LA PROTESTA
TREVISO «I medici di famiglia non faranno i vaccini anti-Covid

Giovedì 25 Febbraio 2021
LA PROTESTA
TREVISO «I medici di famiglia non faranno i vaccini anti-Covid sulla popolazione: ad oggi non ci sono le condizioni organizzative per poter procedere». La linea dura è dettata da Brunello Gorini, segretario della Fimmg di Treviso, la Federazione dei medici di medicina generale che rappresenta quasi 400 dei 515 dottori in servizio negli ambulatori della provincia.
L'ACCORDO
Al momento la chiusura è totale. «I medici della Fimmg non somministreranno i vaccini contro il coronavirus», ribadisce il segretario. Nel Trevigiano l'accordo siglato a livello generale tra il governo, le Regioni e gli stessi sindacati non è ritenuto sufficiente. «L'intesa specifica Gorini dice che i medici di famiglia possono vaccinare contro il Covid se ci sono le condizioni per poterlo fare. Ad oggi qui non ci sono: non è stato condiviso nulla, manca un patto aziendale e manca qualsiasi indicazione sui possibili percorsi». Non c'è il rischio di far mancare un contributo determinante proprio mentre è partita la corsa contro il tempo per vaccinare quante più persone possibile prima di un'eventuale diffusione delle varianti? «Non ci tiriamo indietro per partito preso. La disponibilità di massima rimane, ma devono esserci delle garanzie mette in chiaro il segretario quel che è certo è che la Fimmg di Treviso non può servire solamente quando è necessario mandare medici di famiglia in prima linea». Il sindacato assicura che non si tratta di una questione di soldi. Di pari passo, però, sottolinea che i dottori di base non hanno ancora visto i rimborsi relativi ai tamponi rapidi eseguiti tra novembre e dicembre. «Prima siamo stati additati come quelli che volevano farsi pagare dice Gorini adesso, invece, c'è solo silenzio». Il riferimento è al corrispettivo economico che inizialmente era stato fissato a 18 euro per i test eseguiti in ambulatorio e a 12 euro per quelli fatti nelle sedi alternative. Per i vaccini anti-Covid, invece, attualmente si parla di 6 euro a iniezione.
L'ASSEMBLEA
Il nodo delle vaccinazioni sarà al centro di una specifica assemblea che la Fimmg di Treviso ha già convocato per la prossima settimana. Nel frattempo, però, lo stop arrivato a sorpresa è pienamente confermato. E rischia di far traballare i programmi dell'Usl 2 Marca Trevigiana. In vista dell'auspicato aumento delle dosi a disposizione, l'azienda sanitaria aveva già iniziato a mettere a punto il piano per far decollare la campagna generale aperta a tutta la popolazione, puntando a vaccinare fino a 10mila cittadini al giorno. Per arrivare a tanto, però, è indispensabile la collaborazione della rete capillare garantita proprio dai medici di famiglia. Nulla è ancora perduto, ma adesso l'impianto traballa. Anche lo Snami di Treviso, il sindacato autonomo dei medici, resta alla finestra. «Come medici di famiglia evidenzia il segretario Bruno Di Daniel avremmo già potuto iniziare a vaccinare gli insegnanti e il personale scolastico con AstraZeneca, ma non abbiamo sentito nulla a riguardo. A livello generale c'è la nostra disponibilità a eseguire i vaccini anti-Covid sulla popolazione. Ma serve un percorso definito. E al momento non c'è niente del genere». Intanto l'Usl continua a vaccinare con le proprie forze, impiegando anche i medici delle Usca. Fino ad oggi ha somministrato oltre 50mila dosi. Un numero da record in Veneto. L'obiettivo è vaccinare tutti gli oltre 30mila trevigiani con più di 80 anni entro la fine di marzo, assieme ai lavoratori dei servizi essenziali. Da aprile si partirà con i 70enni, andando a ritroso. Resta da capire se anche i medici di famiglia potranno fare la propria parte garantendo la chiusura della campagna di vaccinazione di massa nel giro di tre mesi.
Mauro Favaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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