La lotta al Covid

Martedì 23 Febbraio 2021
IL CASO
MESTRE Mal di gola, dolori articolari, febbre alta. Si concentra tra Treviso e Belluno il maggior numero di insegnanti che il giorno dopo aver ricevuto la prima dose di vaccino hanno lamentato lievi malesseri che però in molti casi li hanno costretti a mettersi in malattia, con conseguenze sulle presenze scolastiche.
I DATI
Nel trevigiano più di 200 insegnanti dopo aver ricevuto il vaccino hanno dato forfait lasciando le scuole nel caos. È stato l'effetto della maratona di due giorni che la Ulss della Marca ha organizzato nel fine settimana per somministrare la prima dose del vaccino anti Covid di AstraZeneca a 5.570 docenti, con gli istituti costretti a correre ai ripari e a cercare convulsamente tutti i supplenti disponibili all'ultimo minuto. Non sempre è però bastato, tanto che in diverse scuole intere classi di ragazzi sono state rimandate a casa o hanno visto la mattinata di lezioni concludersi con qualche ora d'anticipo a causa delle cattedre deserte. Gli effetti collaterali sono possibili, ma secondo i dati attuali dovrebbero riguardare circa l'1% dei vaccinati, quindi al massimo una sessantina degli insegnanti in questione. L'alto tasso di diserzione registrato ieri a causa dei postumi del vaccino ha però spinto la Ulss a cambiare giorni e orari delle prossime sedute in calendario, che si proporrà di realizzare nei pomeriggi di venerdì e sabato, così ci sarà più tempo per riprendersi da eventuali sintomi.
LE ASSENZE
Nella Marca alcune scuole hanno dovuto rinunciare ieri anche al 15% del loro corpo docente. Dieci quelli assenti ad esempio all'istituto di Vazzola e Mareno di Piave, quindici coloro che mancavano dietro le cattedre del Duca degli Abruzzi di Treviso e altri otto al liceo Canova, anch'esso nel capoluogo. Ben 25 hanno alzato bandiera bianca al collegio Pio X, dieci tra materne e elementari e quindici delle medie e superiori. All'istituto comprensivo di Villorba e Povegliano quattro classi delle elementari sono rimaste a casa e altrettante hanno fatto rientro a casa anticipatamente. Nonostante i salti mortali, qualcuno cerca di vedere un lato positivo: «Speriamo sia l'ultimo scotto da pagare per liberarci davvero dell'epidemia» ha commentato la preside della scuola di Vazzola, Maria Zamai. E in qualche caso a premettere lo svolgimento delle lezioni anche a ranghi ridotti sono stati proprio i colleghi di coloro che erano a casa malati, come alle scuole medie Serena dove in sette mancavano all'appello.
I COMMENTI
L'Ulss fa sapere che non sono emersi casi di effetti collaterali gravi: «Simili reazioni lievi nella giornata successiva all'iniezione indicano proprio che il vaccino sta funzionando nel migliore dei modi. È accaduto con AstraZeneca, così come con Pfizer e Moderna» ha evidenziato Francesco Benazzi, direttore sanitario dell'Ulss. Dall'azienda sanitaria è venuta anche la proposta di anticipare le prossime sedute vaccinali al venerdì e sabato, ipotesi ventilata anche da Salvatore Auci di Snals, che invece propone di vaccinare di volta in volta solo pochi membri dello staff di ciascuna scuola.
BELLUNO
Mentre nel Padovano si segnalano solo 6 casi di blanda reazione allergica, nel Bellunese la situazione è più vicina a quella del Trevigiano: il giorno dopo la somministrazione delle prime 800 dosi di vaccino AstraZeneca diversi tra insegnanti, tecnici e personale ausiliario, hanno lamentato cefalea, stanchezza, febbre o dolori muscolari. Disturbi che più di qualcuno ha messo in relazione alla vaccinazione. Molti quelli che sono ricorsi al proprio medico per farsi dare i giorni di malattia. Costringendo le scuole a riorganizzarsi. L'Ulss ieri pomeriggio ha rilevato che sono solo una ventina le segnalazioni di reazioni avverse raccolte nel corso della giornata: «Un'evidenza - peraltro, rivela la nota - che era del tutto attesa». Dal momento che molti dei disturbi lamentati sono inclusi nel capitolo effetti indesiderati della scheda tecnica del vaccino, spiegano sempre dall'Ulss. Resta il fatto che le segnalazioni arrivate all'ufficio Sisp (che ne ha già raccolte 110 da inizio della campagna vaccinale) siano un numero molto al di sotto di quello che risulta facendo un giro di telefonate tra i dirigenti scolastici. Il motivo di questa discrepanza è presto detto: la comunicazione all'Ulss delle reazioni avverse spetta ai medici di base che potrebbero però attendere qualche giorno prima di inviare le segnalazioni. O in alcuni casi i sintomi potrebbero essere così blandi da non renderla neppure necessaria.
IN REGIONE
«Reazioni avverse? Buon segno, vuol dire che funziona», ha commentato Michele Mongillo della Direzione Prevenzione della Regione Veneto, invitato ieri dal governatore Luca Zaia alla conferenza stampa a Marghera. «Ci risulta qualche decina di reazioni locali o sistemiche, prevalentemente febbre. Ma stiamo parlando di alcuni casi su 6.700 somministrazioni».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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