LA MISSIONE
BRUXELLES Con toni felpati, il premier Giuseppe Conte ha chiesto

Giovedì 12 Settembre 2019
LA MISSIONE
BRUXELLES Con toni felpati, il premier Giuseppe Conte ha chiesto alla Commissione Europea margini sul deficit e tempo per poter realizzare investimenti nell'economia digitale e nella conversione verde' dell'industria. Lo ha chiamato patto con l'Europa per favorire la crescita e per questa via ridurre l'enorme debito pubblico.
Non ci sono dettagli, ma questa è la prima enunciazione della strategia che il premier intende seguire nelle prossime settimane. Se ne occuperà fin dall'inizio il neoministro dell'economia Roberto Gualtieri che già domani e sabato si presenterà ai commissari Moscovici e Dombrovskis e ai colleghi' nell'ambito della riunione informale d'autunno a Helsinki. Il patto Italia-Europa' Conte lo ha proposto direttamente alla presidente della nuova Commissione Ursula von der Leyen. «Buon colloquio su situazione politica italiana, migranti ed economia», ha indicato lo staff dell'ex ministra tedesca precisando che non ci sono stati «risultati concreti».
Questa la cronaca del primo giro di incontri fuori Italia di Conte nella veste di premier della coalizione M5S-Pd e la scelta di Bruxelles non è stata casuale: tanto per marcare qual è il solco in cui l'Italia vuole essere pienamente inserita. Conte ha incontrato von der Leyen, il presidente Ue Tusk, il presidente attuale della Commissione Juncker, il presidente del parlamento Sassoli, infine il prossimo presidente Ue Michel, premier belga. Un giro per spiegare gli obiettivi di governo.
LA TRASPARENZA
Nell'incontro con von der Leyen «non abbiamo definito la manovra» finanziaria, ha indicato Conte, «ma ho detto che vorrei stabilire in modo trasparente con l'Europa un patto: c'è una stagione riformatrice che non si esaurirà in qualche mese per cui abbiamo bisogno di un po' di tempo, vogliamo rendere l'Italia digitalizzata, orientare il sistema industriale alla green economy'. Si tratta di investimenti produttivi che ci permettono di orientare la crescita verso uno sviluppo sostenibile. Consentiteci di realizzare questo progetto». L'obiettivo del governo è «ridurre il debito attraverso la crescita economica, non stiamo dicendo che non vogliamo tenere i conti in ordine». E ancora: «Ho spiegato il progetto per un'Italia digitalizzata e verde, proiettata verso l'economia circolare, che sono le priorità della sua Commissione, mi sembra molto importante la consonanza che abbiamo raggiunto». Come si concretizzerà in termini di misure, maggiore deficit rispetto a quanto faticosamente concordato per evitare la procedura per violazione della regola del debito (durante il Conte 1), non si sa. Conte ha saggiato il terreno. Questa è la frontiera' sulla quale dal primo novembre sarà impegnato Paolo Gentiloni in qualità di commissario all'economia: entro fine anno l'esecutivo Ue deve presentare analisi e valutazioni del modo in cui hanno funzionato le regole sui bilanci e forse avanzare delle proposte innovative. Non è chiaro se ciò avverrà: non c'è consenso sufficiente all'Eurogruppo per riaprire il patto di stabilità. Però da mesi si ragiona sul modo in cui facilitare gli investimenti nel digitale e pro-clima in relazione alla disciplina di bilancio. Sono i due settori di cui ha parlato Conte. Tuttavia i tempi di tale discussione non coincidono con i tempi della preparazione della Finanziaria 2020.
Martedì von der Leyen ha ribadito «sì alla flessibilità nell'ambito delle regole attuali». Quanto al Sud Conte ha parlato di «un regime agevolato perché ci sono aree disagiate sul piano economico e sociale che richiedono una cintura di protezione e misure straordinarie».
Sui rimpatri dei migranti il premier ha detto che occorre un meccanismo gestito a livello europeo. C'è la massima disponibilità di von der Leyen «a trovare subito un accordo, ancorchè temporaneo da stabilizzare successivamente, per uscire dalla gestione di casi emergenziali affidati alla sola Italia: abbiamo la massima disponibilità su questo e adesso dovremo discutere i dettagli». Sicuramente, ha aggiunto Conte, «l'Italia vuole anche che il meccanismo automatico sia sostanzialmente condiviso e ci sia una ripartizione: avremo Paesi riluttanti, ma chi non parteciperà ne risentirà sul piano finanziario. Tutti devono partecipare a meccanismi di redistribuzione e un meccanismo di solidarietà non può essere disatteso se non, per quanto ci riguarda, a grave prezzo».
Antonio Pollio Salimbeni
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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