IL PERSONAGGIO
ROMA All'inizio sembrava la solita giornata. Con il ministro M5S delle Infrastrutture Danilo Toninelli in trincea. Poi però la faccenda ha preso il verso sbagliato. E in serata il grillino si è trovato solo: davanti agli affondi Matteo Salvini (un grande classico) non ha trovato la sponda di Luigi Di Maio. Niente: nemmeno una parola. Di più: per la prima volta Toninelli si è preso anche il fuoco amico di Max Bugani. Il numero 2 di Rousseau, uomo di raccordo a Palazzo Chigi (sta nella segreteria di Di Maio) tra Casaleggio e Grillo, lo ha preso di mira perché troppo arrendevole. Sembra il colmo ma è così. Il tiro al bersaglio è scoppiato nel giorno del caos treni a cui si è aggiunta la notizia - anticipata da Il Messaggero - del licenziamento via mail di Pierluigi Coppola, il tecnico che si era dissociato dalla valutazione costi-benefici sulla Tav che bocciava i vantaggi della Torino Lione.
I FATTI
Meglio procedere per gradi con una premessa: da tempo Toninelli è nel mirino della Lega, che lo vuole cambiare in quanto lo chiama il ministro «blocca cantieri», a partire appunto da quello della Tav. L'epurazione di Coppola è stato un assist a porta vuota per Salvini: «L'unico atto del ministro sulla Tav è licenziare l'unico professore a favore non mi sembra che ci siamo proprio». Da qui la conclusione del leader della Lega: «Noi lavoriamo per sbloccare le infrastrutture, Toninelli per bloccarle». Nel merito del siluramento del tecnico, dal ministero arronzano una difesa di questo tipo: «Coppola ha violato la riservatezza rilasciando interviste non autorizzate e soprattutto resta un'ombra su di lui, in merito al falso contro-dossier con numeri sballati sulla analisi costi-benefici Tav». Ma appunto è una difesa che regge a metà, anche perché è la giornata dell'attentato incendiario allo snodo ferroviario di Firenze.
Toninelli, che sa di essere sempre più in bilico, per tutta la giornata si esibisce in un corpo a corpo con Salvini: «Se io blocco le strade, significa che il ministro dell'Interno non blocca le ong», risponde il grillino. Che indomito fa vedere i muscoli alla Lega. Il Pd vorrebbe che lui andasse in parlamento a riferire di quanto a Rozzano? Lui risponde così: «Prima tocca a Salvini, in quanto ministro dell'Interno». E continua: «Salvini lavori: ha tanto da fare su immigrazione e sicurezza». Evidentemente Toninelli non ha capito il momento storico, la crisi dei gialloverdi e la tensione continua di Di Maio con il Carroccio. Tanto che il leader pentastellato non lo difende mai, anche perché sa che sotto sotto c'è la dossier Tav che va affrontato. E con un sì, come fatto intendere ai grillini torinesi dieci giorni fa. Dunque gli uomini di Di Maio malignano: «Danilo vuole fare il protagonista, sa che salterà, ma almeno così tenta di passare come un grillino doc». Parentesi: venerdì il governo italiano dovrà comunicare alla Commissione Europea se intende proseguire la costruzione della Tav. Per condire il tutto arriva prima la stoccata di Bugani che è anche consigliere comunale a Bologna dove sta per essere sbloccato il Passante: «Si potrà ancora fermare tutto, si potrà, chissà, cambiare un ministro e un sottosegretario, che sembra abbiano perso di vista in questo momento il motivo e gli obiettivi per cui eravamo lì».
Una vicenda locale certo, ma che lascia il ministro di stucco. Dal Mit scuotono la testa: «Come fai sbagli». Anche perché in serata ecco Stefano Buffagni su Twitter: «L'egoismo - scrive il sottosegretario - consiste nel fare la propria felicità dall'infelicità di tutti gli altri». Il cinguettio sembra un altro colpo a Toninelli, ma sulla Tav. E nel dubbio raccoglie l'apprezzamento del collega leghista Massimo Garavaglia: «Ci sei arrivato».
