LA GIORNATA
VENEZIA Per mesi si è sentito dire di avere di fatto ammazzato

Mercoledì 5 Maggio 2021
LA GIORNATA
VENEZIA Per mesi si è sentito dire di avere di fatto ammazzato migliaia di veneti, nonni nelle case di riposo, padri e madri intubati nelle terapie intensive, persone già malate che non hanno retto il Covid. Per settimane si è sentito accusare di avere gonfiato i posti letto delle rianimazioni, di aver deliberatamente snobbato i tamponi molecolari prediligendo i test rapidi che non intercettavano i positivi, di aver voluto a tutti i costi mantenere la regione in fascia gialla, contribuendo così a far aumentare i contagi. E quindi i morti. Ieri Luca Zaia, per la terza volta a Palazzo Ferro Fini, la seconda in presenza da quando è stato rieletto presidente della Regione lo scorso settembre, ha ripercorso quattordici mesi di pandemia. L'ha dovuto fare dopo essere stato chiamato in causa dalla trasmissione di Rai3 Report e dopo che le opposizioni hanno preteso una seduta straordinaria del consiglio regionale. Hanno dovuto accontentarsi di una riunione della Quinta commissione Sanità perché Zaia ha voluto che a parlare fossero i tecnici, nove dirigenti che hanno messo in fila i fatti, le scelte, le decisioni, fornendo numeri, date, circostanze. A partire dal direttore generale della Sanità, quel Luciano Flor che Report aveva messo in croce con un imbarazzante fuori onda e che ieri si è tolto macigni dalle scarpe smontando il famoso studio del professor Andrea Crisanti: «Nello studio, che è stato chiesto dopo che io ho detto che non c'era, c'è scritto in grassetto che non dovrebbe essere usato come guida per la pratica clinica». E Zaia, prima di lasciare la parola ai consiglieri, in una maratona che neanche in sessione di bilancio, nove ore di discussione, non si è trattenuto: «Non ho nulla da nascondere, io e miei tecnici in questi 15 mesi ci abbiamo messo la faccia ogni giorno, non posso accettare che qualcuno accosti i numeri della mortalità in Veneto a incuria. Se alla fine di questa seduta sarete convinti che ci sia qualcosa di illegale, se ravviserete responsabilità, andate in Procura e abbiate le palle di fare una denuncia».
LA SMENTITA
Il benvenuto a Zaia, sul pontiletto del Ferro Fini, poco prima di mezzogiorno, l'ha dato la troupe di Report, tornata in laguna anche alla luce degli sviluppi della polemica, non ultima la notizia che ha tenuto banco negli ultimi giorni di una querela nei confronti di Crisanti, tanto che per il virologo l'altro giorno si sono mossi 40 scienziati italiani, primo firmatario il professor Silvio Garattini. «Chi vi ha detto che c'è una querela?», ha risposto Zaia al cronista. Ci avrebbe pensato poi Roberto Toniolo, il dg di Azienda Zero, a smentire in aula il ricorso alle carte bollate: «Nessuna denuncia né esposti, solo una relazione informativa mandata alla Procura a fronte di notizie di stampa, dichiarazioni, atti».
L'INTERVENTO
Zaia è rimasto al Ferro Fini dall'inizio alla fine della seduta della commissione. Ha parlato per primo, cinquanta minuti di intervento durante i quali ha ripercorso «l'incubo», la zona rossa a Vo', la tregua estiva, la seconda, terribile ondata. «Ne siamo venuti fuori con le ossa rotte, ma siamo riusciti a prendere in carico tutti». Fino all'avvio della campagna di vaccinazione. Scuote la testa: «Con 11mila morti, 20mila persone ricoverate, 400mila contagiate, pensavo che in Veneto ci potesse essere una no fly zone, invece sin dall'inizio siamo stati attaccati su tutto. Vi ricordo che non c'erano le istruzioni per l'uso per combattere il coronavirus, anche gli scienziati hanno sbagliato». Attacca: «Forse in questi quindici mesi abbiamo avuto una colpa, quella di esserci preoccupati. Io non vengo qua né per giustificarmi né per farmi processare. Noi ci mettiamo la faccia tutti i giorni. Prendiamo decisioni, la mia parola d'ordine è legalità. A me quelli che giocano la schedina il lunedì mattina fanno sorridere». All'opposizione che contesta la mancata risposta alle interrogazioni, risponde l'assessore Manuela Lanzarin: «Dite che non c'è agibilità democratica? Che su 200 interrogazioni avete avuto solo 81 risposte? La maggior parte di quelle interrogazioni sono in capo alla Prevenzione e la nostra Prevenzione, con la dottoressa Francesca Russo, siede a capo di tutti i tavoli nazionali, stiamo anche riscrivendo e linee guida nazionali per la riapertura delle Rsa. Se qualche volta non vi rispondiamo per tempo, è perché stiamo lavorando e non solo per il Veneto».
LE CONCLUSIONI
Nove ore dopo, al termine degli interventi non solo dei tecnici, ma anche di tutti i rappresentanti di opposizione e di almeno una ventina di maggioranza, Zaia riprende la parola. E, citando le osservazioni e le critiche avanzate da ciascun consigliere, torna a spiegare le scelte compiute dall'inizio della pandemia, difendendo anche la quotidiana conferenza stampa a Marghera: «Per me è devastante, ma è un dovere informare i veneti. Vi faccio presente che il mio appello per le vaccinazioni produce 80-100mila prenotazioni». Poi la confessione: «Ben venga la commissione di inchiesta. Volete che vi dica la verità? Ve lo giuro sulla testa di mia mamma, la volevo proporre io».
Alle 21.24 la seduta viene tolta. La presidente Sonia Brescacin annuncia: «Come richiesto da Zaia i verbali dei lavori saranno trasmessi alla Procura di Venezia».
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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