LA GIORNATA
ROMA All'indomani delle dimissioni di Giuseppe Conte, Pd e Movimento

Giovedì 22 Agosto 2019
LA GIORNATA
ROMA All'indomani delle dimissioni di Giuseppe Conte, Pd e Movimento 5 Stelle sono meno distanti, mentre dai gruppi minori ci sono state aperture alla formazione di una nuova alleanza per evitare le elezioni anticipate.
CONFRONTO
Il giorno delle consultazioni comincia con la Direzione del Pd che affida al segretario Nicola Zingaretti il mandato a trattare per valutare se vi siano possibilità per un governo di legislatura. Fissa cinque punti programmatici: dalla manovra economica che eviti l'aumento dell'Iva alla lealtà all'Unione europea, dal cambio di gestione dei flussi migratori alla crescita economica abbinata alla sostenibilità ambientale. Luigi Di Maio incontra i capigruppo di Senato e Camera e delle commissioni, traspare una cauta apertura M5S, che significa andiamo a vaedere le carte. Intanto, però, sul Messaggero.it viene pubblicata una copia della mail di Rousseau ai parlamentari che invita a mettersi in regola con i pagamenti ma anche a prepararsi ad «elezioni anticipate». Questa sera, dopo che la delegazione del Movimento 5 Stelle avrà parlato con il capo dello Stato, si svolgerà un'altra riunione: Di Maio incontrerà deputati e senatori pentastellati.
In questo subbuglio, il capo dello Stato, Sergio Mattarella, inizia la liturgia delle consultazioni incontrando prima la presidente del Senato, Elisabetta Casellati (colloquio di 15 minuti), poi il presidente della Camera, Roberto Fico (in questo caso il confronto è durato mezz'ora in più). Né l'una, né l'altro rilasciano dichiarazioni al termine della conversazione con Mattarella.
CONSENSI
A seguire tutti i gruppi più piccoli dalle quali arrivano aperture all'ipotesi di un nuovo governo. La capogruppo delle Autonomie al Senato, Julia Unterberger: «Siamo disponibili ad appoggiare un Conte Bis con una differente maggioranza, irresponsabile votare in autunno: se sale l'Iva, andremo a fare la spesa in Austria». Loredana De Petris, presidente del Gruppo Misto del Senato: «Il voto anticipato sarebbe pericoloso, bisogna avere la buona volontà e la generosità di provare a costruire un governo politico di legislatura». Con lei Pietro Grasso, Emma Bonino («serve un autorevole governo del fare e del disfare alcune iniziative e leggi di questa maggioranza») e Riccardo Nencini («esecutivo di ampio respiro»). Ancora: da sinistra il capogruppo di Leu, Federico Fornaro chiede un «governo di svolta». Al di là delle formule è evidente il desiderio di una maggioranza che eviti le elezioni anticipate. Sostegno al governo con un programma condiviso da Beatrice Lorenzin (Civica popolare), Alessandro Fusacchia (+Europa) mentre Maurizio Lupi (Noi per l'Italia) dice no.
EPILOGO
L'ex presidente Giorgio Napolitano, che in questi giorni non è a Roma, è stato sentito telefonicamente da Mattarella. Questa mattina si entrerà nel vivo delle consultazioni, vista la successione dei gruppi attesi in Qurinale: alle 10 Fratelli d'Italia, alle 11 il Pd, alle 12 Forza Italia, alle 16 Lega, alle 17 il Movimento 5 Stelle. Finite queste consultazioni lampo in appena due giorni, il capo dello Stato probabilmente si prenderà un po' di tempo per comunicare la sua decisione. In parallelo proseguono le trattative tra le diplomazie di Pd e Movimento 5 Stelle, mentre ieri mattina Matteo Salvini ha parlato con i giornalisti davanti alla Camera. «Abbiamo pronta una manovra da 50 miliardi», ha assicurato sotto il sole.
Mauro Evangelisti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci