tornati al livello dello scorso giugno.
Il bollettino diffuso ieri dalla Regione Veneto dava, tra i nuovi casi di contagio, anche una diciannovenne del Kosovo e perfino un bambino di 3 anni del Camerun. Nel dettaglio: ieri mattina sono stati accertati otto nuovi contagi: due donne italiane di 82 anni (ospite di una casa di riposo nel Padovano) e di 78 anni; due uomini italiani rispettivamente di 32 anni e di 68 anni; un uomo di 49 anni del Bangladesh; una donna di 72 anni russa; una donna di 34 anni colombiana; un'altra donna i cui dati anagrafici non sono stati però resi disponibili. Nel pomeriggio, altri tre casi: una donna del Kosovo di 19 anni, una donna del Camerun di 54 anni e un bambino di 3 anni del Camerun. Questi ultimi - ha specificato in una nota la Regione - appartengono allo stesso focolaio domestico di Padova.
I DATI
Il trend ormai è evidente, come peraltro in tutta Italia: la maggior parte dei nuovi contagi è importata dall'estero. In Veneto si era iniziato con il pulmino delle badanti rientrate a Padova dalla Moldavia, poi il focolaio dei camerunensi sempre a Padova, vari contagi tra cittadini di origini del Kosovo, il caso dell'imprenditore vicentino rientrato dalla Serbia che ha comportato l'effettuazione di decine e decine di tamponi per vicentini, padovani e veronesi, poi il matrimonio a Cittadella con metà invitati italiani e metà congolesi, tutti spediti in ospedale a farsi l'esame dopo che il padre della sposa e un ospite erano stati trovati positivi al Covid-19.
Dall'inizio dell'emergenza sanitaria in Veneto ci sono stati 19.397 contagi. A ieri sera le persone attualmente positive erano 411, mentre quelle in isolamento alla data dell'11 luglio erano 1.293. Fortunatamente non ci sono stati decessi (il totale delle vittime resta fermo a 2.039) e anche i ricoverati in rianimazione sono sempre 9, di cui 3 con Covid-19. Ci sono però altre 141 persone (di cui 19 positive) ricoverate in area non critica più altre 18 negli ospedali di comunità. Insomma, gli ospedalizzati stanno calando, ma il virus c'è ancora, continua a circolare e colpisce anche i più giovani.
FRIULI VENEZIA GIULIA
«Mancano ancora i risultati di 50 tamponi dei 272 test effettuati a Monfalcone, ma al momento resta registrato il solo caso positivo comunicato ieri (sabato, ndr). I restanti esiti saranno resi noti domani (oggi, ndr)». Lo ha affermato il vicegovernatore con delega alla Salute e Protezione civile, Riccardo Riccardi, confermando che le persone attualmente positive al coronavirus in Friuli Venezia Giulia sono 113. Nessun paziente è in cura in terapia intensiva e due sono ricoverati in altri reparti. Non sono stati registrati nuovi decessi (345 in totale). Analizzando i dati complessivi dall'inizio dell'epidemia, le persone risultate positive al virus sono 3.335: 1.405 a Trieste, 1001 a Udine, 710 a Pordenone e 219 a Gorizia.
Al.Va.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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