La morsa della Procura di Taranto: Gdf e Noe per passare l'azienda al setaccio

Lunedì 18 Novembre 2019
L'INCHIESTA
ROMA Una maxi-inchiesta da condurre in tempi rapidi, con uno dispiegamento di polizia giudiziaria che dovrà agire su più fronti con sopralluoghi, ispezioni e acquisizioni di documenti che inizieranno già questa settimana. Nell'indagine della procura di Taranto sull'ex Ilva le deleghe sono state date alla Guardia di finanza, ai carabinieri del Noe e anche al comando specializzato nella tutela del lavoro.
I DUBBI
Perché gli aspetti da verificare sono tanti e sono tutti di primo piano: dal contratto di affitto siglato e che ora Arcelor Mittal intende rescindere alla decisione del gruppo franco-indiano di spegnere gradualmente gli altiforni, dal raggiro denunciato dai commissari straordinari relativo all'approvvigionamento di materie prime fino ad eventuali irregolarità nel ciclo produttivo, con materiali ceduti a prezzi irrisori. Circostanza che, in sostanza, avrebbe provocato il depauperamento dell'azienda, con perdite ipotizzate per circa 500 milioni di euro. Per il momento il procuratore capo Carlo Maria Capristo e l'aggiunto Maurizio Carbone procedono - ancora contro ignoti - per danneggiamento della produttività e dell'economia nazionale, ma l'indagine è destinata ad allargarsi.
Nelle prossime ore le Fiamme gialle andranno nella sede dell'acciaieria e negli uffici dell'Arcelor Mittal per acquisire tutta le documentazione relativa al contratto di affitto e, soprattutto, tutti gli atti di compravendita di materie prime e prodotti, per verificare anomalie e per stabilire se, come denunciato dai commissari, esista veramente un progetto del gruppo franco-indiano per mettere in ginocchio la fabbrica. Nell'esposto si sostiene infatti che il gruppo dell'acciaio con quartier generale in Lussemburgo abbia già messo in atto un processo di abbassamento della produzione degli impianti e di riduzione del loro calore. Processo che causerebbe un grave danno agli altiforni, rendendo la fabbrica difficile da utilizzare in futuro: le successive procedure di adeguamento sarebbero lunghe e, soprattutto, molto costose. Un danno che si rifletterebbe anche sull'economia italiana, visto che lo stabilimento di Taranto è strategico dal punto di vista nazionale.
I SOPRALLUOGHI
Ai sopralluoghi con i commissari parteciperanno anche i militari del Noe, che dovranno verificare il pericolo di danni all'ambiente, legati principalmente alla decisione di Arcelor Mittal di fermare gradualmente gli altiforni, circostanza che, oltre a deteriorare gli impianti, provocherebbe anche nuove emissioni inquinanti. E per quantificare un eventuale impatto ambientale non è escluso che nei prossimi giorni la procura possa nominare un consulente tecnico per effettuare ulteriori accertamenti. Mentre i carabinieri della sezione Lavoro dovranno acquisire e controllare i contratti con i dipendenti: il sospetto è che, anche in questo caso, ci possano essere irregolarità.
I magistrati di Taranto sono determinati a procedere a ritmo serrato e il calendario dei lavori è già fitto. Questa mattina è stato convocato un primo vertice negli uffici della procura - al quale parteciperà anche la polizia giudiziaria - per programmare le audizioni di testimoni da effettuare nei prossimi giorni. Probabilmente, i primi ad essere convocati saranno i dirigenti del gruppo franco-indiano. Una convocazione che potrebbe arrivare dopo l'acquisizione della documentazione in azienda. Poi magistrati e gli investigatori dovrebbero sentire i responsabili e i dipendenti del polo siderurgico.
L'INDAGINE A MILANO
Ma quella di Taranto non è l'unica vicenda giudiziaria sulla bagarre tra Ilva e Arcelor Mittal. Sempre stamattina, a Milano, l'aggiunto Maurizio Romanelli e i pm Stefano Civardi e Mauro Clerici si incontreranno per mettere a punto l'atto della loro costituzione nella causa civile con cui Arcelor Mittal chiede di rescindere il contratto di affitto dell'ex stabilimento, mentre i commissari, con il loro ricorso cautelare, cercano di fermarli per preservare l'azienda.
Michela Allegri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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