LA GIORNATA
ROMA Sarà ancora un'Italia con l'elmetto quella che domenica

Giovedì 21 Giugno 2018
LA GIORNATA
ROMA Sarà ancora un'Italia con l'elmetto quella che domenica si siederà al tavolo di Bruxelles al vertice informale tra i leader dell'Unione Europea. La bozza che filtra nel pomeriggio dalla capitale belga sulla dichiarazione congiunta del vertice rischia di innescare un nuovo scontro tra il governo italiano e i suoi partner europei sui migranti: non si va a Bruxelles a firmare accordi già preconfezionati, è il commento a caldo con cui a Palazzo Chigi si descrive l'irritazione del premier Giuseppe Conte nei riguardi dell'andamento che rischia di prendere il mini-summit di domenica.
Il punto cruciale sono i movimenti secondari dei migranti, ovvero i ricollocamenti nel Paese di primo approdo di quei richiedenti asilo che lo abbandonano per recarsi in altri Stati membri europei. È un punto di cui Conte ha discusso lunedì a Berlino con la cancelliera Angela Merkel che, raccontano fonti del governo, sembrava aver manifestato una certa sensibilità su una questione che anche nel governo tedesco sta facendo sorgere più di un grattacapo.
E la chiusura dell'Italia alla seconda accoglienza, Conte la conferma incontrando il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk. Per questo, quando in serata filtra la bozza Ue, il fastidio a Palazzo Chigi è palpabile.
I PUNTI
Non basta all'Italia il rafforzamento di Frontex - che nella bozza diventa polizia di frontiera - al quale il vertice di domenica dovrebbe arrivare. E non bastano le rassicurazioni sulla riforma di Dublino e sull'istituzione di hotspot nei Paesi di origine arrivate da Francia e Germania. L'Italia, è la posizione del governo, vuole una soluzione di accoglienza europea nel breve periodo e, facendosi carico dell'emergenza sbarchi come Paese di primo approdo, non può accettare più i ricollocamenti. Ed è una posizione, rassicurano a Palazzo Chigi, che Conte e Salvini - oltre a Luigi Di Maio - condividono appieno.
«Se la versione resta questa è inaccettabile», è la posizione del governo italiano che avrà, nelle prossime ore, contatti con le cancellerie straniere e che, al momento, sembra quasi mettere in dubbio persino la stessa partecipazione al vertice. Con il ministro dell'Interno Matteo Salvini a mostrare il volto più «duro» del governo giallo-verde: «Se andiamo lì per avere il compitino già preparato da francesi e tedeschi è giusto risparmiare i soldi del viaggio», tuona il leader della Lega. «Macron è un chiacchierone e pure Sanchez, anche se è lì da poco. Parlano di bontà e generosità? Lo dimostrino», ha spiegato Salvini ieri a Porta a Porta su Rai1. In precedenza aveva invitato la Spagna «a prendersi i prossimi quattro barconi».
Sulla bozza Ue emerge un'asse tra Conte e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La bozza che filtra da Bruxelles, raccontano fonti parlamentari, non sarebbe piaciuta neanche al Capo dello Stato che, incontrando Tusk nel pomeriggio, ha chiesto al suo interlocutore una vera solidarietà europea sulle ricollocazioni. «L'Unione Europea - ha scritto il Capo dello Stato in una nota relativa alla giornata mondiale del Rifugiato - deve saper intervenire nel suo insieme, non delegando solamente ai Paesi di primo ingresso l'onere di affrontare le emergenze. La gestione attuale dei fenomeni migratori deve lasciare il posto a interventi strutturali che rimuovano le cause politiche, climatiche, economiche e sociali che alimentano tante tristi vicende», aggiunge il Capo dello Stato.
Restano due appendici. La prima è politica: tra i cinquestelle monta un certo fastidio per le continue sortite di Salvini. C'è poi un tema più economico: ieri l'Ocse, l'organizzazione dei paesi più industrializzato ha ricordato che gli sbarchi in Italia stanno diminuendo del 34% sul 2016 e ribadisce che l'arrivo in Europa di forza lavoro giovane aiuta l'economia.
Diodato Pirone
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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