La Lega boccia Toninelli e i grillini lo lasciano solo

Martedì 23 Luglio 2019
IL PERSONAGGIO
ROMA All'inizio sembrava la solita giornata. Con il ministro M5S delle Infrastrutture Danilo Toninelli in trincea. Poi però la faccenda ha preso il verso sbagliato. E in serata il grillino si è trovato solo: davanti agli affondi Matteo Salvini (un grande classico) non ha trovato la sponda di Luigi Di Maio. Niente: nemmeno una parola. Di più: per la prima volta Toninelli si è preso anche il fuoco amico di Max Bugani. Il numero 2 di Rousseau, uomo di raccordo a Palazzo Chigi (sta nella segreteria di Di Maio) tra Casaleggio e Grillo, lo ha preso di mira perché troppo arrendevole. Sembra il colmo ma è così. Il tiro al bersaglio è scoppiato nel giorno del caos treni a cui si è aggiunta la notizia - anticipata da Il Messaggero - del licenziamento via mail di Pierluigi Coppola, il tecnico che si era dissociato dalla valutazione costi-benefici sulla Tav che bocciava i vantaggi della Torino Lione.
I FATTI
Meglio procedere per gradi con una premessa: da tempo Toninelli è nel mirino della Lega, che lo vuole cambiare in quanto lo chiama il ministro «blocca cantieri», a partire appunto da quello della Tav. L'epurazione di Coppola è stato un assist a porta vuota per Salvini: «L'unico atto del ministro sulla Tav è licenziare l'unico professore a favore non mi sembra che ci siamo proprio». Da qui la conclusione del leader della Lega: «Noi lavoriamo per sbloccare le infrastrutture, Toninelli per bloccarle». Nel merito del siluramento del tecnico, dal ministero arronzano una difesa di questo tipo: «Coppola ha violato la riservatezza rilasciando interviste non autorizzate e soprattutto resta un'ombra su di lui, in merito al falso contro-dossier con numeri sballati sulla analisi costi-benefici Tav». Ma appunto è una difesa che regge a metà, anche perché è la giornata dell'attentato incendiario allo snodo ferroviario di Firenze.
Toninelli, che sa di essere sempre più in bilico, per tutta la giornata si esibisce in un corpo a corpo con Salvini: «Se io blocco le strade, significa che il ministro dell'Interno non blocca le ong», risponde il grillino. Che indomito fa vedere i muscoli alla Lega. Il Pd vorrebbe che lui andasse in parlamento a riferire di quanto a Rozzano? Lui risponde così: «Prima tocca a Salvini, in quanto ministro dell'Interno». E continua: «Salvini lavori: ha tanto da fare su immigrazione e sicurezza». Evidentemente Toninelli non ha capito il momento storico, la crisi dei gialloverdi e la tensione continua di Di Maio con il Carroccio. Tanto che il leader pentastellato non lo difende mai, anche perché sa che sotto sotto c'è la dossier Tav che va affrontato. E con un sì, come fatto intendere ai grillini torinesi dieci giorni fa. Dunque gli uomini di Di Maio malignano: «Danilo vuole fare il protagonista, sa che salterà, ma almeno così tenta di passare come un grillino doc». Parentesi: venerdì il governo italiano dovrà comunicare alla Commissione Europea se intende proseguire la costruzione della Tav. Per condire il tutto arriva prima la stoccata di Bugani che è anche consigliere comunale a Bologna dove sta per essere sbloccato il Passante: «Si potrà ancora fermare tutto, si potrà, chissà, cambiare un ministro e un sottosegretario, che sembra abbiano perso di vista in questo momento il motivo e gli obiettivi per cui eravamo lì».
Una vicenda locale certo, ma che lascia il ministro di stucco. Dal Mit scuotono la testa: «Come fai sbagli». Anche perché in serata ecco Stefano Buffagni su Twitter: «L'egoismo - scrive il sottosegretario - consiste nel fare la propria felicità dall'infelicità di tutti gli altri». Il cinguettio sembra un altro colpo a Toninelli, ma sulla Tav. E nel dubbio raccoglie l'apprezzamento del collega leghista Massimo Garavaglia: «Ci sei arrivato».
Simone Canettieri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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