LA POLEMICA
VENEZIA Siccome il pesce piccolo non è stato muto, ora parla

Giovedì 7 Ottobre 2021
LA POLEMICA
VENEZIA Siccome il pesce piccolo non è stato muto, ora parla anche il pesce grande. Così si autodefinisce ironicamente il veronese Ranieri Guerra, ex direttore generale aggiunto dell'Organizzazione mondiale della sanità, nel libro Bugie, verità, manipolazioni appena uscito per Piemme. Sulla copertina una «controstoria della pandemia», nelle 176 pagine una feroce replica al volume del trevigiano Francesco Zambon, l'ex funzionario della sede di Venezia che lo ha accusato di aver insabbiato il rapporto sulla gestione dell'emergenza sanitaria.
COLPEVOLE O CAPRO
Dopo aver intentato una causa da 2,5 milioni di euro, e aver depositato una memoria alla Procura di Bergamo (dov'è indagato per l'ipotesi di false informazioni ai pm nell'inchiesta sulla strage in Val Seriana), Guerra non ci sta a passare per responsabile del mancato aggiornamento del piano pandemico e si descrive come il capro espiatorio a cui è stata ingiustamente attribuita la colpa di troppe manchevolezze. «Esiste una narrazione della pandemia scrive , quella che ci è stata inoculata in dosi quotidiane e crescenti, come un veleno: una manipolazione politica, spesso tendenziosa, che favorisce e amplifica il disorientamento. E poi esistono le evidenze, da cui proviene l'unica, vera conoscenza. Se mi sono messo a scrivere questo libro, quindi, non è per un improvviso bisogno di mettermi in mostra a mia volta, ma per ristabilire la verità  e difendermi dalle bugie raccontate sulla gestione dell'emergenza pandemica in Italia e sul rapporto di Venezia».
114 CITAZIONI
Lo scandalo del testo, rimasto online per neanche ventiquattr'ore, finisce nel mirino di Guerra, che cita Zambon 114 volte. Per l'ex dirigente del ministero della Salute, il ritiro di quel documento non è stato il risultato di «nessun complotto» da parte di «nessun potere forte e occulto», bensì l'effetto di «semplici procedure ordinarie, per le quali uno stato sovrano accetta la collaborazione di un'agenzia internazionale». Ecco il suo contrattacco: «Il lavoro del team veneziano non è stato ripubblicato perché non era stato redatto secondo le procedure ordinarie dell'Oms e perché gli autori, a cui l'Oms lo aveva proposto, si erano rifiutati di partecipare a qualsiasi tipo di rilettura basata su quelle procedure: verifica dei fatti, verifica e validazione dei dati, informativa al governo con diritto dello stesso di replica da inserire eventualmente come allegato». Per questo alla fine, più che un pesce grande, Guerra afferma di sentirsi un pollo: «È triste doverlo constatare, ma forse lo ero sempre stato e proprio perché sono un uomo libero, senza partiti e senza protettori, non un uomo di potere».
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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