La politica e i partiti

Mercoledì 8 Dicembre 2021
IL CASO
VENEZIA I leghisti muti. Frastornati più che imbarazzati. Perché tutto si aspettavano, ma non un attacco frontale alla linea zaiana da parte di un loro collega di partito che, dopo avere criticato il premier Mario Draghi e pure il Capo dello Stato Sergio Mattarella, è arrivato a dire che l'addizionale Irpef potrebbe anche essere valutata, a patto di destinare il gettito alle politiche per i giovani e gli anziani. Nicola Finco parlava e i suoi erano sempre più impietriti. Uniche eccezioni, Silvia Rizzotto e Federico Caner che alla fine dell'intervento sono andati a complimentarsi con il collega.
Palazzo Ferro Fini, aula del consiglio regionale. La seduta si era conclusa lunedì con l'approvazione a maggioranza (40 sì, 8 no) del Collegato alla legge di stabilità. L'indomani, ieri mattina, i lavori sono ripresi con la Legge di stabilità, un unico articolo che autorizza il rifinanziamento delle leggi a valenza pluriennale dell'ordinamento regionale. Il dibattito generale sul secondo provvedimento della manovra ripropone il confronto-scontro tra maggioranza e opposizione sull'opportunità di fare ricorso alla leva fiscale e in particolare all'addizionale regionale Irpef. «I veneti hanno già una pressione fiscale tra diretta e indiretta di quasi il 70%: non alzeremo le tasse», scandisce il presidente dell'intergruppo della Lega, Alberto Villanova, rompendo così il silenzio che lunedì aveva regnato tra le file della maggioranza. La linea, dunque, è tracciata: rispondere punto per punto all'opposizione e negare qualsiasi nuova tassa.
L'INTERVENTO
Seduta pomeridiana, la pausa pranzo è finita, prende la parola Nicola Finco, capogruppo della Lega nella passata legislatura, ora vicepresidente del consiglio regionale. Politicamente, Finco è classificato come salviniano. I maligni dicono che se Zaia l'avesse fatto assessore, sarebbe anche lui zaiano. Tant'è, Finco dice di essere semplicemente leghista e di non avere cambiato né idee né principi. A partire dall'autonomia. Il suo intervento ruota appunto attorno al tema dell'autonomia e il senso è: non possiamo chiedere a Roma l'autonomia e poi mettere nuove tasse. Solo che non si ferma qui. Tira in ballo sia il premier Mario Draghi che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e fa niente se Zaia per entrambi ha sempre avuto parole di apprezzamento e di stima. Finco dice quello che pensa. Il Capo dello Stato? «Da Mattarella non c'è mai stata mezza parola a sostegno dell'iniziativa legittima e legale per avere maggiore autonomia». Il premier? «La mia considerazione è che nei prossimi anni, purtroppo, di autonomia ne vedremo poca. Se c'è oggi un Governo ipercentralista è il Governo Draghi, un Governo che ha sostanzialmente annientato il Parlamento, annientato i sindacati, c'è un uomo solo al comando». Dalle file dell'opposizione la dem Vanessa Camani gli fa presente che nel Governo «ipercentralista» c'è anche la Lega: «Lo so che ci siamo anche noi, però io ho anche il coraggio di dire le cose». Ad esempio: «Saremo anche fratelli d'Italia, ma io con i siciliani e i calabresi non ho nulla da condividere per quel che riguarda l'amministrazione pubblica, siamo due cose completamente diverse, e non mi vergogno assolutamente di dirlo». Fino all'apertura sull'addizionale Irpef: «Forse gli unici settori sui quali potrei anche concedere un'addizionale regionale sono quelli dei giovani e degli anziani, siamo di fronte a un'emergenza che nei prossimi anni pagheremo caro».
L'OPPOSIZIONE
Se i leghisti fingono di ignorare le parole del collega, il capogruppo del Pd Giacomo Possamai le cavalca: «Sottoscrivo in pieno quello che ha detto il consigliere Finco su un'addizionale Irpef per i giovani e gli anziani. Speriamo ancora che ci sia la possibilità di ragionarci e, se non dovesse essere quest'anno, ci ragioneremo l'anno prossimo». In aula, intanto, circolano i foglietti con la trascrizione dell'intervento di Finco.
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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