LA GIORNATA
ROMA La Lega blinda Paolo Savona al Tesoro ed è muro contro

Sabato 26 Maggio 2018
LA GIORNATA
ROMA La Lega blinda Paolo Savona al Tesoro ed è muro contro muro con il Colle. Una situazione molto delicata che stringe il premier incaricato, Giuseppe Conte, nella morsa tra i partiti della sua maggioranza e il Presidente della Repubblica. Quando già si diffondevano i rumors sul calendario dell'eventuale giuramento, lo strappo sul titolare all'Economia provoca un'inevitabile allungamento dei tempi e anche ipotesi di una clamorosa rottura.
Neanche un lungo faccia a faccia informale chiesto da Conte al Capo dello Stato (oltre un'ora e mezza) ha sciolto la tensione. Da un lato il Colle conferma con decisione le sue riserve su Savona, dall'altro Matteo Salvini che specularmente non cede di un centimetro, con il sostegno M5S. «La Lega - fanno sapere fonti del Carroccio - ha preso precisi impegni con gli italiani su tasse, Europa, giustizia, pensioni,non prendiamo in giro nessuno. Non andiamo a Bruxelles con il cappello in mano». Un modo per ribadire il concetto che Salvini ripete da giorni come un mantra: o questo governo cambia le cose o meglio andare al voto.
VERTICI ISTITUZIONALI
E dire che Conte ce la sta mettendo tutta per concludere positivamente il suo incarico: di prima mattina si è recato a Palazzo Koch per incontrare il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco. Poi, alla Camera, un vertice con Luigi Di Maio e Salvini. Di Maio cerca di smorzare la tensione: «L'incontro è andato molto bene. È come se avessimo lavorato sempre insieme».
Dribbla ogni domanda su Savona, però: «Non voglio parlare di nomi. Di questo - commenta sintetico - ne devono parlare il presidente della Repubblica e Conte». Salvini invece vola a Milano per il compleanno della figlia, spiega. È il segnale che per lui il tempo della trattativa a Roma è ormai scaduto, la parola tocca ora al Capo dello Stato. Quindi ribadisce la sua netta determinazione a spingere su Savona sino alla fine, a ogni costo: se non ci sarà lui nella compagine di governo - informano fonti a lui vicine - non ci sarà nemmeno il governo stesso. In serata, su Facebook conferma la sua grande irritazione con una frase secca inequivocabile: «Sono molto arrabbiato». E Di Maio posta il suo like.
Diodato Pirone
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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