LA PROTESTA
ROMA Esiste il tentativo di creare un unico movimento di protesta

Lunedì 26 Ottobre 2020
LA PROTESTA
ROMA Esiste il tentativo di creare un unico movimento di protesta che agiti ancora di più il clima e tenga la tensione ai massimi livelli. Roma chiama Napoli, Palermo, e poi Torino, Milano. Sono anime diverse quelle che scendono in piazza a violentare le città già in sofferenza per il Covid. Centri sociali e antagonisti da una parte (anche se in modo ancora molto cauto), destra, ultrà e criminalità organizzata dall'altra. Ma come avvenuto già in passato, quando la Campania venne agitata dalle proteste per la Terra dei fuochi, potrebbero nuovamente ritrovarsi dalla stessa parte gruppi in netta antitesi tra loro. Insieme per creare disordini e guerriglia.
I SOCIAL
I segnali arrivano dai social dove i movimenti sono in piena attività. E la nostra intelligence, insieme con le Digos delle Questure, ha ben chiaro lo scenario. Esiste un report che descrive questa possibilità, e il Viminale è pronto a entrare in azione per contrastare qualsiasi protesta non pacifica. Due notti fa a Roma, si sono fatti vedere gli esponenti di Forza Nuova: 400 persone circa che hanno lanciato bombe carta e fuochi di artificio. E durante la fuga, inseguiti dai reparti mobili, hanno incendiato cassonetti e auto. Dieci di loro sono stati fermati e controllati: tra questi i figliocci di uno dei leader, Giuliano Castellino, qualche ultrà di destra e anche qualche ragazzo del gruppo di Fabio Corradetti, figlio della compagna di Castellino. «Da Napoli è partita la rivolta ora tutte le città devono gridare libertà», aveva convocato i suoi, Roberto Fiore, fondatore del movimento. Tanto che la procura di Roma che ha aperto l'inchiesta sui tafferugli ipotizzando anche la possibilità che esista un filo comune tra le proteste. I pm di piazzale Clodio, coordinati dal procuratore Michele Prestipino, hanno seguito l'evoluzione dell'attacco in piazza del Popolo, e ora attendono le informative dalla forze dell'ordine per verificare gli eventuali collegamenti con i disordini napoletani.
Mercoledì, poi, si svolgerà una riunione in Questura, in via di San Vitale, per fare il punto della situazione e disporre eventuali interventi. Del resto, anche la ministra Luciana Lamorgese aveva parlato di «violenze inaccettabili e preoordinate», riferendosi alla guerriglia nel capoluogo campano. E le indagini puntano in quella direzione per verificare se ci sia una regia unitaria.
A Torino, altri accertamenti della Digos su un tam tam social nel quale si esorta a fare come a Napoli dando appuntamento per stasera a chi si oppone al «coprifuoco» e alla «dittatura». E anche in questo caso, ci sarebbero dietro elementi dell'estrema destra. Mentre il mondo antagonista, seppure in agitazione, sembra attendista. Nel 2013 si erano uniti alle piazze della protesta. Ieri è arrivata la presa di posizione di Askatasuna, il centro sociale torinese. «Una rivolta per non morire», è stata definita la manifestazione campana in un editoriale comparso su InfoAut, il sito di riferimento dell'area dell'estrema sinistra. Sono tutti cauti, però, sull'ipotesi di replicare anche a Torino iniziative simili. «Non ci sono manifestazioni in programma, ma la rabbia sociale c'è», è il commento di uno dei militanti.
IL MESSAGGIO ANONIMO
Intanto, messaggi anonimi hanno convocato due manifestazioni per oggi a Torino: una in piazza Castello e l'altra in piazza Vittorio Veneto. «Il tempo delle richieste - si legge - è finito, sappiamo che chi ci governa non ci ascolta, popolo italiano e piemontese ci dobbiamo riunire ed essere uniti contro questa dittatura, contro questo coprifuoco e contro un possibile lockdown». A Parma, un gruppo di minorenni ha reagito con lanci di bottiglie al richiamo di una pattuglia di carabinieri a mettersi la mascherina. Per una manifestazione non autorizzata sono stati denunciati una trentina di ultrà del Cagliari che hanno acceso fumogeni fuori dallo stadio Sardegna Arena. La Digos e gli specialisti della scientifica li hanno identificati, fanno parte degli Sconvolts.
«Se fossi dall'altra parte anche io proverei rabbia contro le misure del governo, anche se direi di aspettare e vedere il sostegno economico che sarà cospicuo», è intervenuto il premier Conte, invitando a stare attenti «perché non dobbiamo offrire ai professionisti della protesta e dei disordini sociali di avere spazio». E sul rilascio dei due primi arrestati per la guerriglia napoletana ha protestato il Coisp, sindacato autonomo di polizia: «Un fatto «vergognoso», dicono, dato che si tratta di pregiudicati che ora «tornano a casa come se nulla fosse accaduto dopo aver aggredito la polizia».
Cristiana Mangani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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