LA GIORNATA
VENEZIA Come lo spot delle siringhe degli anni Ottanta: una puntura

Martedì 13 Aprile 2021
LA GIORNATA
VENEZIA Come lo spot delle siringhe degli anni Ottanta: una puntura e via, già fatto? Questa settimana arriverà il quarto vaccino anti-Covid, il Johnson&Johnson, la cui particolarità è di non richiedere la seconda dose, oltre a non avere bisogno di particolari condizioni di conservazione, motivo per cui potrebbe essere facilmente utilizzato nelle farmacie. «Aspettiamo le indicazioni di Aifa per la somministrazione», ha puntualizzato l'assessore alla Sanità della Regione del Veneto, Manuela Lanzarin. Ma il problema, più che le modalità, sono le quantità: i vaccini sono sempre troppo pochi. Sicuramente per il Veneto il cui governatore Luca Zaia continua a ripetere di avere una macchina in grado di fare anche 80mila, se non 100mila iniezioni al giorno, mentre le dotazioni al momento non ne consentono più di 25mila. «Vogliamo concludere entro questa settimana le somministrazioni agli over 80 ed entro la primavera vogliamo fare gli over 60», ha detto Zaia.
I numeri delle forniture li ha dati il commissario straordinario, il generale Francesco Paolo Figliuolo: 4,2 milioni di vaccini in distribuzione alle Regioni tra il 15 e il 22 aprile. Di queste, 176.699 dosi sono destinate al Veneto (compreso Moderna, circa 23.100 dosi) che quindi ne potrà somministrare 25.243 al giorno. La settimana dal 9 al 15 aprile sulla carta erano ugualmente segnate 176.700 dosi. Tante? Poche? Pochissime, se si pensa che domenica, con i sieri che già scarseggiavano in tutte le nove Ulss, sono state fatte 21.574 iniezioni, di cui 6.359 richiami. A ieri mattina nei magazzini veneti c'erano farmaci per 87.374 iniezioni. Ecco perché Zaia incita il premier Mario Draghi: «Spero che rompa il muro del contratto europeo e vada sul libero mercato. Perché i vaccini ci sono». Altrimenti, ha aggiunto, non si spiegherebbe l'enorme diversità di approvvigionamenti tra gli Stati europei, con l'Italia che di sicuro non primeggia.
LE FORNITURE
Questa settimana, a partire da giovedì, in Veneto arriveranno 153.600 dosi di vaccini, di cui 126mila Pfizer, 13mila AstraZeneca, 14.600 J&J (che, non avendo il richiamo, saranno destinate proprio a 14.600 persone, quindi, non dovendole dimezzare, è come se valessero il doppio), mentre di Moderna, come detto, non c'è traccia. Zaia si è detto fiducioso: «Con queste forniture contiamo di chiudere gli over 80 questa settimana e gli over 60 entro il 21 giugno, prima dell'estate». Ovviamente la prima dose. E, comunque, servono i vaccini. Il presidente del Veneto ha ribadito di non avere pregiudizi geografici nei confronti dei sieri prodotti da altri Paesi, ma è consapevole che in Italia sono acquistabili solo quelli autorizzati dall'agenzia europea per il farmaco Ema e da quella italiana Aifa: «Dico però che qualcuno a Roma dovrebbe andare a vedere tra i vaccini autorizzati se si possono comprare, a noi l'hanno impedito, ma se le quote sono stabili a livello europeo e alcuni Paesi riescono ad averne di più vuol dire che se li trovano in qualche altra maniera».
LE PRIORITÀ
Intanto continuano da parte dei cittadini, soprattutto anziani e disabili, le segnalazioni di disservizi sia del portale regionale per le prenotazioni che del numero verde. «Il numero verde è stato implementato con 100 nuove linee, ma a chiamare sono in tantissimi», ha detto Zaia che per metà settimana ha annunciato un riassunto delle modalità di prenotazione: «Daremo delle linee guida alle Ulss». Ad esempio: solo gli accompagnatori dei disabili potranno accedere alla vaccinazione con la formula del 2x1 (una prenotazione, due persone da vaccinare compreso il disabile) e questo non varrà invece per il coniuge della persona anziana. Le categorie essenziali - insegnanti, forze dell'ordine - che nel primo piano vaccinale nazionale avevano avuto la priorità, ora sono congelate: «C'è una fase di attesa, le priorità sono gli over 80», ha detto il presidente della Regione. Confermato, poi, l'allungamento da 21 a 42 giorni del tempo per la seconda dose dei vaccini Pfizer e Moderna, mentre restano confermate le 12 settimane per AstraZeneca. E se qualcuno pensa di presentarsi al Centro vaccinale e di scegliersi il farmaco, se lo scordi: «Decidono i medici quale vaccino fare - ha detto Zaia-. Gli unici titolati a parlare dei propri pazienti sono i medici di base».
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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