LA GIORNATA
ROMA Alle 20 il capo dello Stato, Sergio Mattarella, spiega perché

Venerdì 23 Agosto 2019
LA GIORNATA
ROMA Alle 20 il capo dello Stato, Sergio Mattarella, spiega perché ci sarà un secondo giro di consultazioni, a partire da martedì: «La crisi va risolta all'insegna di decisioni chiare e in tempi brevi». O si trova un'alleanza, o si va al voto, si comprende dal ragionamento del presidente. Che aggiunge: «Nel corso delle consultazioni mi è stato comunicato da parte di alcuni partiti che sono state avviate iniziative per un'intesa in Parlamento per un nuovo governo e mi è stata avanzata la richiesta di avere il tempo di sviluppare questo confronto. Anche da parte di altre forze politiche, del resto, è stata rappresentata la possibilità di ulteriori verifiche». La trattativa M5S-Pd può cominciare ufficialmente, anche se restano i nodi del programma. I grillini vogliono partire dal taglio dei parlamentari, il Pd vuole che prima di tutto ci sia una bozza di manovra economica. Oggi inizieranno le trattative dalle delegazioni, mentre il segretario Pd potrebbe vedersi con Di Maio. Zingaretti ieri sera ha ricordato: «Dalle proposte e dai principi da noi illustrati al Capo dello Stato e dai punti programmatici esposti da Di Maio, emerge un quadro su cui si può iniziare a lavorare». E oggi il segretario Pd potrebbe incontrare Di Maio. Fino alle parole del presidente, era stato il giovedì delle condizioni - dieci del Movimento 5 Stelle, cinque più tre del Pd - e delle tensioni per una intesa quanto mai difficile, con il capo dello Stato chiamato a cercare una sintesi.
IL TENTATIVO
Pillole dai discorsi post consultazioni dei due leader: Zingaretti dice che «il Pd ha dato la sua disponibilità a verificare l'esistenza di una nuova maggioranza, ma con una discontinuità politica e programmatica»; Di Maio spiega: «Il voto non ci intimorisce ma non può essere la fuga dalle promesse fatte dagli italiani».
Tutto questo malgrado il leader della Lega, Matteo Salvini, dopo avere incontrato Mattarella, abbia provato a rilanciare l'intesa con M5S: «Credo che Di Maio abbia lavorato nell'interesse del Paese, agli insulti di altri preferisco non rispondere. Se ci ripensano, ci siamo». Una parte del Movimento non è insensibile a questa proposta, ma la linea dettata da Grillo e Casaleggio di isolare Salvini è stata perentoria e, forse suo malgrado, Di Maio ha dovuto applicarla.
Eppure,al mattino la trattativa tra Pd e Movimento 5 Stelle sembrava compromessa. Dopo che la delegazione dem, guidata da Nicola Zingarettti, ha illustrato la sua posizione a Mattarella, con le cinque condizioni votate dalla direzione nazionale, si era diffusa una sintesi differente, con tre più stringenti richieste del Pd, a partire dallo stop al taglio dei parlamentari. Apriti cielo: i renziani si sono infuriati con Zingaretti temendo che volesse compromettere l'accordo. Il segretario ha precisato: non è cambiato nulla, che le condizioni illustrate sono le cinque votate dalla direzione nazionale. La tempesta si è placata, in attesa che la delegazione del M5S, per ultima, venisse ricevuta al Quirinale. «Si presenteranno con dieci condizioni - prevede un parlamentare del Pd buon profeta - ma se alzano la posta tutto diviene ancora più complicato». Nel frattempo da Mattarella è andata Forza Italia. Silvio Berlusconi: «Il centrodestra è la maggioranza naturale degli italiani. Non riferisco le frasi con cui la signora Merkel e Juncker hanno definito il precedente governo». Giorgia Meloni (FdI): «No all'ipotesi di mettere in piedi governi eterodiretti da Francia e Germania». E Di Maio? Alle 17 ha illustrato al capo dello Stato i dieci impegni chiesti da M5S. La lista parte proprio dal voto del taglio dei parlamentari, a cui Zingaretti aveva detto no o forse ni.
Mauro Evangelisti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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