LA GIORNATA
TRIESTE Irruzione di una ventina di esponenti di Casapound ieri in

Mercoledì 5 Agosto 2020
LA GIORNATA
TRIESTE Irruzione di una ventina di esponenti di Casapound ieri in Consiglio regionale ed esternazione di un consigliere della Lega che, dopo essersi rivolto al gruppo richiamandolo ad avanzare le proprie istanze rispettando le regole, se n'è uscito con un: «Io sono uno che sparerebbe tranquillamente a quelli», riferendosi ai migranti, salvo poi dirsi «pentito».
È accaduto ieri in Friuli Venezia Giulia, regione che da settimane sta facendo i conti con un nuovo flusso di migranti provenienti dalla rotta Balcanica. Tra di essi alcuni anche positivi al Covid-19, tanto da far decretare al sindaco di Udine «zona rossa» la caserma Cavarzerani in cui sono ospitati e prevedere un prolungamento della quarantena. Da lì lo scoppio di disordini con incendi di materiale e sommossa. In questo contesto una normale seduta di commissione consiliare si è trasformata in teatro «di un fatto inaccettabile», come l'ha definito il presidente del Consiglio regionale Piero Mauro Zanin, mentre stava analizzando, ironia della sorte, il Piano immigrazione 2020 approvato dalla Giunta del leghista Massimiliano Fedriga e su cui c'era già stato il consenso del Consiglio delle autonomie. In breve, un pacchetto da 7 milioni quasi interamente da trasferire ai Comuni per la compartecipazione alle spese di accoglienza per gli stranieri minorenni non accompagnati.
L'INVASIONE
Il gruppo di Casapound ha fatto irruzione con uno striscione, superando il controllo degli addetti alla sicurezza, per manifestare contro l'ingresso degli immigrati in regione dai Balcani. «Fate un atto dimostrativo, se non potete chiudere il confine», hanno detto urlando con un megafono. Tra i consiglieri diverse le reazioni: alcuni dell'opposizione hanno lasciato l'aula; altri sono rimasti seduti ai propri posti; il presidente della commissione Giuseppe Sibau si è avvicinato ai dimostranti «e quando ho appurato che non avevano intenzioni violente, ho ascoltato».
LO SCIVOLONE
È stato il leghista Antonio Calligaris a caricare la cronaca. Dopo aver ripreso il gruppo di Casapound («Siete come quelli della Cavarzerani che non rispettano le regole»), ha aggiunto: «Io gli sparerei tranquillamente a quelli, però dovete imparare a fare le cose come vanno fatte». Immediata la presa di distanza dei colleghi presenti, compreso Mauro Bordin, capogruppo consiliare della Lega. Poco dopo lo stesso Calligaris ha espresso rammarico: «Sono sinceramente pentito di aver pronunciato parole che possono essere ricondotte a azioni violente lontane dal mio modo di essere. Sono andato oltre in un momento di concitazione e mi scuso». Il presidente dell'aula Zanin ha presentato «regolare denuncia affinché quanto accaduto non resti impunito», mentre il presidente della commissione Sibau aggiornava che «tutti sono stati identificati». Aver interrotto i rappresentanti di un'istituzione nello svolgimento dei propri compiti, ha aggiunto Zanin, «è un fatto inaccettabile, una ferita inaudita alla democrazia e alla libertà che il Consiglio garantisce all'intera comunità».
LA SICUREZZA
«Un atto preoccupate e che deploro», ha dichiarato il governatore Massimiliano Fedriga, ponendo un problema di sicurezza: «Gli addetti hanno chiamato la Digos, ma quando è arrivata i manifestanti erano appena andati». «Non ci dobbiamo isolare, ma pensare a prevedere controlli più mirati ed efficaci ha prospettato il presidente Zanin , ad esempio attraverso i metaldetector».
Antonella Lanfrit
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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