Simone Canettieri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA All'inizio sembrava la solita giornata. Con il ministro M5S delle Infrastrutture Danilo Toninelli in trincea. Poi però la faccenda ha preso il verso sbagliato. E in serata il grillino si è trovato solo: davanti agli affondi Matteo Salvini (un grande classico) non ha trovato la sponda di Luigi Di Maio. Niente: nemmeno una parola. Di più: per la prima volta Toninelli si è preso anche il fuoco amico di Max Bugani. Il numero 2 di Rousseau, uomo di raccordo a Palazzo Chigi (sta nella segreteria di Di Maio) tra Casaleggio e Grillo, lo ha preso di mira perché troppo arrendevole. Sembra il colmo ma è così. Il tiro al bersaglio è scoppiato nel giorno del caos treni a cui si è aggiunta la notizia - anticipata da Il Messaggero - del licenziamento via mail di Pierluigi Coppola, il tecnico che si era dissociato dalla valutazione costi-benefici sulla Tav che bocciava i vantaggi della Torino Lione.
I FATTI
Meglio procedere per gradi con una premessa: da tempo Toninelli è nel mirino della Lega, che lo vuole cambiare in quanto lo chiama il ministro «blocca cantieri», a partire appunto da quello della Tav. L'epurazione di Coppola è stato un assist a porta vuota per Salvini: «L'unico atto del ministro sulla Tav è licenziare l'unico professore a favore non mi sembra che ci siamo proprio». Da qui la conclusione del leader della Lega: «Noi lavoriamo per sbloccare le infrastrutture, Toninelli per bloccarle». Nel merito del siluramento del tecnico, dal ministero arronzano una difesa di questo tipo: «Coppola ha violato la riservatezza rilasciando interviste non autorizzate e soprattutto resta un'ombra su di lui, in merito al falso contro-dossier con numeri sballati sulla analisi costi-benefici Tav». Ma appunto è una difesa che regge a metà, anche perché è la giornata dell'attentato incendiario allo snodo ferroviario di Firenze.
Toninelli, che sa di essere sempre più in bilico, per tutta la giornata si esibisce in un corpo a corpo con Salvini: «Se io blocco le strade, significa che il ministro dell'Interno non blocca le ong», risponde il grillino. Che indomito fa vedere i muscoli alla Lega. Il Pd vorrebbe che lui andasse in parlamento a riferire di quanto a Rozzano? Lui risponde così: «Prima tocca a Salvini, in quanto ministro dell'Interno». E continua: «Salvini lavori: ha tanto da fare su immigrazione e sicurezza». Evidentemente Toninelli non ha capito il momento storico, la crisi dei gialloverdi e la tensione continua di Di Maio con il Carroccio. Tanto che il leader pentastellato non lo difende mai, anche perché sa che sotto sotto c'è la dossier Tav che va affrontato. E con un sì, come fatto intendere ai grillini torinesi dieci giorni fa. Dunque gli uomini di Di Maio malignano: «Danilo vuole fare il protagonista, sa che salterà, ma almeno così tenta di passare come un grillino doc». Parentesi: venerdì il governo italiano dovrà comunicare alla Commissione Europea se intende proseguire la costruzione della Tav. Per condire il tutto arriva prima la stoccata di Bugani che è anche consigliere comunale a Bologna dove sta per essere sbloccato il Passante: «Si potrà ancora fermare tutto, si potrà, chissà, cambiare un ministro e un sottosegretario, che sembra abbiano perso di vista in questo momento il motivo e gli obiettivi per cui eravamo lì».
Una vicenda locale certo, ma che lascia il ministro di stucco. Dal Mit scuotono la testa: «Come fai sbagli». Anche perché in serata ecco Stefano Buffagni su Twitter: «L'egoismo - scrive il sottosegretario - consiste nel fare la propria felicità dall'infelicità di tutti gli altri». Il cinguettio sembra un altro colpo a Toninelli, ma sulla Tav. E nel dubbio raccoglie l'apprezzamento del collega leghista Massimo Garavaglia: «Ci sei arrivato».
Simone Canettieri
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