LA GIORNATA
dal nostro inviato
LOSANNA (SVIZZERA) Ore 18, la piccola Olivia

Martedì 25 Giugno 2019
LA GIORNATA
dal nostro inviato
LOSANNA (SVIZZERA) Ore 18, la piccola Olivia sale sul palco del Swiss Tech Convention Centre. Tra le mani tiene una busta con i cinque cerchi. È lì dentro che c'è il verdetto. Nel salone dove siedono i grandi elettori del Comitato Olimpico Internazionale, la principessa Vittoria con la delegazione svedese, tutti gli italiani con il sottosegretario Giorgetti e i governatori Fontana e Zaia e i sindaci Sala e Ghedina, cala il silenzio. Il presidente del Cio, Bach, prende tempo e ringrazia la piccola hostess. In sala fremono. L'attesa pare un'agonia. Finché, finalmente, mister Bach apre la busta.
Estrae il cartoncino. Lo guarda. Poi lo volta. Milano-Cortina. È un boato. Mentre le svedesi scoppiano in lacrime, il presidente del Coni Giovanni Malagò prende in braccio Diana Bianchedi, la coordinatrice del dossier italiano che la sera della vigilia, per la cena di gala, aveva esibito un tubino nero mozzafiato («Siamo alla guerra, no?»). Beppe Sala, solitamente compassato, esibisce un'esultanza da curva. È lui che intona: I-ta-lia, I-ta-lia. Gianpietro Ghedina ancora non lo sa, ma nella sua Cortina le campane stanno suonando a festa. Zaia e Fontana si abbracciano, mentre le telecamere inquadrano il volto della principessa ereditaria.
Le manovre sulle teste coronate, tutti i tentativi della delegazione di Stoccolma-Aare di prendersi i voti dell'Italia sono stati vani. Milano-Cortina ha ottenuto 47 voti, cinque in più del quorum. Uno solo degli 82 membri del Cio si è astenuto. I rimanenti 34 voti sono andati a Stoccolma-Aare.
I DUETTI
Sarà Thomas Bach a spiegare cos'è stato determinante per il verdetto: il consenso popolare. San Marco Balich, lo stratega delle cerimonie olimpiche (Torino 2006, Rio 2016, adesso anche Tokyo 2020), ci aveva azzeccato: «We are ready, 83% support national». Siamo pronti, l'83 per cento degli italiani vuole le Olimpiadi. Così è terminato il video emozionale presentato ieri pomeriggio al Cio. Un filmato con i simboli dell'Italia, le Dolomiti, la moda con Giorgio Armani, la cucina con Carlo Cracco, l'arte con il Cenacolo vinciano. E poi gli scorci di Venezia, Milano, la Valtellina, la Val di Fiemme, ovviamente Cortina. E le facce degli atleti, i muscoli in primo piano allo start delle gare. Un filmato di immagini e parole. In rima. Come fosse una poesia. Ma anche i politici si son messi di impegno. Mentre Stoccolma-Aare ha proposto la classica carrellata di discorsi, Milano-Cortina ha messo in scena i duetti. Giovanni Malagò con il presidente del comitato paralimpico Luca Pancalli («Atleti olimpici e paralimpici devono essere al cuore del progetto»). Poi Beppe Sala («Abbiamo preparato Giochi sostenibili sul piano ambientale») con Luca Zaia («Sarà un enorme privilegio poter presentare al mondo un patrimonio dell'Unesco come le Dolomiti. I Giochi saranno una grande occasione che darà opportunità al nostro territorio»). E a chiudere la passerella dei politici il premier Giuseppe Conte (cui il poliglotta Malagò, nella presentazione iniziale pronunciata in spagnolo, ha cambiato una vocale facendolo diventare Conti).
La partecipazione del presidente del Consiglio dei ministri a Losanna dura una manciata di ore, giusto il tempo di intervenire alla presentazione della candidatura. «Dreaming together - dice Conte ai membri del Cio che si apprestano a votare - è il motto della candidatura di Milano-Cortina e, onestamente, non riesco ad immaginarne uno più appropriato. Questo sogno olimpico non è solo il sogno di due città, è il sogno di un intero Paese, il nostro Paese». Il premier parla per quattro minuti. Il discorso originario ne durava cinque. Troppi. La notte della vigilia gli hanno spiegato che avrebbe dovuto tagliare un po': la sintesi è sempre apprezzata. E così è stato. Poi il videomessaggio del Capo dello Stato: «In un teatro alpino di straordinaria bellezza, l'Italia, con la sua antica tradizione di ospitalità, è pronta ad accogliervi», ha detto Sergio Mattarella.
E il microfono è passato alle atlete, Sofia Goggia in duetto con Michela Moioli, poi la testimonial Arianna Fontana, infine la giovane Elisa Confortola: «Sarà meraviglioso». Tutto in inglese, leggendo dal gobbo. Ma guardando in faccia i grandi elettori.
I CONTEGGI
«Qualche voto in più lo abbiamo guadagnato», diranno poi Sofia Goggia, Michela Moioli e Arianna Fontana, le ragazze d'oro dei Giochi di Pyeongchang. Forse è stato davvero così, perché poche ore prima del verdetto il timore era di una sostanziale parità. C'era l'incognita dei reali, pressati dalla principessa Vittoria: la Spagna avrebbe potuto votare per Stoccolma-Aare? Nei corridoi per tutta la giornata si sussurrava delle manovre diplomatiche. Sulla Cina si sarebbe mosso l'entourage dell'Inter del giovanissimo presidente Steven Zhang. Sull'Africa si vociferava di ambienti dell'Eni a suo tempo presieduto da Paolo Scaroni. Mentre campioni delle racchette avrebbero tentato di convincere Alberto di Monaco. Quanto alla Russia, quella veniva data in partenza a favore della candidatura italiana. Non così per la Germania, per buona parte dei Paesi nordici e del continente australiano. Ma erano conteggi dettati più che altro dalla paura di non farcrela. Forse aveva ragione Franco Carraro, il membro italiano del Cio di lungo corso: «Secondo me finita la colazione nulla cambia più niente, i votanti hanno deciso e manterranno la loro posizione». In 47 hanno detto sì a Milano-Cortina. Uno solo si è astenuto. Chissà chi sarà stato.
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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