La lotta al Covid

Sabato 6 Marzo 2021
LA CAMPAGNA
VENEZIA Programma delle consegne: 52.650 il 1° marzo, 132.460 l'8 marzo, 132.760 il 15 marzo, 102.060 il 22 marzo e 167.360 il 29 marzo. Ieri il governatore Luca Zaia, insieme ai colleghi di tutta Italia, ha avuto il primo incontro con il nuovo commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo: «Ci è stato confermato che l'arrivo di vaccini sarà importante, almeno pari a quello di gennaio e febbraio: ben venga, perché ci manca la materia prima». A fare due conti, sarà anche superiore, se gli annunci verranno rispettati: in un solo mese il Veneto dovrebbe ricevere 587.290 dosi, più delle 543.140 ottenute finora. Ma siccome non ce ne sono mai abbastanza, la Regione prova a rilanciare la campagna con due novità: l'utilizzo di AstraZeneca anche oltre i 65 anni e il recupero di una settima iniezione dalle fiale di PfizerBiontech.
L'AMPLIAMENTO
Secondo le statistiche nazionali aggiornate a ieri sera, il Veneto ha somministrato 392.761 dosi, cioè quasi tre quarti del magazzino disponibile. Le raccomandazioni sull'inoculazione unica per i guariti dal Covid e il possibile rinvio del richiamo per gli altri vanno nella direzione di ampliare la platea della vaccinazione. «Il ministro Roberto Speranza ci ha dato una bella notizia ha riferito Zaia perché ha accolto la possibilità di valutare l'immunizzazione anche degli over 65 con AstraZeneca. Se questo accadrà, avremo una possibilità in più di vaccinare un target con cui finora potevamo utilizzare solo Moderna e Pfizer». Quest'ultimo offrirà poi un altro vantaggio. «Alcuni nostri sanitari ha spiegato il governatore ci hanno dimostrato che, facendo attenzione, è possibile ricavare 7 dosi di vaccino da una fiala. Eravamo partiti da 5 e poi eravamo saliti a 6, ma la settimana iniezione è possibile non certo rimescolando gli avanzi delle boccette, bensì grazie all'impiego delle siringhe di precisione che avevamo acquistato per tempo. Perciò il direttore generale Luciano Flor ha già dato istruzioni in merito a tutte le Ulss».
IL PERSONALE
Nel frattempo è stata fornita anche un'altra indicazione alle aziende sanitarie, come ha spiegato l'assessore regionale Manuela Lanzarin: «Utilizzare il personale all'interno degli ospedali per effettuare le vaccinazioni, in modo da non distogliere gli addetti dei servizi di Prevenzione dall'opera di tracciamento dei contatti, ora torna ad essere spinta come un anno fa». È evidente che la coperta è corta, in una fase in cui l'attività di immunizzazione va ad intersecarsi con quelle di diagnosi e contact tracing, in netto aumento come si può vedere dall'andamento dei contagi. Le forze politiche di opposizione sono così tornate alla carica. Il Partito Democratico, con l'europarlamentare Alessandra Moretti, spinge per la vaccinazione nelle scuole: «Invito il neo-commissario Figliuolo a non lasciare l'iniziativa alle Regioni, che finora hanno dimostrato di non essere in grado di affrontare i problemi con efficacia». Anche +Europa, con il portavoce regionale Corrado Cortese e la consigliera nazionale Anna Lisa Nalin, critica la gestione locale: «La sola speranza di uscire dal fallimento del piano vaccinale è che la situazione sia presa in mano da Mario Draghi».
IL SOSTEGNO
Nel frattempo a puntare sui vaccini è anche il mondo delle imprese. «In attesa dei ristori, chiediamo alle istituzioni una intensificazione della campagna vaccinale estesa a tutte le categorie a contatto con il pubblico», ha affermato Matteo Ribon, segretario di Cna Veneto. In tema di indennizzi alle aziende, Zaia ha osservato: «Meglio parlare di sostegno che di ristori. Il 33% del fatturato perso aiuta, ma non basta. Se serve un altro scostamento di bilancio, lo si faccia. E chissà che magari Draghi con creatività non riesca a pescare qualcosa dal Recovery Fund per iniettare risorse nelle imprese».
A.Pe.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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