LA GIORNATA
VENEZIA Il Veneto è «osservato speciale» e al suo

Domenica 22 Novembre 2020
LA GIORNATA
VENEZIA Il Veneto è «osservato speciale» e al suo governatore Luca Zaia va bene così. Perché il fatto di essere attenzionati - esattamente come Friuli Venezia Giulia e Molise - dal ministero e dall'Istituto superiore della Sanità può indurre i cittadini «a non far festa» e ad osservare ancora più scrupolosamente le regole. Una su tutte: evitare gli assembramenti. Anche perché i dati sono ancora altalenanti, un attimo aumentano, un attimo dopo calano, come le terapie intensive che ieri mattina alle 11 hanno superato i 300 ricoveri, ma in poi in serata sono scese a 289, addirittura meno di venerdì. Però i ricoveri in area non critica sono tanti, ci sono addirittura province - come Verona, Vicenza, Venezia - dove il trend è ancora di crescita. Ecco perché Zaia dice: «È stato sbagliato scegliere il colore giallo per la nostra classificazione, è il colore del sole, induce a pensare che vada tutto bene. Il Veneto, in realtà, è in area grigia che è la più brutta, non si sa cosa ci sia dopo». È così che a Palazzo Balbi sono pronti a ripetere l'ordinanza che ha inasprito alcune restrizioni, imponendo ad esempio nei giorni festivi la chiusura di tutte le botteghe. «Sicuramente il sistema sanitario, l'organizzazione e il lavoro dei sanitari ci permette di essere in zona gialla. Ma l'ordinanza sulle misure zona gialla plus verrà reiterata perché non siamo ancora usciti da questo casino. Stiamo valutando alcuni aggiustamenti, potrebbero esserci delle modifiche, ma senza comportare ricadute economiche», ha detto Zaia.
I DATI
La statistica ufficiale di ieri registra in Veneto 3.442 nuovi contagi rispetto a venerdì, che portano il totale da inizio pandemia a 120.971 malati. I decessi salgono a 3.212, 42 in più nelle ultime ventiquattr'ore. Negli ospedali si superano i 2.600 ricoveri, suddivisi tra area non critica (2.320, +40) e terapie intensive (ieri sera 289, -2). «In Veneto c'è un segnale di gobbetta verso giù sui ricoveri da qualche giorno - ha sottolineato il presidente regionale - ma è solo un segnale. Bisogna che si consolidi. Abbiamo Verona, Vicenza e Venezia che hanno ancora un trend crescente nei ricoveri, lì la curva è a uncino. Se non ci mettiamo pancia a terra reimpenniamo le curve. E sarà inutile venire a parlare su cosa faremo a Natale, finirà che ci ingrasseremo mangiando il panettone da soli a casa».
L'ALGORITMO
Gli ultimi dati elaborati da Azienda Zero sugli indicatori di rischio, mostrano chiaramente che il Veneto è entrato complessivamente nella quarta fase del semaforo sanitario regionale sia per le terapie intensive che per i posti letto in area non critica, ma è su questi ultimi che si sente maggiormente la pressione. Treviso è già nella quinta fase, Vicenza pure, Verona è lì lì per entrarci. La maggior parte dei ricoverati, più di 1.500 su 2.600, è in condizioni severe, per 382 la gravità è critica, poi ci sono i duecento intubati. Di qui l'invito del presidente Zaia a rispettare le regole: «Le previsioni meteo per la giornata di domenica sono buone, ma evitate i centri storici, le zone da struscio, dove si fanno le vasche, non andate al mare, in montagna, al lago, non andate da nessuna parte dove ci sono assembramenti perché ci hanno confermato in fascia gialla, ma dietro l'angolo c'è quella arancione e anche quella rossa».
Quanto alle previsioni, l'assessore alla Protezione civile Gianpaolo Bottacin ha confermato che l'algoritmo usato dalla Regione indica una fase di crescita dei ricoveri e che non si è ancora arrivati al picco, atteso ora per la fine del mese: «Gli ingressi superano le dimissioni e ricordo che nella prima fase ci sono voluti due mesi per svuotare gli ospedali».
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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