La Cgia di Mestre: i ristori non bastano, azzerare le tasse 2021 a Pmi e partite Iva

Domenica 16 Maggio 2021
La Cgia di Mestre: i ristori non bastano, azzerare le tasse 2021 a Pmi e partite Iva
LO STUDIO
VENEZIA I ristori coprono solo il 13% delle perdite da Covid delle imprese italiane. Per evitare che vengano utilizzati dalle imprese in buona parte per pagare le imposte, è necessario imporre l'azzeramento delle tasse erariali, consentendo alle partite Iva e alle piccole imprese di risparmiare quest'anno 28 miliardi.
Lo propone la Cgia di Mestre. Secondo il centro studi degli artigiani, il supporto economico con il decreto Sostegni e il decreto Sostegni Bis, che raggiunge una cifra complessiva di 45 miliardi, non coprirebbe nemmeno il 13% delle perdite denunciate dalle aziende. L'analisi prende spunto dal nuovo provvedimento che la prossima settimana deve varare il governo: 18 miliardi di contributi a fondo perduto alle aziende e alle partite Iva in difficoltà. Questo importo si aggiungerà ai 27 miliardi di sussidi finora dati alle imprese nei 14 mesi di pandemia, a fronte di un crollo del fatturato nel 2020 che - secondo la Cgia di Mestre - ammonta a 350 miliardi. Dunque gli aiuti sarebbero solo il 13% delle perdite.
Ma c'è un altro problema che sottolineano gli artigiani di Mestre. Lo scostamento di bilancio di 40 miliardi è stato votato il 22 aprile, dunque si corre il pericolo che i 18 miliardi di indennizzi statali arrivino in ritardo. Come già accaduto nel recente passato. «Mai come in questo momento la tempestività nell'erogazione degli aiuti è decisiva per dare un po' di ossigeno a chi si trova in difficoltà. Se nelle ultime settimane le proteste di piazza si sono affievolite, lo stato di crisi in cui versano molte filiere economiche - avverte la Cgia - è ulteriormente peggiorato. Infatti, sono centinaia e centinaia di migliaia le imprese che sono ancora completamente chiuse o semi-chiuse. Rispetto al Governo precedente c'è stato il tanto atteso cambio di passo - sottolineano gli artigiani veneti -. Ancorché insufficiente, la misura di sostegno alle imprese che verrà approvata la settimana prossima ha una dimensione economica importante, mai raggiunta in precedenza». Ma serve anche la moratoria fisclae per tutto il 2021. E a chi obietta che così si aumenta il debito pubblico la Cgia risponde: «Se non si salvano le imprese e i posti di lavoro, non si pongono le basi per far ripartire la crescita economica che è l'unica possibilità per ridurre nei prossimi anni il debito pubblico spaventosamente accumulato con questa crisi».
CUORE DELL'ECONOMIA
Al netto dei dipendenti pubblici, le attività con meno di 20 addetti sono il 98% delle imprese in Italia, hanno il 54,6% degli occupati e producono il 37% del valore aggiunto nazionale annuo. Insomma, sono il cuore dell'economia del Paese. La Cgia ritiene che le risorse messe a disposizione delle imprese e delle partite Iva col decreto Sostegni Bis non siano però sufficienti. E infatti il premier Draghi e il ministro dell'economia Franco hanno promesso altri provvedimenti. Per la Cgia ora bisogna azzerare le tasse alle mini imprese, consentendo a partite Iva e Pmi di risparmiare quest'anno 28 miliardi. In pratica le attività economiche con un fatturato 2019 al di sotto del milione di euro non dovranno versare per il 2021 Irpef, Ires e Imu sui capannoni. Queste 4,9 milioni di aziende (l'89% del totale nazionale), dovrebbero comunque versare le tasse locali per non arrecare problemi di liquidità a Comuni e Regioni. Con i 28 miliardi risparmiati avrebbero la benzina per far ripartire l'economia.
M.Cr.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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