LA GIORNATA
VENEZIA Arriveranno vaccini. Tanti. Di più. E con quei vaccini

Venerdì 14 Maggio 2021
LA GIORNATA
VENEZIA Arriveranno vaccini. Tanti. Di più. E con quei vaccini non ci sarà bisogno di contingentare le prenotazioni, di limitare le chiamate a coorti anagrafiche o a categorie protette. Da giugno, il «mese della svolta» come l'ha definito il commissario per l'emergenza coronavirus generale Francesco Paolo Figliuolo, non solo si aprirà alle altre classi anagrafiche e alle categorie, ma si comincerà anche a vaccinare nelle aziende. Il che, con i medici di base e le farmacie, sarà davvero una artiglieria pesante contro il virus che ha chiuso i Paesi e messo in ginocchio le economie. Un esempio numerico l'ha dato lo stesso Figliuolo citando il Veneto: oggi, con le forniture di vaccini contingentate, la Regione capitanata da Luca Zaia viaggia su una media di 40mila somministrazioni al giorno; a giugno, con le nuove forniture di vaccini, si potrà arrivare addirittura a 100mila.
IL TOUR
È da settimane che il generale Figliuolo sta girando l'Italia, Regione per Regione, a visitare i centri vaccinali, a sentire i prefetti, i medici, i volontari della Protezione civile. Ieri è stato il turno del Veneto: prima a Mestre, al padiglione Rama per un incontro tecnico con gli operatori, poi al PalaExpo a Marghera dove i cittadini erano in coda ad attendere l'inoculazione del siero, infine a Padova e Verona. La visita in Veneto, assieme al governatore Luca Zaia e al capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, era già stata preceduta dall'annuncio dell'apertura delle vaccinazioni ai quarantenni: da lunedì 17 maggio la fascia di età 40-49 anni potrà prenotare la seduta vaccinale. E dopo? La visita a Mestre del commissario Figliuolo è stata l'occasione per fare il punto su forniture, bilanciamento tra Regioni, ampliamento delle classi vaccinali. Ma anche per rassicurare gli italiani sui tempi dei richiami di Pfizer e Moderna prolungati a 42 giorni e sulla sicurezza di AstraZeneca, di cui peraltro è atteso l'abbassamento dell'età per la somministrazione del siero.
STOP MAGAZZINO
Non esiste che le dosi consegnate all'Italia rimangano in frigorifero, il generale Figliuolo su questo è stato chiaro: «Non facciamo magazzino: quando serve la struttura commissariale fa proiezioni e si bilanciano i vaccini, con il consenso delle regioni interessate. Nei giorni scorsi c'è stato un bilanciamento sud-sud tra Sicilia e Puglia. Ne faremo altri su AstraZeneca, in modo da vaccinare il più possibile e non tenere nulla in cassa». Questo bilanciamento comporterà per il Veneto l'arrivo nelle prossime settimane di 183mila dosi.
«Maggio è un mese di transizione, a giugno dobbiamo aprire le vaccinazioni ad altre fasce d'età e alle aziende», ha detto Figliuolo, certo che le forniture di sieri non mancheranno. «Questo mese - ha annunciato - avremo circa 17 milioni di dosi, siamo con una media di 450mila dosi somministrate al giorno con punte di oltre 500 mila tra giovedì e venerdì. A giugno dobbiamo aprire ad altre fasce, alle aziende, si faranno test con classi d'età, warm up con i medici aziendali per testare la bontà del sistema. Giugno deve essere il mese della svolta per dare la spallata definitiva e lasciarci indietro il periodo peggiore. Dobbiamo arrivare all'immunità di gregge, confido che ci arriveremo nei tempi previsti». Dopo i quarantenni, dunque, ci sarà un liberi tutti. L'intenzione della struttura commissariale è di «dare una sorta di via libera parallela e multipla su tutte le classi di età, e aprire altri hub nelle aziende». La stima per giugno è di avere almeno 20 milioni di dosi. Il commissario ha ricordato che il Veneto avrà a disposizione altri 65 hub nelle aziende - 1.000 a livello nazionale - ma comunque subordinati all'arrivo dei vaccini. «Tra il piano vaccini cadenzato e le misure di contenimento decise dal governo, c'è stata una caduta del 50% dell'ospedalizzazione e del 40% nelle terapie intensive».
I RICHIAMI
Per quanto riguarda i richiami di Pfizer e Moderna, inizialmente fissati rispettivamente a 21 e 28 giorni, l'indicazione in Italia è di allungare la seconda dose a 42 giorni. Un allungamento, ha detto Figliuolo, «derivato da studi scientifici»: «Nell'ambito di una pandemia se si dà mezzo scudo a più persone è meglio che darne uno intero a meno persone».
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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