LA POLEMICA
TREVISO Secondo i sussurri di Villa Minelli, il detonatore sarebbe

Venerdì 7 Febbraio 2020
LA POLEMICA TREVISO Secondo i sussurri di Villa Minelli, il detonatore sarebbe
LA POLEMICA
TREVISO Secondo i sussurri di Villa Minelli, il detonatore sarebbe stato il post di Alessandro Benetton su Instagram, a cui è seguita l'intervista di Gianni Mion al Gazzettino. Di sicuro ieri è esplosa la bomba: Luciano in persona, capostipite della dinastia di Ponzano Veneto, ha deciso di interrompere il rapporto professionale con Oliviero Toscani, direttore creativo del gruppo di famiglia e co-fondatore del centro culturale Fabrica. Contrattualmente fatali al fotografo sono state le sue parole sulla tragedia di Genova («Ma a chi interessa che caschi un ponte?»), da cui il colosso trevigiano ha comunicato di «dissociarsi nel modo più assoluto».
IL DIVORZIO
Per la seconda volta nella storia, dopo il clamoroso divorzio che nel 2000 aveva spezzato diciott'anni di ininterrotta collaborazione, finisce dunque qua fra Benetton e Toscani. Allora si era ipotizzato che la rottura fosse maturata per le polemiche sulla campagna pubblicitaria di United Colors negli Stati Uniti, imperniata su manifesti choc che ritraevano i condannati a morte, un azzardo a cui avevano fatto seguito grane legali e boicottaggi commerciali. Ma la provocazione è sempre stata la cifra stilistica di Toscani, apprezzato proprio per questo da Benetton. Almeno finché il 77enne Oliviero non ha passato il segno, usando pubblicamente toni suonati come un ingiustificabile oltraggio alla memoria delle 43 vittime, al dolore delle loro famiglie e alla coscienza dell'intera Italia, benché successivamente si sia detto «umanamente distrutto» per le infelici dichiarazioni di lunedì.
L'ANNUNCIO
Ancora mercoledì Alessandro Benetton sui social aveva ripetutamente postato la sua netta presa di distanza: «Mi dissocio fortemente dalle affermazioni fatte da Toscani». L'indomani mattina sono poi apparse, e integralmente rilanciate anche da Dagospia, le perentorie valutazioni di Mion, presidente di Edizione: «Una roba assolutamente inconcepibile, secondo me sono attacchi di senilità». A quel punto l'84enne Luciano, al netto della quarantennale amicizia, ha capito che non poteva più pensare quanto riteneva il 15 settembre 2017, quando aveva ripreso le redini dell'azienda e aveva nuovamente ingaggiato il fotografo: «Penso che sia il momento giusto per cominciare a divertirci», aveva confidato.
Altro che divertimento: in meno di una settimana, prima la bufera politica per la pubblicazione della foto con le Sardine e quindi l'imperdonabile leggerezza sulla sciagura del 14 agosto 2018. Glaciale l'annuncio del licenziamento, avvenuto in scadenza del contratto, tanto che sarebbero state in corso le trattative per il rinnovo: «Benetton Group, con il suo Presidente Luciano Benetton, nel dissociarsi nel modo più assoluto dalle affermazioni di Oliviero Toscani a proposito del crollo del Ponte Morandi, prende atto dell'impossibilità di continuare il rapporto di collaborazione con il direttore creativo. Luciano Benetton e tutta l'azienda rinnovano la loro sincera vicinanza alle famiglie delle vittime e a tutti coloro che sono stati coinvolti in questa tremenda tragedia».
L'UNO-DUE
Trapela un certo compiacimento «per questo formidabile uno-due» dagli ambienti della Lega, furiosi con Toscani fin dalle sue prime uscite contro l'allora sindaco Giancarlo Gentilini, per non dire poi dei «veneti ubriaconi atavici». Proprio per quest'ultima espressione Luca De Carlo, con delibera di giunta, da sindaco aveva dichiarato il creativo «persona non gradita a Calalzo di Cadore» e adesso, da deputato di Fratelli d'Italia, esulta: «Dopo anni di continue provocazioni, finalmente anche Benetton Group prende le distanze da Oliviero Toscani». Dalla famiglia che è la principale azionista di Autostrade, però, il viceministro Stefano Buffagni (Movimento 5 Stelle) si aspetta di più: «Scelta legittima, la sua frase sul Ponte Morandi è stata veramente irrispettosa e offensiva, ma non sia un modo per ripulirsi la coscienza». Ancora più duro con i Benetton è Michele Anzaldi, deputato di Italia Viva: «Vogliono tentare di rifarsi la verginità dopo la tragedia del Ponte Morandi umiliando chi li ha aiutati a costruirsi la loro immagine. Vergognoso». Concorda Maurizio Acerbo, segretario di Rifondazione Comunista: «Se la famiglia Benetton pensa di cavarsela con il sacrificio di Toscani, si sbaglia di grosso».
Maurizio Crozza ha dato un'anticipazione del suo ritorno su Nove imitando proprio Toscani: «A chi vuole che interessi se casca un ponte? Benetton ha fatto dei maglioni colorati stupendi...». Ma non ha voglia di ridere il piemontese Luca Salvai, sindaco di Pinerolo, che chiederà agli organizzatori di sospendere la retrospettiva dedicata al fotografo che è in programma al Castello di Miradolo fino al 3 maggio.
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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