LA DIFESA
dal nostro inviato
VERONA «Il Green pass? Uno strumento di

Lunedì 18 Ottobre 2021
LA DIFESA dal nostro inviato VERONA «Il Green pass? Uno strumento di
LA DIFESA
dal nostro inviato
VERONA «Il Green pass? Uno strumento di libertà». Il ministro Stefano Patuanelli, M5s, triestino, dice di rispettare, ma di non condividere, la protesta in atto nella sua città contro la certificazione verde. «Le manifestazioni nella mia città - ha detto ieri Patuanelli, a margine dell'inaugurazione del Vinitaly in Fiera a Verona - sono state tutte contrassegnate dalla civiltà e da una espressione popolare forte che non condivido nel merito, ma che rispetto nel metodo in cui si sono sviluppate. È evidente, ed è sotto gli occhi di tutti, che vaccino e Green pass sono strumenti di libertà e non di contrazione della democrazia: non c'è nessuna dittatura in corso, c'è semplicemente la volontà di non chiudere più le attività produttive, tutti devono poter lavorare in libertà, ma questo si può ottenere solamente seguendo alcune regole». Secondo il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, «il Green pass è uno strumento attraverso il quale riusciamo a contenere il più possibile la pandemia che ha stravolto la vita degli italiani. Metterlo in discussione è surreale. Anzi, i dati di questi giorni - ha sottolineato Patuanelli - dimostrano che sia stato uno stimolo verso la vaccinazione. Una commissione in Inghilterra ha sottolineato che si sarebbe dovuto seguire il modello italiano: dobbiamo esserne orgogliosi».
L'AUSPICIO
Il Green pass potrebbe però scomparire. Ne è convinto il governatore del Veneto, Luca Zaia (Lega): «Crescendo il numero dei vaccinati, do per scontato che il Green pass vada a spegnersi come una candela». Zaia ha detto che le vaccinazioni, che in Veneto contando anche le prenotazioni sono già all'84% della popolazione, «sono la dimostrazione plastica della libertà che stiamo vivendo in questo momento. Ricordiamo che non c'è l'obbligo del vaccino, se una persona non vuole vaccinarsi ha il diritto di non farlo». Ma, ha detto Zaia, la speranza è che «il Governo faccia delle scelte pacificatorie, che si torni a un clima di serenità, che si abbassino i toni, che scompaiano quegli atti di violenza che non possiamo né legittimare né giustificare, ma solo condannare». Impensabile, per il presidente della Regione, che le aziende si rivolgano ai medici per tamponare i propri dipendenti: «La partita dei lavoratori è importante, in Veneto ci sono 590mila persone che sono senza vaccino. Che poi i lavoratori non vaccinati siano 200mila o 300mila o di più, comunque sono numeri importanti, soprattutto in un modello come quello veneto dove l'80 per cento delle imprese ha meno di 15 dipendenti. Vuol dire che in una azienda in media una o due figure professionali non sono vaccinate. Pensare al medico aziendale che va a tamponare ogni 48 ore una o due persone diventa difficoltoso. Ci sono aziende che si sono messe assieme, noi abbiamo aperto i centri vaccinali e giusto giovedì abbiamo raggiunto il record con 84.086 tamponi in un giorno».
IL SOSTEGNO
A Verona il ministro Patuanelli ha poi difeso il reddito di cittadinanza: «È una misura che ha funzionato e deve essere rifinanziata, potenziata e ampliata il più possibile. Mettere in discussione questo strumento è inspiegabile e immotivato». «Abbiamo rifinanziato con il decreto fiscale la misura per il 2021 - ha sottolineato l'esponente del M5s - perché sempre più persone hanno purtroppo avuto la necessità di farvi ricorso anche per la pandemia, si tratta di un milione e 400mila famiglie con un valore medio di 546 euro a nucleo». Secondo il ministro Patuanelli «se certe tensioni sociali non si sono sviluppate nel Paese è stato grazie a questo strumento profondo di sostegno a reddito». «Poi - ha aggiunto - siamo disponibilissimi a ragionare e migliorare la parte sulle politiche attive del lavoro per far sì che circa un terzo della platea che è la parte di occupabili possa più facilmente trovare un'occupazione».
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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