LA CONTA DEI DANNI
VENEZIA «I danni di questi giorni ammontano ad alcuni

Lunedì 18 Novembre 2019
LA CONTA DEI DANNI VENEZIA «I danni di questi giorni ammontano ad alcuni
LA CONTA DEI DANNI
VENEZIA «I danni di questi giorni ammontano ad alcuni milioni. Quando la Fenice è stata ristrutturata, alla fine degli anni Novanta, si pensava che il Mose avrebbe evitato questi allagamenti». Il soprintendente dello storico teatro, Fortunato Ortombina, cerca un po' di ironizzare, ma fino a martedì sera la struttura resta chiusa, tanto che in questi giorni coro e orchestra stanno provando a Treviso.
Dopo il tremendo allagamento di martedì notte, con il picco di 187 centimetri, ieri la Fenice ha dovuto convivere con una massima di 150 che comunque ha reso il teatro inagibile visto che tutti i servizi elettrici ed altro si trovano sotto il palco. E così non appena la marea ha iniziato a salire sono andati fuori uso dieci quadri elettrici, il sistema antincendio, i telefoni e l'impianto di riscaldamento. «In pratica siamo come in una bella casa che è abbandonata - dice il sovrintendente - nel senso che senza il sistema elettrico non possiamo fare niente».
Indossati gli stivaloni Ortombina gira nella zone maggiormente colpite dall'acqua che è filtrata dall'esterno: «La pressione nelle calli limitrofe è costante e con gli anni si sono anche formate piccole fessure. In questo modo l'acqua penetra dai muri verso il basso creando problemi al sistema di riscaldamento e ai quadri elettrici. Questo rumore che sembra derivare da una pioggia, in realtà e l'acqua della calle che lentamente, con una pressione pressoché costante, penetra all'interno. Abbiamo rapidamente bloccato la fornitura di energia, altrimenti ci sarebbero stati problemi più consistenti, ma è chiaro che tra mercoledì scorso e adesso i danni sono consistenti». La Fenice è intenzionata a non mollare in vista dell'inaugurazione della stagione lirica di domenica prossima. Da mercoledì l'attività riprenderà. «Sarà una corsa contro il tempo», conclude Ortombina guardando la falegnameria allagata.
CONSERVATORIO
Chi invece è pronto a ripartire già da oggi con la normale attività è il Conservatorio Benedetto Marcello che ieri non ha avuto particolari danni. In seguito al picco di 187 centimetri, però, il piano terra che ospitava la Biblioteca, contenente 50mila volumi, è stato allagato e il 5 per cento dei testi è rimasto bagnato. Immediata la gara di solidarietà anche perché tra i testi c'erano pezzi pregiati come l'unico manoscritto di Vivaldi. «Ringrazio i ragazzi, che scalzi tra le varie stanze hanno salvato i libri e i docenti che hanno lavorato duramente - dice il presidente Giovanni Giol - la scelta di trasferire la Biblioteca lì risale al 2014 e deriva dal fatto che il mezzanino aveva problemi di staticità. I tecnici ci hanno detto che il materiale si salverà». Una ditta specializzata a Bologna sta procedendo all'operazione di congelamento dei documenti per prevenire l'insorgere di muffe. Secondo le prime valutazioni dei tecnici, tutti i documenti potranno essere restaurati. A breve la Soprintendenza darà le indicazioni sulle modalità del recupero. E si cercheranno soluzioni per aumentare la sicurezza della Biblioteca.
FONDO TORREFRANCA
Irritato Massimo Acanfora Torrefranca, nipote di Fausto Torrefranca, lo studioso che aveva donato parte dei volumi colpiti dall'acqua che comprendevano scenografie di Torelli o il monterverdiano Lamento di Arianna, oltre a pagine per clavicembalo. «Stupido idealismo ed ancora più stupida affezione a un Paese che non si merita nulla- dice Acanfora Torrefranca - Oggi scopro che qualche genio preclaro, qualche anno fa, spostò la biblioteca del Conservatorio Benedetto Marcello, Fondo Torrefranca compreso, al piano terra, quando tutto il mondo sa che il Conservatorio veneziano è particolarmente soggetto all'acqua alta. Ed oggi quelle inestimabili ed uniche fonti, sono per lo più carta da macero. Sono due notti che non ci dormo. Oggi a chiunque abbia un patrimonio del genere consiglio caldamente di venderlo a chi lo sa proteggere: americani, svizzeri, tedeschi, austriaci e inglesi».
Gianpaolo Bonzio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci